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NeXT Hyper ObscureArchivio per luglio, 2013
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La Boutique del mistero | Lankelot
Segnalazione per Dino Buzzati su Lankelot.eu. Questo autore nostrano, mai troppo conosciuto, è setacciato grazie a una sua raccolta di racconti, La boutique del mistero. Un estratto:
“La boutique del mistero” (1968) è una raccolta di racconti curata dall’Autore stesso, che vuole così far conoscere il meglio della sua produzione. Si tratta di testi piuttosto brevi e vari, che ruotano attorno al mistero, al surreale, al fantastico, all’angoscia per la malattia incipiente, al senso della morte, alla precarietà della condizione umana.Buzzati mostra di conoscere molto bene le reazioni e i sentimenti umani e di saperli oggettivare in storie e personaggi, a volte struggenti come la madre e il figlio ne “Il mantello”. Qui un giovane partito per la guerra, torna improvvisamente a casa dalla mamma, ma rimane pochissimo, giusto il tempo di un saluto. Non si toglie mai il mantello, mentre fuori lo attende un misterioso personaggio oscuro. Il dialogo tra la madre e il figlio è molto semplice e commovente, la donna si illude che il giovane sia tornato per sempre, invece poco per volta comprende la tragica verità: il personaggio misterioso è la morte, che ha concesso al ragazzo di dare un ultimo saluto alla madre, prima di portarselo via per sempre. L’amore e l’affetto riescono per un attimo a superare anche la morte.Inquietanti per il senso di ignoto e di angoscia sono “Eppure battono alla porta” (quale capacità hanno gli uomini di illudersi e di negare persino l’evidenza!), “I topi”, “Il colombre”, storie di allucinazione e stranezza, con atmosfere degne di E.A.Poe. La strana goccia d’acqua che sale le scale ne “La goccia” ha invece qualcosa d’inquietante quanto le macchie e le muffe di Lovecraft. Ne “I sette messaggi”, che narra la vicenda del principe ereditario che parte per conoscere tutto il regno e finisce per non trovarne i confini, ci rivelano da un lato il desiderio di continua conoscenza dell’uomo, dall’altro il senso d’inquietudine che l’irraggiungibile trasmette.
Suono olofonico
Soffocato dalle vibrazioni quantiche del mio cerebro elaborato, cerco di non interferire con il collasso finale della materia, e di reiterare gli strali eccessivi del suono olofonico all’interno della mia camera craniale espansa.
Certezze positiviste
Indisposizioni meste e assai poco postumane si spostano sugli assi alterabili della cognizione, movimenti esoterici che significavano il traballare delle certezze positiviste.
Folletti
Incantato e reso disponibile alla condizione estatica, cerco simboli e scruto frequenze visive da stop motion, trovandole radiose nell’acqua torbida.
Le sorgenti
Porgo i miei sentimenti alterati dalle visioni postumane e distribuisco il mio kernel interiore verso le alte sorgenti del Nulla senziente.
Front Line Assembly – Iceolate
Un brano datato molti anni fa, ormai. Ma decisamente devastante e disturbante, come il video. Da assimilare continuamente.
Riemergono, loro
I simboli si accalcano continuamente mentre le immagini sgorgano spontanee, continue, racchiuse in un lembo di territorio che raccontano orrende figure magiche.
SCHELETRI.COM – RACCONTI DEL WHISKY I – Jean Ray
Recensione a I racconti del Whisky, di Jean Ray, edito da Hypnos, su Scheletri.com. La casa editrice, lo ricordo, si produce in riproposizioni di autori del Fantastico dimenticati eppure importanti; questo ne è un esempio:
Ritorna Hypnos con una raccolta del maestro Jean Ray. Questa casa editrice è ormai una delle poche, se non l’unica, a portare avanti un certo discorso e presentare ancora nel nostro territorio autori del genere weird, horror e fantastico che avrebbero bisogno di un ben altro trattamento e visibilità. La biografia del Nostro è stata ampiamente trattata nel volume di racconti il Gran Notturno uscito in precedenza sempre per Hypnos, questo volume si apre con una interessante prefazione di Francesco Lato della quale non vi svelo niente ma che completa il discorso e presenta i racconti qui inclusi. Il tema portante, come si evince, è quello del Whisky, che costituisce il peculiare e sottile filo che idealmente rende organica la raccolta. In realtà questo è solo un pretesto per fingere organicità a quella che nelle intenzioni era una sorta di ‘best of’ della produzione di Jean Ray apparsa in quel momento su riviste dell’epoca. E’ vero, di tanto in tanto compaiono elementi ricorrenti: il bar L’Angolo Incantato o i marinai Bobby Moos e Hildeshiem, gli usurai, ma è troppo poco per pensare davvero a un’organicità. La qualità di scrittura di Jean Ray è inconfondibile, troviamo i temi a lui cari sviluppati con una notevole dose di ironia e grottesco, più presente qui rispetto ad altre sue opere. I racconti sono tutti piuttosto brevi, ma non mancano di incisività e di arguzia. Il lettore si aspetterebbe di trovare un’ambientazione francofona, invece in questo caso la maggior parte delle atmosfere evocano una Londra immaginaria, ricreata in seguito alle letture di Dickens, che pervade le pagine come un nome tutelare, ma non per questo meno affascinante, con le sue ombre, le sue nebbie e i suoi tipi umani, con la loro avarizia e le loro miserie. Conclude il volume la preziosa post fazione di Danilo Arona, un’analisi che partendo dall’opera di Jean Ray, va a toccare altri maestri del fantastico e i legami tra letteratura e cinema, nelle poche (e dai risultati modesti) rappresentazioni tratte dalle opere di Jean Ray.
Birthday
Il giorno è profondamente radicato nel tuo continuum, particolare anzi unico, unico anzi capace di far affondare carne e anima e psiche. Da lunga distanza rimane soltanto la frustrazione di non potere, di non riuscire, ma non di non volere: la carne affonda là, nel burro di anima e psiche e carne. Con profondità di voleri.