Archivio per ottobre, 2012
31 ottobre 2012 alle 21:21 · Filed under Accadimenti, Creatività, Cybergoth, Empatia, Energia, Experimental, Letture, NeXT-Con, Surrealtà and tagged: Application Programming Interface, Domenico Mastrapasqua, Fancesco Tito, Infection, Luce oscura, Ridefinizioni alternative
Durante la NeXT-Fest ci sono stati diversi reading. Tra quelli più particolari possiamo segnalare sicuramente quello di Domenico “7di9” Mastrapasqua e Francesco Tito, reading che potete apprezzare integralmente cliccando qui. Grazie, apprezzamenti intensi da parte mia.
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31 ottobre 2012 alle 18:14 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Experimental, Quantistico, Surrealtà and tagged: Infection, Olosensorialità, Ridefinizioni alternative, SCO
Il disegno della tua silhouette è incerto, alternativo e discordante. Eppure sei una sovrapposizione di più stati quantici, e riesci a farti capire benissimo. Anzi, meglio.
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31 ottobre 2012 alle 13:52 · Filed under Creatività, eBook, Fantastico, Letteratura, Notizie, Surrealtà and tagged: Luigi Milani, Ridefinizioni alternative
Segnalo l’uscita di una raccolta di racconti di Luigi Milani, per DeleriumEdiozioni: L’estate del diavolo.
Dopo il successo di “Seasons” e di “Ci sono stati dei disordini”, Luigi Milani torna a regalarci una raccolta di racconti. Il tema in questo caso è un po’ dark, con atmosfere che spaziano dal noir alle storie di fantasmi, accarezzando un po’ tutta la sfera dell’horror senza scendere mai nei dettagli, lasciando un’aura di mistero e spazio all’immaginazione del lettore….
Racconti che ho avuto il piacere di leggere in anteprima e che spaziano su vari territori, con garbo e introspezione, fino all’apoteosi finale. L’eBook (perché di libro digitale si tratta, basta con la carta ormai) è in vendita a 3.99€ senza DRM.
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31 ottobre 2012 alle 10:33 · Filed under Accadimenti, Cerebralità, Mood, NeXT-Con, Segnalazioni and tagged: Giovanni De Matteo, Ridefinizioni alternative
La terza e conclusiva puntata del resoconto (con notevole pensatoio) di Giovanni “X” De Matteo sulla NeXT-Fest che si è conclusa domenica. Ampi stralci:
In quanto connettivisti, a partire dagli esordi, ci siamo sforzati di tracciare le connessioni segrete che attraversano l’immaginario, mappando le autostrade neurali della realtà, fino a mettere in pratica un’opera di sintesi. Ci siamo prefissi di usare la fantascienza come filtro per guardare il complesso paesaggio tecnologico in mutamento in cui siamo immersi, per esplorare le risorse e le contraddizioni umane esaltate dalla spinta del progresso.
La tendenza alla contaminazione tra i generi ci ha inimicati molti puristi appassionati di fantascienza. Il tentativo sperimentale di recuperare tradizioni sepolte (ma se davvero lo erano, gli assassini dovevano essere stati tanto maldestri o semplicemente tratti in inganno, visto che nelle rispettive bare i presunti cadaveri continuavano a dimenarsi nel sonno), come le avanguardie storiche, dai futuristi ai crepuscolari, fino al surrealismo e alla poesia ermetica, valutato con curiosità da molti appassionati di fantascienza, ci ha d’altro canto inimicato quanti dall’esterno guardavano alla fantascienza come a uno spazio di evasione,crogiolandosi sulla bellezza delle etichette e nell’idea della supposta tenuta stagna dei confini. La sperimentazione sul linguaggio, gli sforzi di coniugare estrapolazioni scientifiche e tecnologiche con una sensibilità umanista, è quello che talvolta ha messo d’accordo tutti sulla difficoltà di leggerci. La vera cosa che però sembra infastidire la gente, è l’impossibilità di classificarci: troppo fantascientifici, o troppo poco; ora troppo protesi verso il futuro, ora troppo rispettosi verso il passato; ora innovatori, ora preservatori (non uso a caso questo termine, tornando con la memoria alle vertiginose pagine della Matrice Spezzata) delle esperienze storiche. Dopotutto così si rischia di voler dire tutto e il contrario di tutto, senza in fin dei conti riuscire a dire nulla… giusto?
Sbagliato.
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31 ottobre 2012 alle 05:05 · Filed under Accadimenti, Creatività, Cybergoth, Cyberpunk, Editoria, Erox, Kipple, Letteratura, Oscurità, SF and tagged: Alessandro Forlani, Application Programming Interface, Dario Tonani, Infection, Premio Kipple, Ridefinizioni alternative, Urania
Sulla sezione news del sito di Dario Tonani è comparsa la segnalazione che un suo racconto, Suburbi@ Drive – una sorta di remoto antefatto di Infect@, storia uscita nella collana Urania – sarà l’appendice de I senza tempo, romanzo di Alessandro Forlani vincitore del Premio Urania (e Premio Kipple) in uscita in questi giorni su Urania.
