HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per gennaio 21, 2013
Ophion – The realm of slumber
Lascio andare il placido esistere, come se fossero messaggi inarrivabili e inascoltabili. Ho la certezza di essere ben impiantato altrove, per cui anche qui.
Il cono abissale delle rivelazioni
Rotoli di informazioni lasciate decantare lungo il crinale psichico, momenti estesi di pura agorafobia quando guardi dentro te, dentro il continuum riversato nel cono abissale delle rivelazioni.
Fantasy Planet – L’ultimo cosmonauta di Alastair Reynolds
Una bella recensione (e non solo) a L’ultimo cosmonauta, di Alastair Reynolds, edito da Delos Books, è apparsa su FantasyPlanet a opera di Sandro Pergameno.
La storia, cupa e drammatica, si articola su due piani narrativi. Uno è quello del presente dell’io narrante (circa trenta anni dopo la comparsa del Big Dumb Object nel sistema solare), in cui assistiamo alla fuga nel gelo della notte siberiana di Dimitri Ivanov. Ivanov è un ex cosmonauta russo che ha fatto parte dell’equipaggio della navicella spaziale inviata dalla nuova Unione Sovietica (unica potenza sopravvissuta al crollo della civiltà occidentale) a esplorare il gigantesco ed enigmatico oggetto nero denominato Matrioska, perché costituito da più strati quasi impenetrabili, uno dentro l’altro proprio come le famose bamboline russe. Solo passando attraverso gli strati della matrioska aliena i cosmonauti potranno scoprire lo scopo della missione nel nostro sistema solare di questo oggetto cupo e minaccioso.
Ma torniamo a Ivanov. È vestito solo con un pigiama e un logoro cappotto. Lo stanno inseguendo e sa che probabilmente lo prenderanno molto presto. Alle sue spalle aleggia l’ombra terrificante di nuovi gulag e di una nuova dittatura sovietica, che riecheggia quella di staliniana memoria. Ivanov sta cercando, nella gelida notte siberiana, di contattare un’anziana astronoma, Nesha Petrova, l’unica che aveva forse compreso l’importanza della matrioska aliena e che potrà aiutarlo in una missione apparentemente disperata.
L’altro piano narrativo (collocabile a qualche anno prima) è quello del viaggio nello spazio della navicella spaziale sovietica (con l’equipaggio composto da tre cosmonauti), raccontato in prima persona dall’unico superstite, Ivanov appunto. I tre cosmonauti dovranno indagare la sfera nera di natura misteriosa ma chiaramente artificiale che è comparsa in orbita attorno al sole, anche a costo della propria vita.
Chi ha già letto cose di Reynolds sa di cosa parlo, di quel senso del meraviglioso trascendentale, tecnologico e scientifico ma anche mistico, che prende l’anima e non vuol mollarla più fino alla catarsi con lo spazio siderale stesso. Lunga vita e prosperità a Reynolds, e a tutto il genere della Space opera.
VITO INTRONA RECENSISCE “SENTIERI DI NOTTE” SU “FANTASCIENZA E NON SOLO” « Giovanni Agnoloni – Writing and Travelling
Segnalazione sul blog di Giovanni “Kosmos” Agnoloni riguardante una recensione di Vito Introna al romanzo di Giovanni, Sentieri di notte. Ottime impressioni, vi posto qui sotto uno stralcio della rece:
”Sentieri di notte” è un testo notevole, un libro rivolto ai lettori di fascia alta che non risulterà indigesto nemmeno ai neofiti del genere. Il Connettivismo, si sa, non è pane per tutti ma rispetto ad altri testi del medesimo genere da me letti e recensiti direi che Giovanni, allo stato, si è rivelato l’epigono più divulgativo dell’intero movimento.
Il disegno della bellezza
Il disegno della bellezza è un sintomo della necessità di andare oltre le dislocazioni interiori e umane, un senso di perfezione che s’innalza oltre la cortina del carapace biologica e diventa, diviene, è, pura catarsi.