HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo 8, 2015
Compressi
Poche frasi da mostrare nel gioco delle ombre frastagliate, represse da un moto matematico di pura ascendenza karmica.
Overload
Mi ricordi le frustate del vento sul viso, quando le informazioni viaggiavano a lotti di Gb compressi e non riuscivi a gestire l’overload da consapevolezza.
Per sottrazione
Niente di sicuro da redigere, niente che si riveli insensato e imprevedibile, nulla che sia da assorbire nelle carni di pura estensione mistica.
Barriere dimensionali
Ne restano ancora pochi di elementali da dirimere, e il suono che sento provenire da barriere sottili dimensionali si sposta come se fosse intorno a me: ma io non vedo nulla.
La casa degli anonimi | Lankelot
Su Lankelot una bella recensione a La casa degli anonimi, di Giovanni “Kosmos” Agnoloni. L’introduzione è dedicata al Connettivismo in cui Giovanni s’incastona perfettamente, eccone uno stralcio:
Una delle chiavi di lettura del romanzo “La casa degli anonimi” la possiamo trovare subito nella dedica “Al connettivismo”. Dedica ad un movimento letterario nato ufficialmente da poco più di dieci anni e che – leggiamo da wikipedia – “sulla scia del cyberpunk, si propone di coniugare estrapolazione scientifica e speculazione sociale in una sintesi che non disdegna le sperimentazioni tipiche dell’avanguardia”: in altri termini una letteratura che sappia mettere in relazione l’universo scientifico e quello umanistico. E’ probabile che Giovanni Agnoloni non abbia inteso scrivere il romanzo con lo spirito di un “connettivista” ortodosso, ma il lettore, pur non cogliendo un particolare accanimento riguardo “estrapolazione scientifica e speculazione sociale”, potrà leggervi semmai un connettivismo in senso letterale, alla luce delle misteriose connessioni – appunto – tra i personaggi dentro e fuori “La casa”, in un mondo sempre più sconnesso, dove è ormai normale convivere con disturbanti forme di alienazione e incomunicabilità.
La recensione vera e propria esalta il lavoro di Agnoloni, su aspetti che mi trovano completamente d’accordo e che già mi erano saltati all’attenzione: è una conferma, per me.
Qualche spunto che ci fa capire come nella “casa degli Anonimi” ci sia tanta carne al fuoco; e come di conseguenza l’abilità dell’autore sia stata proprio quella di rimanere ancorato ad un linguaggio asciutto malgrado l’opera si presti a più livelli di lettura e spesso indulga a momenti misticheggianti (si veda l’immagine di un paesaggio avvolto dalla nube bianca quale probabile percorso per una nuova consapevolezza di sè).