HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per febbraio 2, 2016
Si susseguono infrante
Riscossione di percezioni lasciate decantare nel ruolo asfittico del mio sublime inconscio; le parole si susseguono infrante.
Mécaniques Discursives, fictional projected machines | Neural
[Letto su Neural.it]
La perfetta integrazione tra il reale e il virtuale è ancora un obiettivo incompiuto: possiamo solitamente ancora distinguere i vari elementi artificiali da quelle reali con sufficiente facilità. Quando le proiezioni – tuttavia – coinvolgono il confine tra il reale e il fictional tutto diviene meno prevedibile. Le installazioni “Mécaniques Discursives” di Fred Penelle e Yannick Jacquet sono realizzate con significativi lavori artistici comprensivi di elementi visuali fissi sui quali delle proiezioni sono “inserite” e perfettamente integrate, fornendo una lenta ma spettacolare dinamica. Ombre surreali o plausibili, la perfetta sincronia tra i diversi elementi e le pittoriche disegnate rappresentazioni accuratamente interconnesse, creano uno scenario coeso. Un meccanismo estetico, che esegue uno script senza fine, influisce sulla percezione del tempo al proprio ritmo. Questa sincronizzazione delle parti in movimento crea così un’immaginaria macchina proiettata.
Coltri di nubi mistiche
Come un muro sonoro di Nulla senziente che si abbatte sulle coltri di nubi mistiche.
Richard Garet – 60′ Cassette | Neural
[Letto su Neural.it]
Sequenze elettroacustiche decisamente ruvide sono articolate da Richard Garet in 60′ Cassette, un’uscita che la The Helen Scarsdale Agency – etichetta che ricordiamo per rappresentare artisti del calibro di Jim Haynes, Coelacanth, Stilluppsteypa e Sigtryggur Berg Sigmarsson, oltre numerosi altri – segnala essere una classica opera “tape-on-tape”, le cui fonti primarie derivano da altre audiocassette e che in qualche modo vengono “riconcettualizzate” attraverso nuovi passaggi, smagnetizzazioni, vuoti, sibili, graffi e farfugliamenti, al fine di offrire una sorta di testimonianza sul disfacimento di un formato. Il risultato è quello d’un collage atonale, fatto di atmosfere molto statiche ed ovattate, sbuffi, ronzii e gorgheggi, dove gli accadimenti conseguenti alla fragilità dei contenuti depositati su nastro fanno risorgere le emergenze auditive a nuova vita in dilatati droni o intrecciate in nuove e altrettanto fangose texture. La riformulazione del medium passa comunque attraverso processi manipolatori di vario tipo e – in definitiva – un’analisi più stringente non sembrerebbe decisiva per stabilire se altri formati e tecnologie siano stati utilizzati nelle due piece presentate. Non è la prima volta in assoluto – naturalmente – che un sound artista agisce su nastri catturandone anche gli strusciamenti meccanici, le imperfezioni, i limiti funzionali e i rumori di fondo. Quello che mette in gioco Richard Garet – sperimentatore nato in Uruguay e adesso di base a New York – tuttavia rimanda a un gusto specialissimo e specifico del formato a cassette, dando vita a una sorta di elegiaca celebrazione analogica, minimale ma anche solenne, caotica ed emozionale, impregnata di passate e presenti esperienze. Insomma, una certa resa estetica è sempre in combattimento con i concetti che la sottintendono ma in questo caso un buon equilibrio è stato raggiunto.
The inner room: terza parte | Daniele Cascone
Nuove opere fotografiche per Daniele Cascone annunciate dal suo blog, ovvero la terza parte delle opere appartenenti alla serie “The inner room”, su cui l’artista sta lavorando dall’inizio del 2015.