HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per novembre, 2013
Resistenze passive
Le paradossali entrate della notte si ripercuotono sulla mia essenza essoterica, quando le oniriche sensazioni divengono materiale estruso atto a perseguire le noie diurne, ricalcandole come resistenze passive e non congrue.
ASC – My Mind Is Not The Same as Yours
Contesti eterei che sfidano la stessa materialità interiore, estrusa sul Nulla senziente.
Postumanamente nulla
Quando le parole divengono estensioni del nulla, esse stesse assumono significati intrinsechi deviati, isterici, mortificati e mortali, perché capaci di buchi neri collegati con porzioni di nulla, postumanamente nulla.
L’Orco nella nebbia [Il Superstite 167] | CorriereAl
Un bell’articolo di Danilo Arona sul CorriereAlessandrino. Anche questa volta Danilo parla di cose vissute in prima persona, però qui lo fa in modo molto diretto, non romanzato. Perché ve la segnalo? Perché Arona è un esponente del Connettivismo, gliel’ho sempre detto, e questo aneddoto che racconto oltre a illuminarmi ancora una volta u determinati meccanismi, mi conferma la sua attitudine empatica e istintiva a noi connettivisti.
Cosa è lì fuori
Siamo tutti dei composti di matematica, aliena, esoterica, inumana. È davvero un caso che poi si sia senzienti biologici, di bassa levatura, in grado di immaginare lontanamente cosa è lì fuori.
“Un brivido lungo la schiena del Drago” di Danilo Arona. Prefazione a cura di Fabio Larcher | Antonio Ferrara
Bellissima disanima su Danilo Arona scrittore, uomo e percettore, scritta da Fabio Larcher, sul blog di Antonio Ferrara. Il pretesto è la recensione a Un brivido lungo la schiena del Drago, ma si trascende presto sul personaggio Arona e su ciò che scrive e vive. Da non perdere per chi ama la prosa e l’anima di Danilo. Come me. Un estratto:
Ma in cosa consiste l’originalità di Arona? In questo: essere una specie di regista/montatore cinematografico, saper maneggiare fonti diverse, materiali disparati e riuscire a trovare i nessi logici capaci di metterli in relazione. Fermi! Non gridate allo scandalo, non scagliatevi contro ciò che ho appena detto, invocando su di lui il titolo infamante (perché in fondo questo titolo lo è, essendo sinonimo di impotenza creativa) di “scrittore metaletterario”. Se lo faceste commettereste un errore. I libri di Danilo sono e rimangono libri di genere, libri che hanno la sola pretesa di raccontarvi una storia e di spaventarvi… almeno un po’. Solo che lo fanno con intelligenza e brio, senza appiattire il genere; anzi, sfruttandolo proprio per le sue privilegiatissime caratteristiche di “veicolo”. Forse Danilo fa addirittura qualcosa di più: crea dei miti e una mitologia coerente, supportando il tutto con un discorso filosofico sul tempo, lo spazio, l’essere, degno della miglior tradizione di pensiero del Novecento (e non faccio nomi perché in bocca a me stonerebbero).
Oltre le barriere
Intricato sulle insinuazioni di bassa complessità mi siedo, poi ascolto, poi sorreggo la balaustra appesa sul mio inconscio e dipingo quadri alla maniera di Dalì, scrutando le barriere e il continuum che è oltre.
Over
Ballando sulle macerie di un pensiero grottesco, le miserie antropomorfe volano via oltre le definizioni sociali, oltre le strutture mentali, oltre le perversioni in grado di travalicare leggermente la specie
Altieri & Zeitgeist 1980: su Delos 158 ∂ Fantascienza.com
È uscito Delos 158, la nota webzine dedicata, da sempre, al mondo della SF. Due articoli hanno solleticato il mio interesse, il primo è una bella intervista a Sergio “Alan D.” Altieri, che coglie il momento giusto per parlare dell’ultima fatica del Lupo, Juggernaut:
Cosa ci racconti, in questo romanzo?
I cinque romanzi della serie TW sono una estensione — quasi senza soluzione di continuità — di Ultima Luce (UL). Dopo UL, non ritenevo di volermi spingere oltre nel futuro (narrativo) ma alla fine la tentazione è stata troppo forte. Rispetto al mondo di UL, però, molte cose sono cambiate. Il mondo di TW sta ancora cercando di trascinarsi fuori dai postumi di una catastrofe pandemica planetaria. Il “global warming” si è tramutato in una sorta di caos climatico continuo. Le “ecumenopoli” — agglomerati antropico/metropolitani da decine, a volte centinaia di milioni di abitanti — sono LA realtà urbana primaria. A tutti gli effetti, il mondo di TW corre sul filo del rasoio di sorta di “apocalisse permanente”. Spostando la prospettiva su tematiche sociali, la prima diversità sostanziale tra le due epoche, UL & TW, è la tumulazione della politica. Nel mondo di TW, stati, governi, apparati sovranazionali etc. hanno definitivamente cessato di esistere. Al loro posto, il potere assoluto è il pugno di ferro dell’unica titanica, meta-mega-corporazione sulla piazza. Non più Gottschalk-Yutani, ma solamente Gottschalk.
Per illustrare al lettore – hey, what the hell, anche al narratore — come sono avvenuti i mutamenti ho usato l’accorgimento di (finte) schede web. Un accorgimento, peraltro già apparso in alcuni racconti e romanzi brevi, che mi permette non solo di evitare pagine e pagine di prosa di puro “info-dump”, scarico di informazioni pregresse, ma di stabilire anche una sorta di valenza d’atmosfera narrativa. Un’atmosfera techno-gotica estrema.
L’altra diversità cruciale tra UL e TW è l’agonia del concetto stesso di guerra. In un mondo privo di stati,un mondo in cui ogni singola risorsa primaria è controllata da un unico super-monopolio, chi è rimasto a combattere contro chi? Non è quindi un caso che TW: JGN si apra proprio al cospetto del (simulacro del) Pentagono, simbolo per eccellenza della guerra. Per contro, la fine della guerra non significa affatto la fine delle stragi. Nelle ecumenopoli esistono corpi pesantemente armati ed esistono confini duramente invalicabili che… oops, sorry, classified.
L’altro, è un bel pezzo di Giovanni “X” Dematteo che percorre la genesi del suo racconto Cenere alla cenere, pubblicato di nuovo sul numero 69 di Robot. Ringrazio Giovanni della gustosa citazione, assicuro a lui e agli altri che la velocità di curvatura è solo un lontano ricordo, ora si va nettamente più forte 😀
Questo articolo è quindi una raccolta di considerazioni personali che spero il lettore possa trovare di qualche interesse o utilità. Particolarmente delicato è stato il lavoro di ricostruzione di un’epoca ormai sempre più distante: prima che internet e smartphone ci dessero la sensazione di essere compiutamente integrati nella storia, e la certezza illusoria di una inesorabile persistenza dei dettagli contro lo scorrere del tempo.
Il riepilogo del processo di scrittura vuole anche rendere omaggio ai numerosi lettori e colleghi che si sono prodigati per assistermi in questo compito. Senza i loro supporto, Cenere alla cenere non sarebbe stato scritto. A tutti gli effetti sono stati i miei co-autori.
The Mission – Swan Song
Il nuovo singolo dei Mission. Bellissimo, come un tuffo goticheggiante raffinato nel gusto di ciò che è stato. Onde oscure intorno, e danzanti…