Leggendo Snow Crash, di Neal Stephenson, provo una sensazione di acutezza cerebrale, di raffinato cyberpunk che già non era più tale, che era già evoluzione verso qualcosa di colto, capace di intrecciarsi con i miti umani e l’antropologia, la religione dei primi popoli della Terra. Credo che questo romanzo, questo autore, sia stato il primo esempio – forse assieme a Bruce Sterling – di qualcosa che poi sarebbe sfociato anche nel Connettivismo.
Sono arrivato tardissimo a conoscere l’autore e il romanzo, ma pur essendo sommerso dalla enorme quantità di pagine (sul mio ereader supero abbondantemente le 1.100) trovo sublime la sua lettura, ed è anche appassionante. È il mio consiglio del mese ^_^
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Sono assolutamente d’accordo con te Zoon. Ebbi la fortuna di recuperare ‘Snow Crash’ nella prima edizione, in un’elegantissima e minimale copertina nera puntellata dall’effetto neve, edito da Shake e ne rimasi folgorato.
E’, secondo me, ancora uno dei più belli e, in un certo senso, psichedelici (a livello di narrazione) romanzi cyberpunk in circolazione. Come ben dici già s’intravedevano in Stephenson le avvisaglie dell’autore che sarebbe diventato. Un libro che NON deve mancare nelle librerie (o e-reader) di ogni buon appassionato.
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