Su Nemora un gran bell’articolo sulla geologia e sull’antropologia dell’area di Monte Cavo, nel cuore dei Colli Albanin assaggio:
Latium volcano, il Vulcano Laziale.
La sua grande struttura ricade perfettamente all’interno dell’area dei Castelli Romani, si tratta di un vero e proprio supervulcano, il cui sviluppo è descrivibile in tre fasi geologiche.
La prima fase, detta “del Tuscolano-Artemisio”, inizia 500.000 anni fa e testimonia la sedimentazione dei materiali che porteranno gradualmente alla costruzione dell’edificio vulcanico, che si sviluppa fra il Mar Tirreno e il rilievo appenninico. Questa fase termina 360.000 anni fa, con la formazione di una grande caldera -un cono largo alla base circa 60 km- la quale costituisce il recinto esterno del vulcano, ovvero l’attuale cinta collinare del monte Tuscolo e dell’Artemisio.
Durante la seconda fase, detta “delle Faete o dei Campi di Annibale”, prosegue l’intensa attività vulcanica e si viene a formare nell’attuale area dei Campi di Annibale, un nuovo cratere di 15 km circondato da alte pareti. Durante l’ultimo periodo di questa fase, intorno a 260.000 anni fa, il complesso vulcanico attraversa un momento di quiete il quale porterà al raffreddamento del camino centrale e alla formazione di un tappo costituito da magma consolidato.
Fra i 200.000 e i 19.000 anni fa abbiamo la terza e ultima fase, detta “idromagnetica” o “di Via dei Laghi”. Questa è caratterizzata da forti esplosioni e dal contatto fra magma e acqua: la lava incandescente dovette trovare sfoghi secondari rispetto al cratere centrale ormai ostruito e incontrò, durante il suo percorso nel sottosuolo, delle falde acquifere. L’incontro fra il magma e la falda freatica provocò la formazione di enormi quantità di gas aventi un incredibile potenziale esplosivo e, quando infine la pressione ebbe la meglio sulla resistenza meccanica delle rocce, i gas eruppero in superficie in una vertiginosa e repentina risalita di diversi chilometri scagliando in aria gas e materiale roccioso. A seguito di questi eventi il cratere di Monte Cavo si spense, mentre i crateri minori vennero riempiti dalle acque: è questa la genesi dei laghi di Albano e Nemi.
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