ThrillerMagazine recensisce Cogan, film di particolare fascino che esula un po’ dai miei gusta ma, che vi devo dire, leggere la rece mi ha davvero incuriosito. Qualche stralcio:
Il regista stesso afferma di credere che “i film sulla criminalità siano fondamentali per il capitalismo, perché mostrano il funzionamento della teoria capitalista nella sua forma base.” Secondo me ha persino ragione quando afferma che è ‘l’unico genere in cui viene totalmente accettato che i personaggi agiscano spinti solo dalla brama del denaro. Niente stronzate sulla morale come “i valori della famiglia” o “segui il tuo sogno”.’Siamo quindi davanti a un film che sembra parlare di criminali, ma alla fine parla, mutatis mutandis, di lavoratori e padri di famiglia in crisi, di persone perennemente bisognose di denaro che hanno a che fare con vertici sociali incompetenti che mandano tutto letteralmente a “puttane”.
Quando poi la Mafia tratta sul prezzo delle consulenze criminali, invocando la recessione come una qualsiasi azienda odierna, immagino partite IVA vessate che riascolteranno le stesse parole, le stesse surreali situazioni. Si ride per non piangere in questo caso.
Due ragazzi allo sbando, due delinquentelli che definire di mezza tacca è eccessivo, Frankie (Scott McNairy) e Russel (Ben Mendelsohn), vengono ingaggiati da un altro personaggio minore, Johnny Amato, dal pittoresco soprannome di Scoiattolo (Vincent Curatola) per un colpo talmente idiota che, forse, potrebbe anche riuscire: rapinare una partita di poker organizzata nelle bische mafiose.
Quello che fa gola allo Scoiattolo è che è convinto di poter sfuggire alla vendetta mafiosa perché un colpevole c’è già, a fare da parafulmine, il biscazziere Markie Trattman, che in passato ha fatto lo stesso giochetto, organizzando una rapina che ha provocato il crollo dell’economia criminale della zona.
All’epoca la passò liscia, perché il fatto si riseppe quando ormai la momentanea crisi economica era stata superata, ma ora Amato è convinto che Markie sarebbe il primo sospettato, e verrebbe ucciso senza troppi problemi e altre storie, giusto per ridare fiducia all’ambiente.
Ed è quello che avviene, in un primo momento. L’avvocato delle famiglie, che conosceremo solo come l’”Autista” (Richard Jenkins), contatta lo sbrigafaccende Dillon (Sam Shepard), perché trovi i colpevoli. Ma questi è malato e incarica al suo posto Jackie Cogan (Brad Pitt), uno che “vuole fare le cose per bene”. Cogan è convinto che Trattman non sia così stupido da rifare due volte lo stesso giochetto, ma è convinto che uccidere il biscazziere sia un modo per “ridare fiducia all’ambiente”, per fare sì che la gente torni a giocare, i soldi a circolare.
Nuovo ebook (33) per l’editing on line neofuturista Futurist Editions curato da Roberto Guerra, attività del laboratorio futurista connesso ai transumanisti italiani di Riccardo Campa ecc. Ebook per Ray (Raimondo) Galante, giovane filosofo di Venezia, dedicato al celebre situazionista Guy Debord, scomparso nel 1994, figura centrale per la cosiddetta industria culturale e il mondo dei media. L’ebook – La società della Rappresentazione Update 2012 – scaricabile gratuitamete qui – è innovativo e originale; è un download critico sul grande rivoluzionario situazionista, scomparso nel 1994, celebre per le sue analisi radicali sull’Industria Culturale. Opera inedita complementare di Galante a quella cartacea per Tracce (2011), in origine tesi di laurea presso l’ateneo di Ferrara. Nel download, Galante connette Debord all’era del web e ai suoi effetti attuali sui media contemporanei. Ecco un breve stralcio dall’intervista all’autore mandata in questi giorni dalla stampa romana (Eccolanotiziaquotidiana) :
D-Debord precursore del web? R -Certamente, questa è la tesi di fondo di tutto il mio lavoro e la piattaforma dalla quale muove tutta la mia riflessione su Debord e l’industria culturale. Internet infatti è la dimensione virtuale ove tutto ciò che nel reale ha un effettivo e valido valore di scambio si è trasferito. Debord dunque aveva visto giusto quando nella sua ”Società dello Spettacolo” scriveva: “La società moderna si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli in cui tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione”. Internet che quindi costituisce una sorta di Akasha elettronica , una memoria ed una coscienza collettiva dell’essere umano e del mondo.
