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NeXT Hyper ObscureArchivio per giugno 2, 2016
Breve storia dello spaghetti western 3/3 – Carmilla on line ®
Su CarmillaOnLine la terza e ultima puntata dedicata agli SpaghettiWestern. Qui e qui le prime due. Un estratto, e alla luce di tutto ciò considerate l’oscuro del genere espresso dai FieldsOfTheNephilim:
Gli anni ’70 segnano la definitiva stagnazione del sottogenere e il suo progressivo spegnersi. Tutte le possibilità sono state ormai esplorate, il pubblico comincia ad essere saturo e, per evitare monotone e stanche ripetizioni, gli autori cercano soluzioni originali che propongano personaggi ed elementi iconografici esotici e diversi o guardino verso la contaminazione con altri generi come l’horror, lo splatter, la commedia e perfino il kung-fu movie. Così ai già conosciuti antieroi ricorrenti, spesso solo di nome, come Django, Ringo, Cuchillo, si aggiungono i veramente seriali Sabata, Sartana, Garringo, (e, più avanti, i buffoneschi epigoni di Trinità: Tresette, Provvidenza, Nessuno, Alleluja, Spirito Santo, ecc.). Vengono catapultate nel west improbabili figure: disorientati samurai come il Toshiro Mifune di Sole rosso (1971) di Terence Young, mega coproduzione italo-franco-spagnola con Charles Bronson, Alain Delon e Ursula Andress, o il macchiettistico Sakura/Tomàs Milian de Il bianco, il giallo, il nero (1974) di Sergio Corbucci con Giuliano Gemma e Eli Wallach; improponibili cow-boy australiani che usano il boomerang invece delle pistole come il Ray/Lou Castel al suo ultimo ruolo western, di Màtalo! (1971) di Cesare Canevari, con Corrado Pani e Antonio Salines; o infine macellareschi bounty-killer armati di mannaja come il Mannaja (1977) di Sergio Martino con un Maurizio Merli in trasferta dal poliziottesco (che non passerà comunque inosservato se pensiamo al Machete di Robert Rodriguez).
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Il volto dipinto | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di una nuova pubblicazione per Edizioni Hypnos; si parla de Il volto dipinto, raccolta ragionata della migliore produzione di Oliver Onions. Parliamo di ghost story, di alta qualità.
Scritto nel 1929 Il volto dipinto, romanzo breve che dà il titolo alla raccolta, ambientato a Palermo e nella splendida cornice del Mediterraneo, è l’opera di Onions da molti riconosciuta come uno dei più alti momenti della ghost story. Il filo conduttore del romanzo e delle storie contenute in questo volume è il risveglio della mitologia pagana attraverso lo specchio della psicanalisi.
“I fantasmi, si presume, non esistono, oppure, come le stelle a mezzogiorno, sono presenti in ogni istante e siamo noi a non poterli vedere. Le storie nelle seguenti pagine sono basate sulla seconda di queste ipotesi.
In prima istanza si potrebbe dire che lo scrittore di ghost stories abbia a disposizione un materiale illimitato; ma di fatto non è così. Le frequenti manifestazioni di quegli elementi spirituali che pervadono la natura non possono essere considerate affatto apparizioni in senso pratico. Lo scrittore ha a sua disposizione soltanto quegli ‘addensamenti’ di elemento spirituale che appaiono quando questa sembianza di vita, da noi considerata per scopi pratici come stabile, viene disturbata, e per la breve durata di un’esperienza smarrisce il proprio equilibrio.”
Novi_sad + Ryoichi Kurokawa – Sirens | Neural
[Letto su Neural.it]
“Sirens” è stata una performance audiovisiva di Thanasis Kaproulias (Novi_sad) e Ryoichi Kurokawa, realizzata in diversi festival un po’ dappertutto nel mondo. Questo libro è frutto dell’eredità della sua distintiva ed efficace natura e il suo nome è particolarmente simbolico nell’esprimere il rapporto tra i suoni di Kaproulias e i video di Kurokawa. La potenza vocale delle sirene nel congelare gli umani sembra essere perfettamente incarnata nella collezione di Kurokawa di immagini video spettrali che sono incluse nel libro, concettualmente separate da codici temporali. I video, dotati di un alto livello di precisione sia nel ritmo che nel design, sono in grado d’influenzare la percezione dello spettatore in entrambi i modi, fermi e gentili, venendo accoppiati in particolare con i suoni scientificamente articolati di Kaproulias. Seguendo la sua personale e riconosciuta pratica artistica Novi_sad usa le composizioni di cinque rinomati musicisti sperimentali (Richard Chartier, CM von Hausswolff, Jacob Kirkegaard, Helge Sten, Rebecca Foon) processando il tutto attraverso la tecnica “applying data”, procedura derivata dal registrare fenomeni sonori naturali (come – per esempio – i terremoti, l’atmosfera di Titano, o la vibrazione dei ponti di Manhattan e Brooklyn), ognuno delle quali ha avuto luogo allo stesso tempo d’importanti e manifeste crisi economiche. I risultati sono perfettamente descritti da Lucas Bambozzi nella sua introduzione come “esperienze cinematografiche estese” e più che sinestetiche esse possono essere considerate come destabilizzanti, sia percettivamente che metodologicamente. Come Bambozzi nota ancora una volta – tuttavia – il “locus” e la sintassi di questo lavoro rimangono perlopiù sconosciuti.
Una Tomba per gli alieni: Quello che si scopava mia madre
Racconto brevissimo (Quello che si scopava mia madre) di LeoBulero-U