Dopo la caduta della Rete, in Europa e nel mondo intero il regresso è visibile. Ma non è un regresso decadente, bensì uno stato di cose e percezioni che si esaltano nell’assenza del media tecnologico, in cui è possibile nuotare con la propria anima ma che, una volta dissolto, permette l’emergere prepotente della Corrente in cui i risvegliati procedono su un sottile filo di empatia, di sincronicità. Di esoterica certezza.
Giovanni “Kosmos” Agnoloni conosce bene queste sensazioni e le vive, le trasmette su foglio con la magia delle sue parole in fila, lì dove le lettere si trasfigurano e assumono le caratteristiche di un altro continuum dove la realtà è ancor più finzione, ancor più vestito dell’energia, dove le coincidenze non esistono e tutto è perfettamente incastonato nell’Uno.
Gli eventi raccontati ne La casa degli anonimi assumono, dopotutto, ruoli secondari: chi sa leggere tra le righe vi intravede la fitta ragnatela che gli eventi occulti disegnano nelle nostre vite, quasi che le esistenze familiari risultino soltanto un pallido simulacro di ciò che esiste dietro; ho assaporato questo livello parallelo con un sorriso lieve sulle labbra, felice di riconoscere un fratello cosmico nella sua manifestazione, nel suo essere slice of life immortale, potente, mistico. La seconda puntata della trilogia sulla Fine di Internet, dopo l’iniziale Sentieri di notte e lo spin off Partita di anime, giunge a questo nuovo step con la maturità della coscienza e della espansione di essa negli ordini dimensionali adiacenti, quantisticamente centrati dall’istinto di Agnoloni.
Splendida, Sandro, grazie!
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è stato un piacere eccelso leggerti…
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