Prendo questa segnalazione da LuukMagazine per parlarvi, ancora una volta dopo un bel po’ di tempo, di Moana Lisa Cyberpunk, il romanzo_poema_futurista_fantascientifico_sessuale e non solo di Roberto Guerra. Lo faccio incollando qui sotto i passaggi più significativi della segnalazione, ricordandovi una mia recensione apparsa più di due anni fa su Fantascienza.com.
FuturGuerra continua a stupire con iniziative ed opere neofuturiste tese a sconvolgere il panorama culturale italiano mediante una vis polemica che ben rispecchia il futuristissimo cognome dell’autore.
Roberto Guerra convoglia la riflessione artistica del futurismo italiano del nuovo millennio in un romanzo -o meglio un collage di storie- non certo aderente al perbenismo ed al political correct, ma appunto determinato a minare quell’ormai “umano, troppo umano” modo di sentire radicato nell’Occidente moderno.
Un testo costituito da una cinquantina di “fiabe wireless antifemministe”, così definite dal futurista ferrarese in quanto capaci di far sorgere un ologramma di un mondo fantascientifico e cybernetico decisamente distante dagli stereotipi femministi; un volume che rivendica come padri nobili Philip K. Dick, Oscar Wilde, Valentine De Saint Point e Friedrich Nietzsche, in un’ alchemia talmente esplosiva da suggerire realmente l’icastica affermazione nietzscheana, “Io sono dinamite”; una simbiosi fra arte, scienza e poesia calata in una narrativa lirica e sagace; un’opera organica, insomma, che le recensioni dell’artista futurista Graziano Cecchini e di Sandro Battisti inseriscono in una tradizione dinamica inesausta, connessa ai Manifesti sulla Donna Futurista, alla fantascienza cyberpunk di Gibson, all’estetica punk, fino ad arrivare alle riflessioni di Calvino sulla cibernetica.
Ogni aspetto è placido
i movimenti della natura scoloriscono in bianco e nero e zigrinature lente
io sono soltanto una pallida ombra che si distende sull’erba
poi trascende senziente.
Quarto estratto dalla personale silloge poetica Il sentiero dello sciamano. L’opera è edita da KippleOfficinaLibraria in ebook e cartaceo, introduzione di Alex Tonelli, copertina e postfazione di Ksenja Laginja. Lo scrittore ci svela l’inganno della parte e del tutto, però cosa è parte e cosa è tutto non lo riusciamo a comprendere: l’unità perde senso, […] […]
Sulla pagina Wikipedia dedicata ai Nefilim il buon Eugenio Ballini ha potuto allungare la lista dei riferimenti alle creature menzionate nella Bibbia con un trafiletto che mi riguarda. Ringrazio davvero tanto Eugenio per il suo gesto e, per quanto mi riguarda, mi piace pensare di aver creato qualcosa che in qualche modo ridefinisce alcuni termini […]
Il terzo estratto dalla mia silloge poetica Il sentiero dello sciamano. L’opera è edita da KippleOfficinaLibraria in ebook e cartaceo. I testi che compongono questa raccolta diventano un caleidoscopio che non va compreso, non va scomposto perché ogni frammento ha in sé un universale che rimanda ad altro e viceversa, continuamente.
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan
“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)