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Archivio per febbraio, 2017

Eutanasia di Dj Fabo, l’accompagnatore rischia 12 anni di carcere | NAZIONE OSCURA CAOTICA


[Letto sul blog della NazioneOscura]

Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, ha annunciato il decesso di Dj Fabo nella clinica Svizzera delle “dolce morte”, che aveva chiesto più volte di morire, chiedendo aiuto a tanti, fino all’ultimo appello rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una decisione presa quando, dopo il grave incidente che nell’estate del 2014 lo aveva reso cieco e tetraplegico, aveva avuto la certezza di una condizione irreversibile, e che la sua vita poteva essere solo quella di un uomo con la mente lucida ma prigioniero del suo corpo.
Al rientro in Italia, Marco Cappato andrà a denunciarsi, assumendosi tutte le responsabilità. Il reato che si configurerebbe per l’esponente dei Radicali sarebbe quello di “aiuto al suicidio” e rischia 12 anni di carcere, a causa delle leggi cattoliche italiane.
Tutti coloro che criticano l’Arabia Saudita perché applica leggi islamiche, dovrebbero chiedersi perché l’Italia ha leggi cattoliche che negano la libertà di autodeterminazione sulla propria vita.

Wolfgang Ernst – Sonic Time Machines: Explicit Sound, Sirenic Voices, and Implicit Sonicity | Neural


[Letto su Neural]

Il tempo e il suono possono vantare una relazione indissolubile, analizzata – per esempio ­in discipline attinenti all’acustica, alla musica e ai media, ma Wolfgang Ernst ha concepito un approccio differente nel definire in maniera compiuta un tale rapporto, sottolineandone soprattutto alcuni elementi ricorrenti. Uno è sonicity, la cui definizione comprende “oscillatory events” o “sonic knowledge implicit within instruments of sound analysis” e allo stesso tempo “graphically or mathematically derived sound” o “their mathematically reverse equivalent”. Ernst ricorsivamente definisce le sonorità come “non originate da corpi fisicamente risonanti, ma da processi electro-tecnici e techno-matematici“. Egli, che è anche l’autore di Chronopoetics e Digital Memory and the Archive, è ispirato da come McLuhan definisce lo “spazio acustico”, rafforzando poi l’essenzialità del tempo nei media contemporanei. Il teorico tedesco è attratto dalle tecniche di archeologia dei media, per esempio la Phonovision, una tecnologia che già nel 1920 registrava le immagini su dischi in vinile. In questa pubblicazione, inoltre, Ernst affronta la “processualità temporale” che suoni e media strutturalmente condividono, confermando una scrittura davvero eclettica – suo marchio di fabbrica – e dividendo il libro in tre parti, concentrandosi sul concetto e la definizione di sonicity, sulla natura tecnologica dei media sonori e, infine, sulla dimensione tecnica e temporale delle manifestazioni auditive.

Transumanesimo, enhancement ed evoluzione | L’indiscreto


Un bell’articolo che cerca di descrivere cos’è il Transumanesimo, le sue direttive di nascita, i suoi rami in via di forte sviluppo, le possibili derive e i rischi sociali. Su L’indiscreto.

Uno degli argomenti maggiormente impiegati da parte di coloro che avversano le tecnologie del potenziamento è quello della “saggezza della natura”. L’argomento suona più o meno così: l’uomo è un ente la cui complessità è stata forgiata da millenni di evoluzione naturale. Andare a intervenire su questo complesso potrebbe risultare non solo difficile sul piano tecnico ma anche inopportuno. Come possiamo metterci in competizione con millenni di evoluzione? La natura fa il suo corso e questo corso non può essere intaccato dall’imprudenza della mano umana.
Bostrom e Sandberg scrivono che

“è certamente più semplice mettere a fuoco la fattibilità della medicina terapeutica. Intuitivamente la spiegazione è la seguente: anche un sistema progettato in maniera eccellente occasionalmente si guasta. Potremmo in questo caso capire cosa si è rotto e aggiustarlo. Questo sembra certamente meno problematico rispetto al prendere un sistema progettato in maniera eccellente, perfettamente funzionante e potenziarlo al di là del suo normale funzionamento.”

Ma i problemi non finiscono qui. Infatti anche la cosiddetta medicina terapeutica ha i suoi difetti e non rasenta certo la perfezione. Insomma, quando anche la medicina terapeutica, basata su dati piuttosto attendibili, è ben lontana dall’essere esente da complicazioni, sembrerebbe che una persona prudente abbia dalla sua molte ragioni per diffidare dei cosiddetti potenziamenti, tanto più che essi sono spesso basati su dati molto più deboli rispetto a quelli della medicina terapeutica.

Figli oscuri


Li riconosci da un’ombra psichica, i figli dell’oscuro…

Davide Grandi, “Gli ultimi Soldati”, fantascienza e fantastoria


Segnalo una nuova pubblicazione per i tipi de L’Asino rosso, di Roberto Guerra: Gli ultimi soldati, di Davide Grandi.

