Ancora Alessandra Daniele, stavolta su Carmilla e rivolta al Governo e a ciò che c’è dietro, soprattutto a ciò che c’è dietro. Inoltre, compleanno di 9 anni per la sua rubrica, che ha una certa circolarità inquietante, come leggerete qui.
“Questo governo non è il Renzi bis, è il Monti quater”
Alberto Bagnai, economista, a Coffee BreakNon è difficile riconoscere nella plumbea sobrietà di Mattarella e Gentiloni la stessa matrice di Monti.
Lo stesso sprezzante classismo del ministro del Lavoro Poletti, parallelo al classismo razzista del ministro dell’Interno Minniti.
La reificazione sistematica degli esseri umani da vendere e comprare come un pacchetto di sigarette, classificati in base al loro valore di mercato, espressa in modo così eloquente dalla definizione “migranti economici”.
Dopo il crollo rovinoso della facciata posticcia renziana è di nuovo sotto gli occhi di tutti il volto metallico della tecnocrazia al potere.
Quell’oligarchia finanziaria che aveva scelto Renzi come frontman, sperando che catalizzasse le spinte antisistema per metterle al servizio del solito piano di smantellamento della Costituzione antifascista, e sostituzione della Repubblica democratica con un’altra struttura più congeniale alle esigenze del mercato.
Gli era quindi stato affidato il volante del PD perché lo guidasse alla vittoria.
Matteo Renzi l’ha schiantato contro un muro.
Tre volte di seguito.
Regionali, comunali, referendum.
Nonostante il sostegno di tutti i poter forti, con l’adesione compatta e servile dei media mainstream, in soli due anni il Cazzaro, coi suoi strapagati consigliori americani, le sue ministre-immagine, e tutta la sua corte di spocchiosi incapaci, ha perso tutto quello che c’era da perdere.
Matteo Renzi non è solo un perdente, è un recordman della disfatta.Dopo il crash del renzismo, il Sistema s’è riavviato ripristinando la configurazione precedente. L’oligarchia si ritrova ancora una volta a dover escogitare una legge elettorale che rappresenti la volontà popolare il meno possibile, e nello stesso tempo consenta Grossolane Koalition permanenti, telecomandate dall’Unione Europea, sulle quali l’esito del voto possa produrre al massimo un rimpasto con l’espulsione di qualche sottosegretario indigesto, sputacchiato fuori come i canditi del panettone.
Dato il suo fallimento, gli interessi e la carriera di Renzi non sono più in cima alle preoccupazioni dei suoi committenti.
Gliel’ha detto chiaro Mattarella nel messaggio di fine anno: Matteo stai sereno, non si voterà né quando né come servirebbe a te.
Tutte le trattative sono riaperte.
L’era della velocità è finita.
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