Archivio per febbraio 7, 2012
7 febbraio 2012 alle 21:39 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Deliri, Empatia, Energia, Erox, Experimental, Oscurità, Postumanismo and tagged: BDSM, Corrente
Distinzioni inutili, la Corrente è una soltanto e ciò che fa differire la sostanza è la polarità, ed è quella che ti permette di capire la natura della mia fame psichica e biologica, della mia rincorsa verso la tua carne bio-postumana. La fame.

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7 febbraio 2012 alle 18:14 · Filed under Accadimenti, Creatività, Cybergoth, Cyberpunk, Deliri, eBook, EDS, Letteratura, Notizie, Oscurità, Quantsgoth, SF and tagged: Amazon, noDRM, Produco, Scritture aliene
Esce oggi il quinto albo di Scritture Aliene, la collana di piccole raccolte di racconti SF proposta da EDS, casa editrice diretta da Marco “pykmil” Milani e con Vito Introna direttore di collana. In questo numero, oltre a un mio racconto ambientato in qualche modo nell’Impero Connettivo e che ha fatto da sfondo alla sceneggiatura del primo Alieni a Roma, ci sono le proposte di Stefano Sacchini, Elvira Scarpello, Daniela Barisone, Francesco Troccoli, Alexia Bianchini, Nazareno Barra.
L’ebook è senza DRM ed è in vendita al prezzo di 3€ sul negozio EDS, su Amazon e sugli altri importanti portali di eBook.
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7 febbraio 2012 alle 14:21 · Filed under Accadimenti, Digitalizzazioni, eBook, Kipple, Letteratura, Sociale, Tecnologia and tagged: Amazon, Apple, Francesco Verso, La Repubblica, Lukha B. Kremo
[Letto su KippleBlog]
Affari e Finanza, supplemento del quotidiano
La Repubblica, ha dedicato un corposo articolo al “fenomeno
eBook“.
La tesi dell’autrice Paola Jadeluca, è che l’avvento del Kindle Store italiano di Amazon e di Apple (iBookstore) abbiano fatto decollare l’intero mercato dell’eBook, portando al successo nuove e promettenti realtà editoriali.
Kipple Officina Libraria è ovviamente tra queste, come segnala l’articolo:
In cima alla classifica dei libri più venduti online figurano a dicembre 2011 Il Gatto di Schroedinger e Sogno di un futuro di mezza estate, due dei 40 ebook nel catalogo di Kipple Officina Libraria, nata nel 1995 a Bologna da un’intuizione di Gianluca Cremoni. Quattro dipendenti, 1000 copie vendute: un microcosmo che però fa marciare l’economia e l’occupazione. «Fino al 2010 non arrivavamo al pareggio di bilancio per via dei costi della carta, della spedizione e distribuzione, dalla metà del 2011 dopo che abbiamo puntato sull’editoria digitale siamo in attivo», racconta Francesco “Xabaras” Verso, codirettore della collana di punta di Kiddle Avatar.
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7 febbraio 2012 alle 12:04 · Filed under Creatività, Cultura, Experimental, Interviste, Notizie, Postumanismo, SF, Sociale and tagged: Alessio Brugnoli, ALTA, Emmanuele Pilia, Futurismo, Transumanesimo
Intervista magistrale, a opera di Alessio “Galessio” Brugnoli, a Emmanuele “Peja” Pilia, personaggio di spicco (fondatore) di ALTA, laboratorio transumano di studi architettonici del prossimo futuro. Ecco una parte del botta-risposta comparso su Quaz-Art:
Ciao Emmanuele, chi sei? Come ti descriveresti ad un estraneo?
Banalmente posso rispondere che sono un critico ed un curatore di architettura contemporanea, con una moltitudine di interessi che nutrono le cose che faccio: dal transumanesimo all’estetica delle rovine, dal situazionismo alla fantascienza, dalla violenza urbana alla cultura digitale, dalle utopie al manierismo. In qualche modo tutto rientra nel calderone che io chiamo transarchitettura, e che per me è quasi un sinonimo di immaginario architettonico, che è il mio vero ambito di studio.
Sicuramente non mi descriverei con un qualsiasi appellativo preceduto dall’aggettivo “giovane” (giovane critico, giovane architetto, giovane curatore…), che ritengo una parola-ghetto nel quale rinchiudere degli individui in base ad una discriminante anagrafica, una sorta di riserva dove il “giovane” può pascolare liberamente senza infastidire chi, evidentemente, è non-più-giovane.
Perché l’architettura?
Intanto perché non se ne può fare a meno. Almeno, la società attuale, pressoché stanziale, non può fare a meno della realizzazione di manufatti architettonici. Ed anche il nomadismo contemporaneo, fatto di viaggi intercontinentali e pendolarismo, prevede la realizzazione di grandi infrastrutture.
Ma pure se fossimo nomadi-reali, superando in qualche modo la condizione di nomadismo-stanziale in cui viviamo, avremmo degli strumenti per modificare simbolicamente il paesaggio che ci circonda, come già l’uomo preistorico. Lo sguardo è uno di questi, come ci ricorda Francesco Careri nel suo Walkscape.
Ti ritieni più creatore o più filosofo? Le tue ricerche architettoniche nascono più dalla riflessione sul rapporto tra Uomo e Mondo o dall’intuizione?
Sulla prima domanda, sono convinto che non esista una differenza sostanziale. Ovviamente dipende di cosa parliamo: se con “creatore” intendiamo la figura dell’artista un po’ pazzarello che delega al “colpo di genio” la sua maestria, e per filosofo intendiamo il riflettere meditabondo di fronte un bel paesaggio, devo rifiutare con forza entrambi gli stereotipi.
E questo dipende molto dalla mia formazione e dal metodo che mi sono scoperto a seguire: mi piace costruire mondi e dimensioni formati dalla tessitura di una fitta rete di rapporti, che nell’insieme formano il piano critico su cui lavoro di volta in volta.
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