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NeXT Hyper ObscureArchivio per dicembre 17, 2011
Nasce Postpopuli.it
È online Postpopuli.it. Postpopuli è un blog multidisciplinare, nato da circa tre settimane da un’idea di Francesco Gori e Simone Provenzano, con il fondamentale apporto di Claudia Boddi. Trovate già numerosi articoli sui temi più vari, e molti altri ne arriveranno da ora in poi.
Il nome è una parziale revisione della locuzione latina vox populi. La parola “Postpopuli” allude dunque ai post del popolo, in questo caso quello del web. Il progetto nasce e cresce con il contributo di un insieme ristretto di abitanti del mondo che vogliono far sentire la propria voce ed esprimersi con la scrittura – approfondendo numerose tematiche – ma chiunque voglia partecipare con contenuti di qualità è il benvenuto.
Un post al giorno per sette giorni; almeno un post per ogni giorno della settimana.
Nello specifico si parla di SPORT il LUNEDÌ, di PSICOLOGIA il MARTEDÌ, di CINEMA il MERCOLEDÌ, di SOCIETÀ il GIOVEDÌ, di POLITICA il VENERDÌ, di LIBRI&MUSICA il sabato, lasciando alla DOMENICA la categoria JOLLY che racchiude in sé numerosi argomenti: viaggi, eventi, cucina, spazio legale, amici degli animali ecc. in uno spazio vasto e senza limiti. Postpopuli, per esperienza dei numerosi collaboratori, nasce con l’anima di un settimanale on-line a carattere quotidiano.
Staff redazione: Francesco Gori, Simone Provenzano, Claudia Boddi , Nicola Pucci e Giovanni “Kosmos” Agnoloni.
Collaboratori: Oltre ai redattori stessi, i preziosi Arturo Vitali, Leonardo Masi, Sara Matteoli, Emiliano Morozzi, Marco Grassano e il prof.Giuseppe Panella.
Webmaster: Francesco Gori. Per informazioni: info@postpopuli.it; questa è, invece, la pagina su FaceBook: www.facebook.com/pages/postpopuliit/271147326269934.
Saturnali
Ho camminato al crepuscolo, sentendo i Saturnali dentro, fino a colmarmi di trascendenza buia e fredda, un soliloquio. Il momento più intenso dell’anno, mi avvinghia fino a rendermi pieno.
∂| ThrillerMagazine | 1921 – Il mistero di Rookford
Su ThrillerMagazine.it la recensione a Il mistero di Rookford, film di Nick Murphy che ha cercato di raccontare una ghost story badando più al mood piuttosto che all’innovazione; almeno stando alla lettura della critica in questione, di cui vi incollo qui sotto qualche riga. Buon divertimento, se andrete a vederlo:
Gradevole ghost story di impianto classico, più che presentare elementi nuovi si limita a rielaborare tematiche già affrontate con una ricetta che, laddove non esalti il gusto, sicuramente fa alzare da tavola soddisfatti.
1921 — Il mistero di Rookford non verrà ricordato negli annali del genere, ma garantisce un paio d’ore di godibile intrattenimento, e di questi tempi è un risultato tutt’altro che disprezzabile.
Siamo nell’Inghilterra del 1921, ancora ferita dalla Prima guerra mondiale, dove una donna che abbia studiato viene vista come un fenomeno stupefacente e forse un po’ inquietante. Il cervello delle donne, ci informa un personaggio, non è fatto per una ingente mole di nozioni e cultura…
Da queste basi razziste nasce lo stupore di chi incontra Florence Cathcart, donna istruita che per lavoro svela i presunti casi di comunicazioni con il mondo degli spiriti, apparizioni medianiche e tutto il circo spiritistico di cui la gente comune non può fare a meno e con cui gente poco onesta fa soldi a palate. La donna ha anche scritto un libro sull’argomento, e proprio grazie a questo viene raggiunta da Robert Mallory: egli è incaricato di assumerla per una questione spinosa incorsa nel collegio dove lavora.
Cosa c’è più di più classico di un collegio disperso nella campagna inglese, algido e dismesso? Quale migliore abitazione per povere anime dannate? Eppure Florence non crede ai fantasmi, quindi si prepara ad affrontare il “fantasma di Rookford” in modo scientifico e addirittura tecnologico. Strumenti ed alambicchi vari le serviranno per rilevare presenze ectoplasmatiche e diventare una vera e propria ghostbuster ante litteram!
Ci saranno presenze, misteri, scheletri negli armadi e segreti inconfessabili. Il menu prevede ogni portata che si addica alla ghost story, senza alcuna esclusione. Malgrado il condimento sia poco (cioè l’originalità dei singoli elementi del film sia davvero scarsa), il pasto nel suo complesso è appetibile e lascia soddisfatti.
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Non rompete le scatole
Si tiene oggi e domani il group show “Non rompete le scatole” a Seveso, nello spazio di Via Augusto Maderna 13. Le “scatole” più o meno rotte saranno circa 100.
Chi avrà tempo potrà soffermarsi in galleria per un tè, un aperitivo, un brunch o per una partita a scacchi; andando lì potrete ammirare, tra le altre cose, anche un’opera di Paolo “Evertrip” Ferrante. Eccola qui sotto:
Qui, invece, l’evento su FaceBook.
Il ricordo di Ken Russell | Carmilla on line ®
Un bel post su CarmillaOnLine ci aiuta a ricordare cos’è stato Ken Russell, il geniale regista inglese morto un paio di settimane fa; riporto qui sotto l’incipit del post, che è esemplare; voi però, leggetelo tutto:
Per tentare d’inquadrare Ken Russell, il visionario regista morto ottantaquattrenne lo scorso 24 novembre, non è sufficiente il riferimento al cinema che pure gli portò fama internazionale. Anzitutto perché il vecchio provocatore ha recato contributi importanti anche su altri versanti: si pensi alla televisione, per cui girò opere affascinanti e da noi praticamente sconosciute (corti, documentari, sceneggiati – un esempio per tutti, Dante’s Inferno, 1967, sulla tormentata relazione tra Dante Gabriel Rossetti ed Elizabeth Siddal), impegnandolo all’inizio e poi di nuovo al crepuscolo della sua carriera; o ovviamente alla musica, grazie a una serie di pellicole come la psichedelica rock-opera degli Who Tommy, o i febbricitanti, drammatici e magari grotteschi ritratti biografici di musicisti per cinema e tv (Bartók, Elgar, Debussy, Delius, Richard Strauss, Ciajkovskij, Mahler, Liszt…), che testimoniano un’appassionata compenetrazione tra linguaggi artistici diversi. Ma un secondo motivo guarda a un fronte persino più ampio: e riguarda il collegamento tra questo cattolico (almeno in origine, con tutto ciò che comportava per il suo alfabeto simbolico) in realtà panteista, dissacratore ironico e spudorato nel segno dell’eccesso e del kitsch, cantore dei parossismi di arte, sesso e sangue, a un più variegato arcipelago di culture alternative britanniche, tra lezione del gotico vittoriano e riflessione sul mito alla Graves, politeismi assortiti e revival esoterico.
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