HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per settembre 14, 2014
Percorso da compiere
Mischio le parole con esistenze ctonie del tuo universo; le labbra sono saldate sulla continua desinenza catartica, lasciami espletare in iconografie il percorso da compiere.
Collegato al Nulla senziente
Profondi istanti di estasi ermetica si fissano sulle tue distanze cicliche. Lasciami scorrere sul vuoto pneumatico a velocità siderali, collegato al Nulla senziente.
Il risveglio dell’Abisso – Carmilla on line ®
Segnalazione d’obbligo per Danilo Arona che, dalle pagine di CarmillaOnLine, centra il discorso Isis avviato ieri anche sulla Nazione Oscura. I suoi viaggi astrali gli avevano in qualche modo anticipato l’abisso di Male in cui stiamo precipitando tutti, in quella terra da sempre dominata da Pazuzu…
Qualche riga esemplificativa dell’articolo:
Stavo giusto tentando di mettere assieme qualche considerazione non traballante in merito a quel che sta succedendo in Iraq e altrove (e soprattutto in rete) con l’orribile strategia dei “messaggi” dell’ISIS e affini a base di decapitazioni mostrate al mondo via Internet. Un grumo di pensieri, ipotesi e concetti che sfiorano, va da sé, lo spostamento dell’asticella nella ridefinizione di quell’entità filosofica e antropologica che in filosofia e/o in letteratura chiamasi Male, con la maiuscola. Volevo già porvi mano l’anno scorso in settembre dopo l’assalto al Westgate Mall di Nairobi, ma qualcosa – forse le poche, mostruose foto diffuse nel web delle vittime falciate dai terroristi islamici mentre facevano spesa – me lo ha impedito. Un misto, non so quanto giustificato, di pudore e pure di vergogna perché è troppo facile speculare “in alto” di fronte a una settantina di cadaveri scempiati. Ho letto come tutti delle atrocità compiute sugli ostaggi: faccende irriferibili che non riporto e che sfidano l’immaginazione più sfrenata, andando inevitabilmente a riformulare l’idea del Male come inevitabile e incorreggibile imperfezione della natura umana che non può far altro che crescere entropicamente in quanto cancro invisibile e virale all’interno della così chiamata da molti “Tanatosfera” (e a questo proposito andatevi a leggere le ineludibili considerazioni di Veniero Scarselli sull’irriducibile ubiquità del “disordine molecolare” in www.literary.it).
Autocitandomi, tempo fa ho definito il Male come un’assordante e inquinante vibrazione energetica in perenne espansione – e le condizioni pessime del pianeta forse lo dimostrano –, un planetario e immenso Peter Quint di cui tutti subiamo la nequizia senza per questo essere istitutrici vittoriane sessualmente represse. Nel mio romanzo più faticoso e viscerale, L’estate di Montebuio, ho tentato di dar corpo a elucubrazioni personali vecchie di decenni sull’argomento. Citando un intimo amico, che è pure eccellente scrittore e che più di altri ha ben visitato le stanze di Montebuio, Daniele Bonfanti, “il Male non è un concetto, ma una realtà fisica. O meglio, il Male è ‘anche’ un concetto, ma un concetto – un simbolo, un’idea – che si fa vibrazione-sostanza. Come gli atomi di Democrito, come le particelle della Fisica dei Quanti. Attraverso la Coscienza e la Memoria… Perché le cose sono vibrazioni, così come i simboli, che nella Coscienza cosa sono, se non vibrazioni. E il Male muta, in continuazione (sposta, appunto, l’asticella). E soprattutto, il Male cresce, si espande, contagia.”
La difficile vita di un agente temporale. Intervista a Lanfranco Fabriani ∂ Fantascienza.com
Nell’ambito di un ricco Delos 165, ho piacere di segnalare una bella intervista a Lanfranco Fabriani, Premio Urania 2001 con il suo Lungo i vicoli del tempo. Segnalo qui sotto l’incipit della chiacchierata:
Partiamo dal topos del viaggio nel tempo. Cosa ti intriga di questo filone della fantascienza?
Se prendiamo in esame il viaggio nel tempo nel passato, l’idea che le cose potrebbero essere andate differentemente ma al tempo stesso anche l’idea del perché le cose non potrebbero mai andare differentemente. Noi siamo abituati a concepire la storia come inamovibile, sta lì, è accaduta, c’è un motivo per cui le cose sono andate in quel modo — nell’epoca del positivismo c’era l’idea di storia come sviluppo continuo, di progresso — invece zac, arriva la fantascienza che ti dice che magari la storia è andata così perché qualcuno ha schiacciato la farfalla sbagliata nel cretaceo (Bradbury: “Rumore di Tuono”) o è comparso dove non doveva e ha fatto perdere la battaglia di Gettysburgh a chi l’aveva vinta (Moore: L’Anno del giubileo). Insomma, la fantascienza al suo meglio può farci fare una sana riflessione sui perché e i percome della storia umana, ci consente di fare un passo di lato e riflettere sulla nostra idea di storia. E Poi naturalmente ci sono i paradossi temporali. E’ molto interessante, vedere come logicamente gli scrittori di fantascienza ammettono o negano la possibilità di paradossi temporali e come giocano con questo concetto.
Venus Intervention – Book Review | Kipple Officina Libraria
[Letto su KippleBlog]
Splendida recensione sul prestigioso hellnotes.com (in lingua inglese) di Venus intervention, opera poetica gotica a quattro mani di Corrine De Winter e Alessandro Manzetti edita da Kipple Officina Libraria. Un estratto della rece:
The poems in Venus Intervention dance and weave along the borderland between those two realms. “Part I: Morning” is a collection from Corrine De Winter. Her work is haunting and emotional. “Do I make you write ethereal music” evokes images of phantoms, operas, and deadly passions. In “Terminal,” she writes, “Even my wild horses are tethered by cold reason.” It is this vivid imagery that brings each poem to life like a point of light in a black room. “Part II: Evening” by Alessandro Manzetti serves as a contrast to De Winter. His brutal edge cuts like a knife.