HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile, 2015
Cosa puoi trovare
Ti confino nella consueta movimentazione inferiore, lì verso l’origine, lì verso la Sorgente. Puoi trovarci tutto il Nulla senziente, se sai cercare bene.
Si racchiudono
Ti racconto i rilievi onanistici della parvenza di normalità, quelle balze emozionali pari a zero in cui si racchiudono intere esistenze fake.
Non v’è fine al peggio
Le corone si mostrano in tutto il loro splendore aguzzo, mistificando ogni parvenza di normalità con lampi di eccessivo moralismo.
Miskatonic University consiglia: John Silence e altri incubi ∂ HorrorMagazine
Una segnalazione proveniente da HorrorMagazine: la ristampa del ciclo del dottor Silence, il detective psichico inventato da Algernon Blackwood. Imperdibile, per i tanti che non hanno mai letto nulla di suo.
Gli amici consideravano John Silence un eccentrico, perché, ricco di famiglia, aveva scelto di fare il medico.
I casi che lo interessavano però non erano casi comuni, ma piuttosto le cosiddette “turbe psichiche”, di natura così inafferrabile, sfuggente e difficile, ed era conosciuto più o meno da tutti come il “Dottore del paranormale”, benché fosse l’ultima persona ad approvare quella definizione.Maestro acclamato della suspense, fedele alla tradizione di Poe, Algernon Blackwood illustra le incredibili vicende di John Silence, barbuto medico sulla quarantina, la cui passione per il soprannaturale lo porta ad affrontare casi eccezionali tra occultismo, licantropia e presenze paranormali. John Silence è anche il precursore di un vastissimo immaginario pop, che va dalla serie “Ai confini della realtà” fino ai più recenti Dylan Dog e Dr. House. Un imperdibile viaggio in una dimensione parallela in cui regna incontrastato l’incubo.
Debbie, il coniglietto bipolare RiBes e Paolo. Intervista a Paolo Di Orazio II | Words Social Forum
Bellissima intervista a Paolo Di Orazio per il suo nuovo libro Debbie la strana. Su WSF. UN bell’estratto:
Debbie [La strana] e le avventure del coniglietto RiBes è il primo romanzo di una trilogia. Come è nata e si è sviluppata l’idea per quest’opera?
L’idea del romanzo nasce in maniera bizzarra, ovvero per diretta esperienza zoofila. Non avevo mai tenuto in braccio un coniglio, giuro! La sua tenerezza e la sua calma nello starmi al petto mi ha letteralmente sconvolto ed evocato sensazioni e pulsioni della mia parte materna. Immediatamente, ho avuto il flash di un personaggio, una ragazza che funziona come una bomba e un coniglio come la sua orologeria: quando lei è a contatto con l’animale trova la sua umanità, quando se ne separa si trasforma in un essere colmo di abisso e violenza disperata. Questo poteva essere il mio romanzo di maturità, più commerciale possibile, una sorta di Alice nel paese delle meraviglie in formato porno-splatter con cui corteggiare un editore mainstream. Il romanzo finale ha preso una forma leggermente diversa, perché l’ha voluto fortemente il curatore Stefano Fantelli, quando ha aperto la collana Incubazioni, così ho spalancato le gabbie del mio laboratorio e l’idea di partenza è diventata qualcosa di profondamente mio. Grazie alla fiducia dell’editore Cut Up, ora, dopo i primi commenti dei lettori, forse posso dire di aver realizzato il mio White Album dei Beatles. Voglio dare un’odissea completa a Debbi, in un quadro di predestinazione decadente. Non resta che tirare giù i successivi capitoli per dare un volto completo a quello che è il mio personaggio più riuscito, a oggi, assieme al commissario Vanacura e padre Sebastiano, il divoratore di anime.
Io necessito
Necessito di accurate movimenti istantanei per recarmi al cogente mercato psichico, ricordo gli istanti camusi divenuti movimenti.
Burning
Accendo le mie distanze usando infiniti universi finiti, mescolando le semantiche con i significati filtrati dal Nulla senziente.
Dahlia’s Tear – Toward The Dark Cellar [ Cold Meat Industry ] 2012
Poche parole come note, per scandire la discesa nell’abisso.
Malapunta – L’isola dei sogni divoratori: intervista a Danilo Arona ∂ HorrorMagazine
Bella intervista a Danilo Arona su HorrorMagazine, dove cita il Connettivismo e Kipple Officina Libraria. Un grazie a Danilo per quelle cose magnifiche che ha detto su di noi, e un arrivederci per quello che sarà, tra un po’ di tempo. KeepTalking.
“L’horror è Il genere tra i generi, l’unico in grado di contenere gli altri a lui contigui: l’horror come summa territoriale del thriller, fantascienza, noir, fantasy e via giocando con le etichette”. Come si sposa questa tua definizione dell’horror per Malapunta?
Temo, anzi me lo auguro, che Malapunta, più che horror, sia un testo connettivista. I miei amici di Kipple, Kremo e Zoon, da anni sostengono che io sia autore degno di militare nel movimento per quel che scrivo e per come lo scrivo. Credo che almeno in questo caso abbiano ragione. Io non mi sono mai preoccupato di essere etichettato, ma qui appunto si passa, in modo morbido e non forzato, dal thriller all’horror, dal fantasy alla fantascienza apocalittica. Ovvero, i generi “si connettono” e diventano un unicum senza che il tutto venga percepito come artificioso. Poi, se prevale l’horror, va da sé… L’ho scritto io con la mediazione di Perdinka.
Il tuo alter ego Morgan Perdinka tornerà in futuro?
Sicuro. Tornerà in un lavoro che più “connettivista” non si può. E sarà morto perché ci troviamo cronologicamente nel tempo post-Estate di Montebuio. Purtroppo, da morto, Perdinka fa dei danni planetari. Al momento non posso sbottonarmi di più. Ma sarà l’ultima stazione del Perdinka scrittore. Invece il Perdinka chitarrista — che è l’Altro su un diverso piano quantico — si concederà qualche avventura supplementare.