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Archivio per luglio 21, 2016

Tung-hui Hu – A Prehistory of the Cloud | Neural


[Letto su Neural.it]

Uno dei principali problemi con la percezione di contenuti digitali viene con la negoziazione del divario tra lo spazio virtuale invisibile e le infrastrutture fisiche attraverso le quali ci muoviamo. Pensate alla sensazione sconcertante di guardare un server lampeggiare, cercando d’immaginare la quantità di dati e processi fisici in corso all’interno. Questa esperienza anche contrasta duramente con la scala materiale d’informazioni che abbiamo usato per secoli. Questo è un punto di partenza per Tung-hui Hu, che non si ferma ad esplorare la materialità dei data center (le involontarie estetiche poeticamente illustrate in Internet Machine di Timo Arnall), ma spiega in modo efficace la potenza metaforica del “cloud”: essere luce, galleggiante, sempre disponibile da qualche altra parte, nonostante la sua “forma amorfa”, come Tiziana Terranova descrive. Hu è in grado di far confluire i molteplici e differenti aspetti di questo concetto che ha pervaso l’infrastruttura di rete e il nostro tecnologico immaginario quotidiano così potentemente, speculando in modo acuto su data-center, derivati da vecchie tecnologie e protetti come strutture militari, dislocati anche in bunker, dove si consuma una quantità oltraggiosa di energia elettrica. Il teorico sottolinea un argomento importante contro i centri dati: “c’è una sola maniera con la quale è possibile vedere una nuvola: da lontano”. Dalla descrizione di Hu, l’intera infrastruttura digitale – destinata a duplicarsi ed a essere dislocata nell’ordine di preservare – si presenta quindi come una bestia gigante, che durerà mentre continuiamo a dargli da mangiare, ma non oltre quello.

Providence – Alan Moore on the road to Lovecraft | PostHuman.it


Su PostHuman la recensione di Mario “Black M” Gazzola a Providence, una graphic novel di Alan Moore ispirata dal genio oscuro di HP Lovecraft. Uno stralcio:

…qui Moore connette la sapienza esoterica alla cultura lovecraftiana immaginando che Robert Black (nome assonante con Robert Bloch, altro scrittore del “circolo Lovecraft”), giovane giornalista di New York, omosessuale (probabile riferimento alla discussa misoginia lovecraftiana) e aspirante romanziere, si metta sulle tracce di un misterioso libro arcano arabo dell’8° secolo – il “Libro di Hali della Sapienza delle Stelle” – che avrebbe ispirato un altro pseudo biblion d’invenzione mooreiana, cioè “Sous le monde” del francese Guillot, a propria volta seme del celebre (e stavolta realmente esistente) Re in giallo di R. W. Chambers, notoria fonte letteraria per il celeberrimo Necronomicon di Lovecraft, che nel fumetto di Moore finora non è ancora stato nominato ma aleggia incombente sull’intera faccenda del libro magico che porta chi lo legge sulla soglia di dimensioni arcane e/o alla pazzia.

Materia che Moore cucina manco a dirlo con consumata cultura e inventiva, spaziando dalle citazioni del proto stampatore rinascimentale Aldo Manuzio alla creazione da parte del disegnatore Jacen Burrows di un apposito font per l’arcano alfabeto Aqlo, la lingua sovrumana che appunto induce visioni e follia in chi solo la legge.

Il folle grimorio, apprendiamo, tratta di come da una misteriosa razza aliena (presumibilmente i Grandi Antichi lovecraftiani) derivi la “Sapienza Stellare” del libro occulto (titolo anche di un’antologia-omaggio ad HPL per Einaudi), da cui poi prende nome una non meno sinistra setta segreta di cui attendiamo di comprendere le oscure trame nel prossimo volume del graphic novel, ma che intanto ha già sviluppato quattro arcani metodi per sfuggire alla morte e prolungare la vita per secoli: cannibalismo, basse temperature, tassidermia attraverso misteriosi filtri e sostanze, fino a una sorta di trasmigrazione dell’anima in altri corpi (qui Moore non cita apertamente il Burroughs di Terre Occidentali ma sicuramente l’ha letto). Il che, al di là dei riferimenti letterari, già pone l’impianto concettuale di Providence a monte di gran parte della letteratura dell’orrore esistente: pensate solo a… vampiri, zombi e possessioni!

Dis-continuity – GeNeTiC SinapSyS v3.0


Un bel post di Oblio, per sottolineare la deriva cruenta del delirio connettivo_animalista_interiore. Cybergoth di pura matrice isterica…

Servono lame perché la gente è una merda [premessa].
Servono armi di distruzione di massa per aumentare la percentuale d’ossigeno disponibile ai pochi [enunciato].
Appare chiaro che la convivenza è divenuta oltremodo problematica se non impossibile [assioma].

