HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per febbraio 19, 2016
Il limes del dominio
Ancora una scena da raggiungere nel complessivo sistema economico della tua psichicità. Barocchismi linguistici e tu non riconosci più il limes del tuo dominio.
Continuum adiacenti
Ne restano ancora aluci, di ricordi modulari, ed essi non si accorgono di essere stati manipolati dalle certezze anomale asincrone di continuum adiacenti.
I limiti
In difficoltà sulle emanazioni termiche del composto emozionale, mi trovo a legiferare singulti entropici alla complessa estrazione del reale, intravedendone i limiti.
Propedeutico all’inumano
Insensato come una complessità immorale ti rivolgi a me con un portento di pura dissoluzione psichica. Hai con te la noia, la notte, ogni altro bene primario propedeutico all’inumano.
Antonello Cresti, “Solchi sperimentali Italia – 50 anni di italiche musiche altre” (Crack Edizioni): una recensione – saggio di Roberto Franco – CRITICA IMPURA
Su CriticaImpura un saggio di Roberto Franco per recensire un altro saggio, quello di Antonello Cresti che traccia la storia della musica sperimentale italiano degli ultimi cinquant’anni mettendola in relazione con il panorama relativo internazionale. Imperdibile.
La musica rituale degli anni ’80, ispirata dalla comunità post-industrial inglese (Psychic Tv, Current 93, Coil), ha conosciuto una storia importante in Italia, dalla seconda metà degli Eighties: dal rigore esoterico, vicino alla musica concreta, dei romani Ain Soph, che troverà parzialmente sbocco in un percorso neofolk giudicato molto rilevante a livello internazionale, all’esperienza più fluida dei LAShTAL, al magma collagistico dei Rosemary’s Baby, dapprima, attraverso il Centro Studi Babalon, titolari della filiazione italiana del Temple Of Psychic Youth di Genesis P. Orrdige, poi addirittura convertitisi al cristianesimo, fino ai primi esperimenti esoterici dei Nightmare Lodge di Ivan Iusco, fondatore della label Minus Habens, progetto che evolverà verso un dark-ambient particolarmente originale. Si approda infine all’universo spirituale del flautista Gregorio Bardini, membro dapprima dei T.A.C., quindi dei modenesi Thelema, di cui però a Cresti non interessa la classica produzione dark-wave, ma la cassetta di musica rituale Rosa + Croce, diffusa ne 1985 in edizione limitata. Vi si può ascoltare il flautismo esoterico di Bardini, ascetico esploratore spirituale ispirato dalla Third Ear Band (e suonatore di svariati strumenti acustici), che si muoverà in seguito entro un microcosmo sonoro che andrà da un certo neo-classicismo, a forme di avanguardia, a una produzione vicina, prima di tutto concettualmente, al martial e al neofolk.
I toscani Limbo propongono una brillante sintesi del ritualismo e altre tendenze estreme dell’universo grey area (per citare Cresti: esoterismo, magia sexualis, provocazione anticristiana, estetica shock). Una sintesi sorretta dalla grande cultura e capacità di elaborazione filosofica del cantante Gianluca Becuzzi. Le loro svariate intuizione musicali saranno via via incanalate in un tessuto ritmico metronomico gelido e tribale,che sfocerà nella formidabile elettronica e nell’EBM illuminata del terzo album Vox Insana (1992).
Ma il discorso post-industrial. è portato avanti proficuamente anche da più giovani generazioni, tra cui si distingue il poliedrico Daniele Santagiuliana, dalla produzione vasta e diversificata. Cresti ne isola due lavori che giudica probabilmente i più rappresentativi, primo dei quali è Jeremiad (2014), a suo nome, che propone un cupo e spoglio dark-folk rallentato fino a dare impressioni di sfasamento e alterità onirica. L’onirismo di Santagiuliana si sviluppa anche nel collage rumoristico-ipnotico di The Opal Sequence (2015), a nome Testing Vault (la seconda opera esaminata da Cresti), dalle sonorità sorprendenti. Peccato che Solchi Sperimentali Italia sia uscito troppo presto per segnalare il monumentale capolavoro Disintegrator (2015) di Testing Vault, un cofanetto di sei cdr in cui l’artista propone un lungo, appassionante viaggio tra percorsi onirici e sentori di pre-morte, a partire da una specie di dark/ambient che deve qualcosa a MZ. 412 e ad alcune intuizioni dei Controlled Bleeding, per approdare passo dopo passo a una sorta di originalissimo noise elettronico, in parte ispirato ai Premature Ejaculation di Rozz Williams.
Ma in realtà quasi l’intera area dell’industrial classico è in perenne movimento, spesso con progetti nuovi, mai nostalgici o revivalistici, e ciò la accomuna in qualche modo agli sperimentatori dei Seventies.