Archivio per luglio 5, 2014
5 luglio 2014 alle 22:51 · Filed under Connettivismo, Empatia, Energia, Experimental, Inumano, Surrealtà and tagged: Language, No more human, Olosensorialità, Ridefinizioni alternative, Teoremi incalcolabili
Mellifluo e insano, ogni caratterizzazione esposta si riverbera di follie premature, e rimangono soltanto le parole a suggellare le illusioni, mezzi limitati per descrivere l’imponderabile.
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5 luglio 2014 alle 20:46 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Empatia, Energia, Experimental, Inumano, Quantistico, Surrealtà and tagged: Differenze quantiche, Infection, No more human, Olosensorialità, Paradigma olografico, Ridefinizioni alternative, Teoremi incalcolabili

Complessivamente arguisco che i tuoi mementi siano vibrazioni olografiche di interi continuum inglobati, e che tutto ciò che abbia a che fare con qualsiasi individuo vibri quantisticamente di possibilità illimitate: è qui il vero limite postumano, poche realtà alla volta possono essere effettivamente gestite.
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5 luglio 2014 alle 19:42 · Filed under Connettivismo, Cybergoth, Empatia, Energia, Experimental, Oscurità, Surrealtà and tagged: My continuum, Olosensorialità, Paradigma olografico, Ridefinizioni alternative, Teoremi incalcolabili

Non costruisco nulla oltre le effettive segnalazioni dei miei limes. Straordinariamente potenti le mie asserzioni dell’inglobato, territori olografici assegnati alla conoscenza inumana.
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5 luglio 2014 alle 16:48 · Filed under Cybergoth, Energia, Experimental, InnerSpace, Inumano, Oscurità, OuterSpace, Reading, Surrealtà and tagged: Infection, Luce oscura, No more human, Ridefinizioni alternative, Teoremi incalcolabili
Il contrasto si estende sul perfido momento torcente della consapevolezza inumana. Nulla, intorno a te, potrà mai essere più caritatevole, come prima.
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5 luglio 2014 alle 14:48 · Filed under Creatività, Letteratura, Oscurità, Passato, Sociale and tagged: Cristiani, Infection, Juhani Aho, Luce oscura, Paganism
Su FantasyMagazine la segnalazione di una pubblicazione particolare: Panu, di Juhani Aho. Romanzo particolarissimo, che vive della diatriba feroce e drammatica tra Pagani e Cristiani, con quest’ultimi che, usualmente, vogliono impregnare il mondo del loro fondamentalismo malato.
Panu di Juhani Aho è il primo romanzo storico finlandese, datato 1897, che ci porta la casa editrice Vocifuoriscena, l’editore ufficiale del Progetto Bifrost, il maggior sito di divulgazione mitologica italiano. Il libro è una maestosa allegoria dell’equilibrio instabile tra potere temporale ed autorità spirituale. La battaglia manichea tra il cristianesimo e ciò che resta dell’antica religione baltofinnica prende la forma di un dramma shakespeariano nel quale le ombre della storia e il chiaroscuro della vicenda umana sono portate in scena con epica maestria sullo sfondo della natura finlandese, aspra e sublime come solo un grande romanziere poteva descriverla.

Sinossi
Finlandia nord-orientale, principio del XVII secolo. Nelle selvagge foreste di Korpivaara, una comunità careliana resiste ancora al verbo di Cristo, lo «straniero della croce». Ma dalla vicina Kontojärvi il nuovo pastore è deciso a convertire gli ultimi pagani di quella remota provincia del Regno di Svezia, anche a costo di sfidare Panu, il loro temibile tietäjä. Ma i riti e gli incantesimi con cui Panu esercita l’autorità sui careliani sono solo una pallida ombra dell’antica scienza magica che Reita, fratello di Panu, aveva sviluppato coniugando l’antica sapienza magico-lirica di Carelia allo sciamanesimo lappone: forza della quale Panu aveva tentato invano d’appropriarsi uccidendo Reita ed imprigionandone lo spirito in un teschio. Ma quando l’ardito cacciatore Kari si ribella a Panu, il quale ha ceduto in schiava al turpe vassallo svedese la fanciulla di cui è innamorato, e raggiunge i lapponi esiliati dal crudele tietäjä, e quando il figlio di Reita torna al fianco del pastore per vendicare la morte del padre, la cortina di paura e mistificazione che avvolge quelle buie lande lentamente si dipana e Panu deve tentare il tutto per tutto perché l’infausta profezia della sua caduta non s’avveri. Solo Jorma, il vecchio cantore, lamenta che gli uomini abbiano ormai del tutto smarrito il senso del sacro…
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