PICCOLI lavori in cambio di un piccolo compenso. L’idea viene da lontano (si pensi alla paghetta che i ragazzini prendono per buttare la spazzatura o togliere le foglie dal vialetto), ma nell’era dei videofonini si declina in maniera inedita: Gigwalk è un social network che permette ai suoi membri di guadagnare soldi compiendo attraverso iPhone semplici incarichi, richiesti direttamente dalle aziende interessate.
Questo è l’incipit di un articolo apparso su Repubblica.it che mostra come l’evoluzione della nostra società passi anche per i piccoli oggetti tecnologici in grado, però, di modificare le nostre abitudini più minute. Personalmente non amo l’iPhone, ma devo riconoscere ad Apple il merito di aver rivoluzionato il mondo dei telefoni mobili, e non solo. Grazie alla tecnologia touch da lei introdotta per prima i gesti della vita quotidiana tecnologica sono diventati più fluidi, intuitivi, e ciò si riflette, come in uno scenario cyberpunk, nella rimappatura dei nostri gesti e pensieri.
Questo post apparso su GadgetBlog ci ricorda come fin dai tempi del cyberpunk – almeno dal cyberpunk – molti scrittori si siano misurati con il tema in questione delineando, con fantasia oppure con prevedibilità tecnologica, scenari sociali e cerebralità di ogni tipo. Lo stesso connettivista Mario “BlackM” Gazzola, nel suo romanzo di esordio Rave di morte prevede, tra i molti scenari, una voce sintetica da pop-star coincidente con le capacità ed estensioni vocali umane.
Ora, pare che la sintetizzazione perfetta dello strumento umano e musicale per eccellenza sia stata raggiunta. Dall’articolo originario estrapolo ciò che segue; voi cosa ne pensate?
Se in un prossimo futuro i media digitali sostituiranno completamente quelli tradizionali, allora in un ipotetico mondo plagiato dai robot anche le star della canzone saranno letteralmente rimpiazzate da voci digitali, generate per imitare fedelmente la voce umana, ma con una perfezione che di umano avrà ormai poco.
È lo scenario che si può ipotizzare guardando alle ricerche di alcuni studiosi dell’IBA Laboratory dell’Università di Tokyo, che sono riusciti a creare un primo prototipo di voce computerizzata, un suono che riproduce in modo praticamente perfetto le sembianze di una voce umana, eliminando la sensazione artificiale delle riproduzioni finora utilizzate nel campo della sintetizzazione vocale.
L’ipotesi è interessante, anche se nel senso più morboso ed inquietante che possa esistere: davvero inneggeremo a fantomatiche star digitali inesistenti? Davvero ci accontenteremo di fruire della perfezione di una macchina anzichè di una voce umana? Oppure stiamo correndo troppo?
L’evoluzione tecnologica passa, tra le varie cose, anche per la fruibilità e l’offerta che i costruttori hardware, i fornitori software e il marketing architettano per diffondere una tecnologia prima costosa e poco invasiva, poi popolare e passibile di abbassamento dei prezzi.
L’incontro tra la cultura e la tecnologia si materializza anche con gli ebook reader. Cosa sono gli ebook reader e cosa, quindi, gli ebook? I primi sono dei supporti fisici, dei piccoli computer in grado di visualizzare i libri elettronici (i secondi) tramite uno schermo che emula parecchio fedelmente la carta, schermo scritto con un inchiostro elettronico (e-ink) pari pari, almeno visivamente, a quello tradizionale.
Finora questo oggetti ebook reader costavano non meno di 200€, ma da ieri (la fonte della notizia è KippleBlog e prima ancora il portale Hi-Tech Italy) sappiamo che sta per uscire il modello Onda Biblet, a soli 99€, certo piccolino come schermo (6 pollici) ma assimilabile a un libro come quelli della collana Urania. Significa che, con l’abbattimento dei prezzi, si dà la possibilità di diffondere la cultura tramite i libri digitali, visibili su un supporto che, al contrario dei tablet e degli altri schermi lucidi da PC o da smartphone, alla luce del sole diventa estremamente leggibile e non affatica gli occhi. Esattamente come la carta.
Pensate sia finalmente arrivata l’ora di leggere in digitale e abbandonare i vetusti libri cartacei, buoni solo – ormai – per edizioni particolari o di lusso?
Torna Tersicore di mercoledì, l’11 maggio alle 22.00, su RN1. News e liriche connettiviste in salse sonore elettroscure, acide, nozie & ambient. Disponibile la chat e un contatto SMS: +393343844411.
Il terzo estratto dalla mia silloge poetica Il sentiero dello sciamano. L’opera è edita da KippleOfficinaLibraria in ebook e cartaceo. I testi che compongono questa raccolta diventano un caleidoscopio che non va compreso, non va scomposto perché ogni frammento ha in sé un universale che rimanda ad altro e viceversa, continuamente.
Schegge di ossidiana – Fiabe dall’Impero Connettivo è un progetto di musicalizzazione dell’Impero Connettivo, uno Stato a metà strada tra il weird e la SF che, come l’Impero Romano, si espande sullo spazio, ma anche sul tempo. A capo dell’ecumene di postumani c’è un imperatore nephilim, la moneta corrente è l’informazione. L’album presente su BandCamp […] […]
Un’altra poesia della silloge poetica Il sentiero dello sciamano, libro che ho dedicato al mondo mistico vicino alle entità disincarnate, che non è mediato da alcun ordine gerarchico politico. L’opera è edita da KippleOfficinaLibraria in ebook e cartaceo e, come spiegato nell’introduzione… …i testi che compongono questa raccolta diventano un caleidoscopio ch […]
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan
“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)