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NeXT Hyper ObscureArchivio per dicembre 18, 2012
GIUSEPPE IANNOZZI MI INTERVISTA SU “SENTIERI DI NOTTE” « Giovanni Agnoloni – Writing and Travelling
Bella intervista a Giuseppe “Kosmos” Agnoloni da parte di Giuseppe Iannozzi. Molte le domande poste, sul libro di Kosmos Sentieri di notte, sulle sue tecniche di scrittura e sul Connettivismo. Un piccolo stralcio della chiacchierata (grazie Giovanni).
Temo che non tutti, oggi come oggi, sappiano dire che cosa sia il connettivismo. Molti immaginano che sia una derivazione transculturale della New Age. Hai voglia di portare un po’ di luce e indicare quali sono le sostanziali differenze che intercorrono fra i due movimenti culturali-spirituali?
– La New Age per me è un pastone filosofico-religioso indebitamente sincretistico, frutto di confusione e potenzialmente pericoloso. Il Connettivismo è un movimento letterario di avanguardia che si radica nella storia non solo della fantascienza – con principale riferimento alla matrice del cyberpunk – ma della letteratura italiana, con riferimento al Futurismo e al Crepuscolarismo, come ho sottolineato in un panel condotto da Alex Tonelli durante la NeXT-Fest, in cui mi sono immerso nella profondità di suggestioni della poetica crepuscolare, appoggiandomi anche alle sonorità della musica di Claude Debussy ed Erik Satie, mentre Alex esplorava le risonanze con le avanguardie artistiche d’inizio XX secolo, dal post-impressionismo al cubismo e al surrealismo, fino addirittura al cubofuturismo russo. Può sembrare un “di tutto un po’”, ma da un lato, se questo è vero – nel senso che le matrici sono tante –, non fa che confermare la natura aperta e a-dogmatica del movimento, che è prima di tutto una sensibilità poetica; dall’altro, non è giusto affermare, come a volte viene fatto, che il Connettivismo non dica nulla di nuovo per il fatto di avere tante matrici storiche, in quanto riesce a fondere – in modi diversi e in media artistici diversi: poesia, narrativa, musica e arti visuali, principalmente grafica e architettura – numerosi spunti offerti dalla storia letteraria e artistica, con però – e questo è il punto – un elemento di assoluta originalità: l’idea della connessione con il Profondo, con i livelli più intimi dell’animo umano. Insomma, la sua visceralità, che, unita al lirismo, ne fa un “prodotto” (se tale si può chiamare) con una sua matrice unica, pur nella varietà delle sue voci. Da questo tipo di ispirazione è nato Sentieri di notte, così come il pure recente romanzo Olonomico di Sandro Battisti (Ciesse Edizioni;http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2012/11/23/olonomico-di-sandro-battisti-un-romanzo-connettivista/). Altra uscita recente, i tre racconti di Crepe nella realtà di Mario Gazzola (http://www.amazon.it/Crepe-Nella-Realt%C3%A0-ebook/dp/B009XY0OH8) (Alea eBooks). Infine, mi piace citare un meraviglioso racconto di Sandro Battisti, uscito nel 2010 sulla rivista “Continuum”, Il sentiero della spirale (http://www.fantascienza.com/magazine/racconti/14297/il-sentiero-della-spirale/), che esemplifica alla perfezione questa poetica, e che ascoltare al reading di Sandro alla NeXT-Fest romana è stato un’esperienza da brividi.
Raison D’Être – Ascent of the blessed
Netti richiami a ondate di pura estasi sognante. L’altrove chiama a ondate, ed è impossibile non lasciarsi cullare da esso. Ascolta, ascolta…
Poesia + fantascienza = futuro «connettivo» | L’Unità
Su L’Unità è comparsa una segnalazione al Connettivismo da parte del poeta Carlo Bordini (che non ha certo bisogno di presentazioni). È un’altra bella iniziativa che ci omaggia e inorgoglisce, oltre che arricchisce di spunti nuovi da sviluppare. Grazie Carlo, grazie a tutti i coinvolti nell’impresa.
Il movimento connettivista, nato in internet nel 2004, e composto esclusivamente da giovani, è nato come movimento letterario, ed è ad oggi conosciuto soprattutto dagli amanti del genere della fantascienza; ma, se la science fiction rappresenta l’humus di origine, gli autori connettivisti sono oggi attivi anche su molti altri campi come la poesia, la musica, l’arte e la cinematografia. Una produzione ormai vasta quella del movimento: all’attivo ad oggi vi sono tre antologie di racconti, una silloge poetica, diciassette numeri della rivista NeXT, la loro Révolution Surréaliste, due premi Urania vinti, una fanzine on-line http://www.next-station.org, cortometraggi, reading per tutta Italia, romanzi e blog personali. L’idea base del movimento, pur nella differenziazione dei singoli autori, è che, in sintonia con la grande tradizione della fantascienza americana, al mondo è negato ormai un vero futuro; ma il problema è andare oltre, oltre questa mancanza di futuro e di speranze, e, in questo senso, questo movimento va oltre il catastrofismo della fantascienza classica per legarsi assai fortemente alla condizione giovanile contemporanea.
CAMANECROSZCOPE – What Comes Forth From Obscurity
Tribale e oscuro, il diverbio psichico appariva complesso e incompleto, una cattiva remunerazione catartica in cui ogni distribuzione si configurava estranea, esalata, cripticamente oscura.
“Se capisci cosa intendo”. Su I. di Francesco D’Isa | 404: file not found
Recensione a un lavoro epocale di graphic novel a firma di Francesco D’Isa: I. Su 404. Francesco, mi ripeto, è stato uno dei primi illustratori di noi connettivisti, mettendo la firma – anche – su alcuni numeri di NeXT. Ecco un estratto dalla recensione.
Impressioni personali: ho pensato molto, nel corso della lettura, ad un altro graphic novel italiano, uno dei primi e più autenticamente originali, vale a dire il Grafogrifo di Riccardo Falcinelli e Marta Poggi. Lì la storia è più lineare, ma rimane la tecnica dell’elaborazione di immagini “altre”, che però mantengono chiaramente la marca dell’autore. Ci ho pensato perché anche in Grafogrifo si pone una questione più profonda di quello che la storia sembra raccontare: da una storia gotica su un libro proibito, si arriva a considerare questioni sottese di hacking e rivoluzioni “informatiche” senza computer, il tutto in una storia godibilissima e leggibile a più di un livello. A lettura ultimata, dopo essermi più volte ricreduta, ho ritrovato questa somiglianza, sebbene con importanti distinzioni di fondo.
Le riflessioni e le impressioni, dunque, sono la cosa più difficile. Cosa si evince, leggendo questo volume in cui la filosofia medievale, la mistica, l’ironia caustica e un vago senso di grottesco si confondono e si mescolano pagina per pagina?
Cercherò di spiegarlo, sperando di non risultare confusa come alla prima lettura.