Milano 2019, periferia tossica, tra capannoni fatiscenti e magazzini abbandonati: cinque ragazzi scorazzano su una malconcia utilitaria per “Suburbi@ Drive”, terra di nessuno in mezzo al nulla…
C’è poca luce intorno, un cane alla catena sta facendo l’inferno. E soprattutto c’è la noia, una gran voglia di sballare in un sabato sera tutto sbagliato. Qualcuno tira fuori una bomboletta: è un pornospray, robaccia dell’Est, quasi esaurita per giunta. Una lap dancer in formato olografico si offre in un’estasi di luce e colori. Si fa guardare e toccare. Fino a quando…
Altro colpo ben assestato di Dario. Complimenti, come se piovesse…
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30 ottobre 2012 alle 21:56 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Empatia, Energia, Experimental, Inumano, Oscurità, Surrealtà and tagged: Application Programming Interface, Interrogazioni sul reale, Luce oscura, Nefandum psichico, Nulla senziente, Olosensorialità, Ridefinizioni alternative, SCO
In difficoltà sulle rune che piovono a capofitto, trovo e provo a esercitare l’equilibrismo dei sensi, delle percezioni e del discernimento, ma non c’è un contraltare di controllo che riesca a farmi comprendere se sono nell’ambito umano, postumano o etereo prossimo al Nulla senziente.
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30 ottobre 2012 alle 17:48 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Empatia, Energia, Experimental, Oscurità, Surrealtà and tagged: Luce oscura, Olosensorialità, Ridefinizioni alternative
Dovendo estrapolare le visioni, fino al raggiungimento dell’estasi, acuisco le divisioni della materia in suddivisioni, e rendo chiara il ware esotico mentre deflagra dentro le mie vene psichiche.
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30 ottobre 2012 alle 12:47 · Filed under Connettivismo, Empatia, Energia, Experimental, Surrealtà and tagged: Luce oscura, Nulla senziente, Olosensorialità, Ridefinizioni alternative, SCO
Differenze semantiche divengono somatiche, il processo di identificazione rileva assimilazioni olistiche, il punto di rigine più prossimo al Nulla senziente è teorizzato, visibile dalle onde della tempesta neurale.
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30 ottobre 2012 alle 10:25 · Filed under Accadimenti, Cerebralità, Letteratura, NeXT-Con, SF and tagged: Cinema, Giovanni De Matteo, Ridefinizioni alternative
Anche Giovanni “X” De Matteo fa una disamina della NeXT-Fest appena conclusasi, e lo fa ponendo l’accento su eventi relativi all’ultimo panel del programma, quello sul cinema, che ha avuto risvolti vivaci . La riflessione è in tre puntate e qui e qui potrete leggere le prime due, il resto domani.
La fantascienza letteraria presenta una serie di caratteristiche che la differenziano dalla sua omologa cinematografica. Di fatto, pure se i due media – la letteratura e il cinema – si scambiano linfa a vicenda, in una trasfusione continua di idee e soluzioni estetiche (come dimostra il caso emblematico del cyberpunk), a mio modo di vedere i due ambiti conservano peculiarità tanto marcate da preservarne la distanza.
Un’opera cinematografica di fantascienza (meno una serie televisiva, che ha a disposizione uno spazio mediamente più lungo per sviluppare il contesto in cui agiscono i personaggi) risente della necessità di esaltare le proprie caratteristiche di immediatezza: ne va della sua fruizione, e quindi del raggiungimento delle grandi masse, e di conseguenza del ritorno economico dei suoi finanziatori, che sono prima di tutto investitori. Un’opera letteraria di fantascienza, in fase di gestazione, risente di molti meno vincoli creativi. Innanzitutto, non ci sono quasi mai tutte le diverse istante rispondenti ai diversi membri della produzione da coniugare tra loro. Lo scrittore è solo. Può permettersi una maggiore libertà e parte di questa libertà si traduce nella possibilità di far riferimento a un immaginario consolidato. Ogni romanzo o racconto di fantascienza assume una valenza “amplificata” dal rapporto dialettico con il background del genere, costituito da tutte le opere e i filoni letterari che l’hanno preceduta.
Per la fantascienza letteraria questa forma di retroazione, questo feedback ininterrotto con la storia del genere, è un requisito fondamentale: essendo il fantastico l’unico genere per il quale il lettore non ha un contesto pronto e già noto in cui orientarsi, ma deve invece fare i conti con il worldbuilding operato dall’autore, condividere con quest’ultimo dei riferimenti minimi (concordare per esempio su espedienti narrativi che non trovano un riscontro univoco nella realtà, come possono essere un viaggio nel tempo, una storia alternativa, un’astronave interstellare, oppure – per dire – un infundibulo cronosinclastico) è imprescindibile per la buona riuscita dell’opera.
Al contrario, il cinema può concedersi una maggiore autonomia dalla storia del genere. Tino Franco faceva giustamente notare che il cinema lavora su canali diversi da un libro. Mi permetto di aggiungere che questi canali sono anche più numerosi rispetto alla narrativa, dove l’unico canale è dato dalla “connessione empatica” che l’autore riesce a instaurare con il lettore, ovvero la capacità di sospensione dell’incredulità che il primo riesce a negoziare con il secondo per raccontargli la propria storia mediata da un foglio di carta (di cellulosa o elettroni). Il cinema può giocare sulla visione e sull’ascolto, canali molto più immediati rispetto alla (non tanto) semplice elaborazione del testo che è richiesta dalla letteratura, che richiede al “fruitore” molta più pazienza, attenzione, partecipazione attiva nel processamento dei significati.
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30 ottobre 2012 alle 04:01 · Filed under Oscurità, Segnalazioni and tagged: Lex Aurea, Luce oscura, Marco Moretti, Nefandum psichico, Ridefinizioni alternative
È uscito in formato PDF LexAurea n° 44. La testata è una “Libera Rivista di Formazione Esoterica” e ha al suo interno un articolo di Marco “Antares666” Moretti intitolato La lingua dei Longobardi.
All’interno del numero esistono articoli conservatori, è doveroso dirlo, del resto l’argomento esoterico può portare a un certo conservatorismo di base, tuttavia gli argomenti sono interessanti e il mio consiglio è comunque quello di leggere gli interventi. Il numero 44 è scaricabile cliccando qui.
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