Archivio per maggio 26, 2013
26 maggio 2013 alle 21:57 · Filed under Catarsi, Connettivismo, Empatia, Energia, InnerSpace, Oscurità, Quantsgoth, Surrealtà and tagged: Luce oscura, Nefandum psichico, Olosensorialità, Paganism, Ridefinizioni alternative
Sembra di ascoltare l’immenso attraverso i movimenti mare nell’erba, verso il bosco del fauno scuro, scuro, scurissimo, risuona di brividi e sorrisi sommessi, un delirio mistico che taglia il presente.
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26 maggio 2013 alle 18:36 · Filed under Connettivismo, Creatività, Cultura, Fantastico and tagged: Cinema, Cyborg Film Festival, Ridefinizioni alternative
Torna il Cyborg Film Festival il 7, 8 e 9 giugno prossimi, a Dolceacqua (Im). Ecco il programma completo sul sito dell’evento, evento che consiglio a chi può di andare a gustarsi, so per esperienza diretta che si fanno, lì, grandi cose.
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26 maggio 2013 alle 15:41 · Filed under Connettivismo, Creatività, Cybergoth, Experimental, Matematica, Quantistico, Surrealtà and tagged: Ridefinizioni alternative, Teoremi incalcolabili
Cercando la distopia insita in ogni catastrofe matematica, trovi riflesse nel vetro mentale soltanto le macerie sopravvissute alla tua censura, alla tua distanza fisica dal punto della deflagrazione materica. Un piccolo universo, totalmente tuo, è stato creato.
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26 maggio 2013 alle 12:34 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Energia, Experimental, InnerSpace, Surrealtà and tagged: Olosensorialità, Ridefinizioni alternative, SCO
La destinazione è alle spalle, eventi di pura natura quantistica hanno modificato irreparabilmente il mio piano cerebrale e rimane, alla fine, soltanto la disuguaglianza termica, la valanga psichica che sta per sedimentarsi.
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26 maggio 2013 alle 08:24 · Filed under Cerebralità, Creatività, eBook, Letteratura, Notizie, Recensioni, Sociale and tagged: Controllo sociale, Infection, La Mela Avvelenata, Luigi Milani, TV
Bella critica all’ebook Reality show di Luigi Milani, pubblicata da NuovePagine.it.
Nel racconto breve di Luigi Milani, Reality Show, la scatola televisiva, forse, non ha più né fili e né corde, dato il successo conseguito dai collegamenti Wi-fi, di fatto, però, fra l’oggetto e il soggetto vi è una corda che li collega e, proprio per questo, l’autore manifesta più volte il tentativo di volere svincolare il soggetto da quella congiunzione che lo tiene legato allo spettacolo della realtà.
Non l’avrei mai creduto possibile, ma ci sono cascato anch’io: ti pare che debba ridurmi a guardare un programma trash come questo?
Ciò lo spinge a fare ripetuti tentativi di separazione dall’oggetto, non come tale, ma in relazione a quello che esso trasmette dal palcoscenico televisivo, comportamento dettato dall’impossibilità di non riuscire a distinguere il vero dal falso. Il racconto lineare e cronologico delle scene televisive è di Luigi Milani, ma le sue reazioni comportamentali sono molto diffuse, nel senso che hanno molteplici matrici di origine diversa, proprio perché i Reality show generano reazioni contrarie alla rappresentazione di spettacoli sempre più ingannevoli. Il racconto, breve e scorrevole, mostra quel filo invisibile che lega l’immagine televisiva, sopraffatta dall’enorme peso di oggetti che schiacciano il corpo possente che appare in Tv (vera o falsa che sia) con la pesante compressione psicologica che subisce lo spettatore prima di rendersi conto dell’autenticità dell’immagine. Leggere il racconto e immaginare i due soggetti, il trasmittente e il ricevente, potrebbe portarci a collocarli sullo stesso piano, entrambi sovraccaricati, se pur da pesi diversi, ma legati l’uno all’altro da quella corda che tiene in vita la comunicazione interpersonale, dove, però, non è facile individuare colui che la tiene in mano per fare il padrone e non il servo.
Metodi di controllo sociale divenuti parte integrante del nostro presente, ancora da scardinare ben bene nei loro meccanismi minimale; Luigi ci dà modo di capire che la TV è un media di passività, non dà feedback, non dà vera cultura e anzi, produce assuefazione.
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