HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per febbraio 27, 2016
Semplice esistere
Dormiente, preso nella complessità strutturale degli ingranaggi, il ricordo è parte di una devastante miriade di occorrenze pari a pareti divelte, il semplice esistere al di là del fisico.
Voltare pagina
Trovo queste sensazioni come un necessario complemento al distacco completo del tuo ricordo. Voltare pagina, capirne il senso.
Senso della verità
Suona la complessità immorale della tua presenza e rimangono sul selciato pochi momenti intensi di verità, quel particolare significato che senti davvero tuo.
Scorcio estatico
Sollevo i mostri perspicaci e rivelo la confezione estetica sulle palpebre insediate, uno sguardo sullo scorcio estatico del continuum.
Il maestro dell’ucronia italiana: intervista a Giampietro Stocco | Kipple Officina Libraria
Su KippleBlog una bella intervista a Giampietro Stocco, maestro dell’ucronia italiana. Un passaggio:
È vero che le fonti di ispirazione per un’ucronia possono venire anche da contesti inaspettati o ludici?
Certo. Personalmente sono un accanito giocatore di strategici come Europa Universalis e Crusader Kings, in cui tu impersoni un regnante e vai avanti con la tua dinastia. Possono uscire, e sono uscite, linee temporali molto interessanti. Chissà che non si possano sviluppare in romanzo?
Nero Italiano e Dea del Caos raccontano un’Italia dove il fascismo non è mai caduto. Con quali difficoltà deve confrontarsi l’autore quando tratta temi politici tanto importanti quanto delicati come questo?
Bè, anzitutto con se stesso.Ricostruire significa ricercare ed essere spietati anzitutto con se stessi. Errori se ne fanno, bisogna essere in grado di evitarli in futuro. L’ucronico è uno storico a tutti gli effetti: lavora anzitutto a una cronologia e cerca di renderla il più credibile possibile. Poi non è detto riesca a darle forma di romanzo. Turtledove per esempio fa ottime cronologie e pessimi personaggi, Silverberg ottimi personaggi e ottime storie, ma le sue ucronie lasciano per me un po’ a desiderare, Kim Stanley Robinson preferisce sfumare il POD, o punto di divergenza, e poi concentrarsi sul world building, dove eccelle. Io ho cercato di dare nel mio piccolo un quadro un po’ più di cronaca, come se si trattasse di descrizioni giornalistiche. Parlando di Nero Italiano e Dea del Caos, specie il primo romanzo per lunghi tratti è quasi un reportage indiretto di ciò che accade. Qui sono stato facilitato dal mio lavoro. Gli aspetti difficili vengono dopo, quando il romanzo esce ed è sottoposto al giudizio altrui. Non sono mancate le critiche, visto che all’epoca si usciva dritti da una polarizzazione destra-sinistra che poneva tutti gli ucronici in un mazzo nostalgico in cui io mai mi sono riconosciuto. Infatti le ho prese sia a destra, sia a sinistra… Ma sono ancora qui.