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NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo 3, 2016
Il vessillo
Ho inserito qui il ricordo, lasciandomi sfogare nelle continue resistenze aliene del tuo essere criptico. Sei un vessillo olografico.
INTERVISTA A NICK MASON | PINK FLOYD ITALIA
su PinkFloydItalia una bella intervista al batterista dei Floyd, Nick Mason. Un estratto:
Quanto a voi Pink Foyd interessava essere famosi? Eravate attratti dall’idea di essere inseguiti da sciami di ragazzine adoranti, o pensavate solo alla musica?
Non abbiamo mai pensato solo alla musica. Tutti noi volevamo essere delle pop star.
O forse pensavamo di volerlo. Quando iniziammo, eravamo una band rhythm&blues, e si trattava di piacere a un pubblico prevalentemente maschile. Alla stampa piace pensare che il mondo del rock’n’roll sia tutto ragazzine in delirio, ma in realtà non è mai stato così: c’erano solo capelloni che andavano in giro in impermeabile e pantaloni a zampa di elefante.
Pauli e Jung si scrivono | La poesia e lo spirito
Su LaPoesiaELoSpirito un interessante articolo che parla di Sincronicità e Fisica teorica che s’incontrano e riconoscono, tramite Jung e Pauli. Un estratto:
Non è inconsueto che uno scienziato coltivi e approfondisca interessi culturali al di fuori della sua disciplina, ma è singolare che un genio della fisica incontri un capostipite della psicanalisi e per anni e anni si dedichi a ricercare un terreno comune fra due discipline apparentemente agli antipodi. Questo è il caso che si verificò con Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung.
Le lettere che i due studiosi si scambiarono per quasi venticinque anni sono oggi disponibili in volume: “Jung e Pauli – Il carteggio originale: l’incontro tra Psiche e Materia”, edito da Moretti & Vitali. L’epistolario è stato curato da Antonio Sparzani con Anna Panepucci, analista junghiana, docente e autrice di pubblicazioni specialistiche.
Sparzani, a lungo docente di fisica all’Università di Milano, cultore di letteratura e da sempre fautore di un sapere integrato, al di là delle distinzioni fra discipline umanistiche e scientifiche, è autore, tra l’altro, di “Relatività, quante storie” (Bollati Boringhieri, 2003 e 2010), un’opera che mette in luce le molteplici interconnessioni fra scienza e letteratura in materia di relatività.
Lo storico distacco fra Jung e Freud precedette di poco lo scoppio della prima guerra mondiale. Nei vent’anni che seguirono, la pratica terapeutica e l’interpretazione dei sogni (suoi e dei suoi pazienti) portò Jung a formulare la teoria degli archetipi e dell’inconscio collettivo, e ad approfondire lo studio della simbologia, dei miti e dell’alchimia.
Nel 1932 Jung fu consultato da Pauli, che doveva risolvere certi problemi comportamentali. Pauli, allora trentaduenne, era un brillante fisico teorico che aveva teorizzato lo spin delle particelle subatomiche e intuito l’esistenza dei neutrini. All’epoca, insegnava in un istituto universitario a Zurigo. Tredici anni più tardi avrebbe ottenuto il premio Nobel per la fisica.
Jung dirottò Pauli presso una terapeuta sua allieva (che fu di valido aiuto). Ma il paziente aveva una statura intellettuale che non poteva accontentarsi della terapia. Pauli volle impadronirsi della teoria psicanalitica, prese ad analizzare da sé i suoi sogni e giunse a ravvisare nell’analisi junghiana un terreno comune tra la psicologia e la fisica teorica.
Il ritorno degli Dei, torna la pseudostoria di Graham Hancock | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione di una nuova pubblicazione per i fan della fantarcheolgia: Il ritorno degli Dei, di Graham Hancock.
Vent’anni fa Graham Hancock ha scritto Impronte degli dèi, un libro che esamina in una chiave rivoluzionaria il passato dell’umanità aprendo la strada a un nuovo concetto di archeologia. Da subito un bestseller, nel corso degli anni ha venduto 9 milioni di copie. Nel ventesimo anniversario della pubblicazione, esce «Il ritorno degli dèi», frutto di anni di ricerche che hanno portato a scoperte sensazionali su quella civiltà perduta che Hancock aveva ipotizzato in Impronte degli dèi. Le più recenti scoperte scientifiche e archeologiche sembrano infatti confermare la teoria «eretica» di Hancock di un cataclisma apocalittico dovuto alla collisione del nostro pianeta con una cometa fra 13 mila e 12 mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, e che ha spazzato via «quasi» ogni traccia di una civiltà avanzata diffusa su tutta la Terra. Nel Ritorno degli dèi Hancock identifica e documenta le tracce che dimostrano l’esistenza di questa civiltà e si pone in una prospettiva nuova riguardo all’eredità del passato. Per ricominciare siamo stati aiutati e guidati dagli «dèi Costruttori», i Sapienti sopravvissuti all’epoca antidiluviana che tramandando alle generazioni future tradizioni e sapienza derivanti da un’epoca precedente riuscirono a rinnovarsi, come la mitica fenice. La loro missione non fu però soltanto quella di consegnarci il patrimonio di conoscenze con cui ricominciare, ma anche di lasciarci un messaggio: sarebbe successo ancora. Un nuovo cataclisma incomberà sulla Terra e il «ritorno della fenice», a cui sono da sempre associati distruzione e rinnovamento, avverrà proprio nei nostri tempi, un possibile futuro che dobbiamo prepararci ad affrontare.
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