[Letto su Neural.it]
L’atto del remixing, innestato dalle possibilità tecniche del campionamento, congenite alla definizione strutturale delle tecnologie digitali, ha un’importanza seminale davvero contemporanea. Nonostante l’utilizzo onnipresente, del concetto, ci sono pochissimi libri – tuttavia – che esplorano a fondo questo paradigma, al di là delle sue applicazioni alla composizione musicale e/o alle conseguenze relative alle problematiche inerenti il copyright. In tal maniera, basandosi sulle ricerche sociologiche ed economiche di Lawrence Lessig, in questo testo si fissa con ricerche approfondite e una teoria coerente la pratica del remixing nelle sue radici storiche e processuali. Quella de remix, come la definisce Navas, è “una cultura colla” che risale all’inizio della riproduzione meccanica di fotografie e fonografi, le cui evoluzioni sono spiegate tramite un diagramma chiaro (usato anche nei successivi capitoli con vari elementi, mantenendo una costante analisi visiva). L’analisi prende forme diverse – considerando le forme d’onda audio e gli spettrogrammi, nonché la filosofia, per esempio – ed esplora l’uso del campionamento e del remixing in musica, ragionevolmente a partire dalle pratiche fondamentali del reggae e del dub (includendo il “versioning”) in quanto ispirate forme della creazione. L’autore passa poi ad analizzare come i software, i blog e l’industria culturale in genere utilizzino i remix, prima definendo il concetto di mashup e poi terminando con un capitolo sull’arte (online) e l’autorialità. La cultura del “taglia/copia e incolla” emerge come un paradigma che segna a fondo la contemporaneità (completamente ovvio per i nativi digitali) e il concetto di “ripetizione attraverso la differenza” è percepito come un modello stabile della creazione umana.
Springer Vienna Architecture, ISBN: 9783709112625, 230 pages, 2012, English
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