Interessante saggio di Francesco D’Isa sulla pornografia, tema che l’artista grafico più volte intrecciato col Connettivismo ha affrontato nei suoi romanzi e opere grafiche. Un estratto:
Non è necessario spostarsi tanto lontano nel tempo e nello spazio; il desiderio, in particolare quello sessuale, ci riporta all’idea di peccato originale della tradizione ebraica; un peccato associato, per l’appunto, alla nascita della conoscenza mediante la distinzione del bene dal male (potremmo dire del desiderato dall’indesiderato), a cui segue lo sviluppo della sessualità e la conseguente punizione: la perdita dell’assoluto.
L’eros è una forza pervasiva della vita umana e la attraversa come un primitivo alfabeto basato sul desiderio. Eppure questo circolo di definire ed essere definiti è appena alla metà del lungo giro di ruota avviatosi col “peccato originale”; la volontà di possedere l’oggetto del desiderio, infatti, nel suo aprire (meglio: spalancare) le porte dell’identità a qualcosa di estraneo, porta con sé non solo una forza assertoria, ma anche quella opposta, di perdita del sé. In questo senso il desiderio – e di conseguenza il sesso – è una forza che non appena pone l’io già ne prevede la disgregazione, e nella sua manifestazione più estrema diventa una tensione panica o mortale. La suprema conoscenza dell’altro, del mondo; perdersi in esso fino a fondersi col tutto, morire.
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