Bellissimo post e segnalazione da parte di Ettore Fobo. Si parla di cristianesimo, dei suoi default e delle sue prospettive e del suo umanissimo sentire il divino, che porta invariabilmente a derive umane e non divine. Il che, per chi pretende di portare al mondo la “verità”, è davvero improponibile. Ottima riflessione, che condivido in toto.
Il saggio, splendido e davvero definitivo, è il tentativo di inquadrare storicamente la nozione di sacro, e con pacatezza e lucidità di mostrare come il Cristianesimo abbia perso il suo contatto con esso, con la sua originaria ambiguità. Perché per il filosofo il sacro è quella realtà in cui le cose si “con- fondono” in una notte indifferenziata che minaccia l’uomo e da cui il mito prima e la religione poi hanno il compito di difenderlo.Il cristianesimo, separando il bene dal male, il puro dall’impuro, e cessando di far vivere quest’ambiguità propria del sacro in cui gli opposti si mescolano, sacrificando la trascendenza all’altare di una logica disgiuntiva, incapace di fondere gli opposti, si è da tempo incamminato verso una laicizzazione, limitandosi ad essere “un’agenzia etica”, finendo per consegnare alla contemporaneità la visione di un cielo vuoto. Il cristianesimo, inoltre, con il Dio fatto uomo avrebbe creato i presupposti per una divinizzazione della dimensione umana, dove il sacro non è più l’inquietudine dell’alterità trascendentale, ma uno specchio in cui l’uomo sostanzialmente finisce per adorare se stesso.Questa crisi ha evidentemente implicazioni enormi, per Umberto Galimberti – Cristianesimo, la religione del cielo vuoto – il cristianesimo è l’anima stessa dell’Occidente, che deve a esso la nozione stessa di Storia, introdotta nel pensiero umano traverso i concetti di colpa, redenzione e salvezza, per cui il tempo non è più circolare come nella visione mitica ma lineare, realizzazione di un disegno divino che tende a redimere l’uomo dalla propria colpa originaria in attesa di una salvezza posta nel futuro. Il progresso scientifico come idea affonda dunque in questo sostrato religioso (la triade colpa, redenzione, salvezza qui diventa: ignoranza, ricerca, conoscenza). Sostanzialmente Galimberti mostra come il cristianesimo, attraverso la lettura di Platone e Aristotele, abbia fornito all’Occidente gli strumenti per creare se stesso, ma abbia perduto in concettualizzazioni la natura umbratile e sostanzialmente folle del sacro.Come detto in più occasioni, Galimberti è incline a riconoscere ben più che le radici cristiane dell’Europa, come richiesto da Ratzinger; per il filosofo oltre le radici, lo stesso tronco, le foglie, sono di origine cristiana. Le stesse categorie del senso e della speranza sono un’invenzione del cristianesimo, e come tali ossessionano tuttora i nostri orizzonti.Detto questo, analizzando il declino del cristianesimo, Galimberti ci parla della crisi del modello di pensiero che fino a ieri ha costituito la nostra umanità. Finito il mito, finita la religione, è la tecnica il nuovo habitat in cui siamo immersi.Mi sembra che il messaggio di Galimberti sia così assolutamente chiaro e condivisibile, anche se per qualcuno doloroso: Dio è morto, come scriveva Nietzsche. Nelle parole di Galimberti, ciò significa che “Se togliamo la parola Dio dal Medioevo non capiamo nulla di quell’epoca. Diversamente se togliamo la parola Dio dalla nostra, non cambia nulla. Diverso sarebbe se togliessimo la parola tecnica o la parola finanza.”Il cielo è dunque vuoto e questo è un dato di fatto. Pessimismo, commentano alcuni nostalgici. Sofferto realismo, lucidità, chiaroveggenza, penso io. Il saggio si conclude con una domanda capitale:“A questo punto il cielo si è fatto vuoto e, alzando gli occhi al cielo, altro non è dato scorgere se non il nulla che, come una notte nera e senza stelle, spegne anche lo sguardo. E’ ancora in grado l’Occidente, e il cristianesimo che è la sua anima, di varcare le porte del nulla?”.
“saggio definitivo” per comprendere il misero argomentare del galimberti solo spunti interessanti rubacchiati qua e là ma è l’idea di fondo del libro che non sta in pieni e nemmeno seduta: la presunzione di sapere, a differenza di quasi tutti, cos’è veramente l’uomo… arrogantissimo
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cos’è l’uomo lo si evince dagli atti della chiesa cristiana romana, bizantina, e per il poco che ne so anche di tutte le religioni: la misera ricerca del potere: umano
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indicativo poi che il commento provenga da un sito di e-commerce…
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