Serate cinesi di fronte a piatti che scorrono su carrelli di vetro a centro tavolo e dal contenuto strappato direttamente da pellicole alla ‘ExistenZ’. Discorsi strambi di parole slegate simili a cavallette che saltano di palo in frasca per proiettarsi fin giù nel buio delle conversazioni lasciate a metà. Progetti-proposte-proiezioni ideali d’immagini weird fuori controllo. Il caleidoscopio partorito dalla mente delirante porta con sé minuti e secondi di piacevole superficiale serenità, disancorato dal macigno di tutti i giorni in loop routine costante.
Il tramonto impacchettato nel biscottino della fortuna porta accompagna in pellegrinaggio al luogo dalle piastrelle linde e dei polipi giganti. Il luogo delle vasche terminali dal fondo salato e dei coltelli appesi.
HellRasier ed il giaciglio delle moriture partorienti [Incipit].
Hostel deterso alla candeggina, l’ospedaliero pavimento che preferirei ri[s]coperto di sangue.
Hotel Overlook, la dispensa. Luoghi nei quali _non_ esiste sorta di luccicanza. Perché tutto è risucchiato dall’orizzonte del Buco Nero.

Accarezzando le lame assaporarne il filo e le incongruità dopo la guerra con le squame dell’animale muto prima e dopo la morte.

La traversa da macellaio di pelle pesante e borchie arrugginite ha la consistenza perfetta e le mani [pur senza guanti] affonderebbero volentieri nel ventre molle dei bovini esseri umani dalla pelle candida. Appesi dai piedi al pavimento, sciacquati ininterrottamente dal sale grosso tra le lacrime. Ogni parola ed ogni giudizio sarebbe taglio trasversale. Un’incisione a Y su pelo vivo, carne sofferente, calde emozioni di paura.

Perché il mondo è popolato di coprofagi e l’unica compassione possibile è un prolungato dolore che trasmetta gioia. Abbiamo lame nel profondo dell’animo e cuore discontinuo.

Tinder In, side by side pictorial identities | Neural


[Letto su Neural.it]

C’è una piccola percentuale di persone, soprattutto nella cultura occidentale, che ancora è convinta che la loro immagine pubblica non dipenda in alcun modo dalla presenza online. Probabilmente esiste un ancor minor numero di persone che pensano che i social media non siano sostanzialmente fondamentali a questo proposito. “Tinder In” dell’artista belga Dries Depoorter è un’opera d’arte composta da una serie di dieci cornici contenenti le immagini del profilo della stessa persona su LinkedIn (social network esplicitamente orientato alla carriera) e Tinder (la più popolare chat peer-to-peer e social network per appuntamenti). L’autore qui affronta una “esposizione accidentale” dalla quale siamo tutti potenzialmente afflitti, sulla base di una semplice giustapposizione di dati visivi, apparentemente non correlati. La differenza evidente – tuttavia – tra la comunicazione di una seria affidabilità professionale in un ambiente e di una (potenziale) piacevolezza relazionale o disponibilità sessuale nell’altra piattaforma è in grado di farci riflettere sull’evidenza di una vulnerabilità visiva che abbiamo inconsapevolmente sempre abbracciato.

Webcomics gratis: Lovecraft & Holmes, on line i numeri #03 e #04


Continuano le promozioni degli amici della Cagliostro E-Press, che ora danno la possibilità di scaricare gratuitamente i numeri 3 e 4 della graphic novel Lovecraft & Holmes, imperdibile commistione di rigore analitico prestato alle faccende occulte.

Il numero 3 e 4 di H.P. Lovecraft & Sherlock Holmes sono scaricabili gratuitamente nel comodo formato pdf – leggibile anche su smartphone e tablet – cliccando QUI e QUI.Per leggere gratuitamente tutti i numeri di H.P. Lovecraft & Sherlock Holmes sinora pubblicati clicca QUI. Per acquistare il volume clicca QUI.

Providence 1929, H.P. Lovecraft e Sherlock Holmes hanno un anno di tempo per sventare le trame di Robert Moriarty, che vuole trafugare il Necronomicon per odire un terribile piano contro il mondo intero. Ideale sequel di “221B Baker Street, London 1927: Dr. J.H. Watson & H.P. Lovecraft“, stavolta il solitario di Providence unisce le forze con il detective per antonomasia per affrontare ancora una volta casi al limite dell’umana comprensione. Un altro tassello dell’IrregularVerso di Cagliostro E-Press.

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