Anno 2018, città di Anthinora, Sala della Federazione Mondiale; tutte le nazioni del mondo sono riunite in un summit della massima importanza, per definire gli ultimi dettagli di una decisione presa mesi prima, che darà inizio a un conflitto armato di proporzioni planetarie, ma che verrà combattuto in un modo totalmente diverso dai canoni bellici a cui il mondo è già ampiamente a conoscenza a causa di decenni di guerre sparse in vari punti del pianeta di cui sono stati spettatori. I motivi che hanno portato a questa terribile decisione sono dovuti ad anni di incomprensioni politiche tra le Nazioni più potenti, che ha portato a una crisi economica mondiale senza precedenti. Ecco quindi aprirsi uno scenario completamente nuovo nell’affrontare i contrasti che continuano dalla notte dei tempi a segnare, non solo la vita degli esseri umani, ma anche quella di tutti gli altri organismi viventi di questo Pianeta. E a farlo sarà l’idea di un uomo, la quale aprirà nuovi scenari bellici e rivoluzionerà tutto il sistema sociale che ha accompagnato gli esseri umani nelle ultime centinaia di anni, ma senza, purtroppo, riuscire a impedire lo scoppio della terza guerra mondiale. Questo è l’ultimo racconto di guerra … non ve ne saranno altri.

Un mondo in divenire, che trasforma il mondo e l’umanità stessa. Le premesse sono apocalittiche nonché verosimili.

Esce Distruggi le prove, di Francesca Gironi, per la collana Versi Guasti | Kipple Officina Libraria


[Letto su KippleBlog]

Kipple Officina Libraria prosegue il 2017 presentando, nella collana VersiGuasti “Distruggi le prove, di Francesca Gironi, poetessa anconetana che sfugge alle definizioni eppure afferra covercon la sua intima verità, per renderci leggeri di bellezza.
Lasciarsi rapire dalle poesie di Francesca è come prepararsi per andare al mare, con quella gioia semplice e diretta di una giornata allegra dentro, anche se fuori e intorno è dolore tagliente e tempesta. La gestualità e teatralità dell’autrice sono un compendio imprescindibile durante i suoi reading, ma anche così, su carta o su ebook, l’intensa essenza della poetessa trasuda e conquista, rende vivi di giovane forza.
La fotografia di copertina è di Francesca Tilio.

Dall’introduzione

Quando ho visto Francesca Gironi recitare le sue poesie all’International Poetry Slam di Trieste ho capito che le parole delle sue poesie erano ballerine e Francesca una sorta di maestra di danza. Durante la sua lettura le guidava, le conduceva lungo un’articolata coreografia poetica fatta d’indicazioni quasi aeroportuali, gesti composti a braccia distese, precisi cenni per indicar loro dove muoversi, come aggregarsi e soprattutto per imporre loro una raffinata leggerezza.
Il fatto che Francesca Gironi sia una danzatrice poco importa, o forse potremmo anche supporre che gli anni di studio le abbiano consentito di scovare i segreti della danza, del muoversi armonico al ritmo della musica, classica o moderna che sia. Qui però vorremmo raccontare la poetessa, non la danzatrice, o forse addirittura vorremmo semplicemente raccontare le sue poesie e non lei, solo le parole, null’altro. Sapevo e so che la poesia non si esaurisce nella lettura solitaria di una stanza silenziosa. Ebbene, Francesca Gironi me lo ha ricordato, mi ha mostrato come le parole sono suoni, musica e soprattutto entità, quasi concrete, corpi in movimento nell’aria che aleggiano, si muovono e si adagiano nel silenzio, nel verso successivo.
Così è la poesia di Francesca Gironi, musica e danza. E così dovremmo approcciarla per comprenderla o, più semplicemente, per gustarla a pieno.

La quarta

Il lettore che si appresta alla lettura dei testi che compongono questa piccola silloge non potrà sperimentare la sorpresa e il piacere di vedere la poetessa leggere i suoi componimenti, lasciarsi incantare dalla voce monocorde, dal tono vagamente indifferente e dalla sua gestualità ritmica. Che dunque queste pagine che seguono siano insufficienti a comprendere la poetica di Francesca Gironi?
La risposta è no, non sono insufficienti perché quei gesti, quella fisicità che l’autrice adopera nel recitare le sue poesie è la stessa che usa nello scriverle. L’atto creativo primitivo, originario, quello che porta a tracciare la parola sulla carta (o sulla tastiera del pc) è il medesimo che poi ripete nel riportare alla luce le poesie tramite la voce. Ma è nel testo stesso, è nel versificare che noi troviamo quei passi di danza, quelle coreografie con cui Francesca Gironi fa muovere le parole.
Ed ecco che allora la pagina diventa un palcoscenico bianco di un teatro immenso, in cui tante piccole parole volteggiano disegnando significati, immagini, paradossi e ironiche situazioni. Tutto è all’insegna di una cercata, voluta, desiderata leggerezza. Le cose accadono e lei sembra viverle con leggerezza, con una punta di sano snobismo, di accondiscendenza.

L’autrice

Francesca Gironi è nata ad Ancona. Danzatrice e performer, attiva nella scena dei poetry slam, esplora il confine tra parola e gesto. È finalista ai campionati LIPS (Lega Italiana Poetry Slam) nel 2015 e nel 2016. Le sue poesie sono state antologizzate nell’album di spoken poetry SLAM IT e nella Guida liquida al poetry slam. Ha partecipato a diversi poetry slam tra cui Atti Impuri, POPS, Ritratti di Poesia, Trieste International Poetry Slam, La Punta della Lingua e altri. Il suo video poesia Quattro ottobre è stato selezionato al festival di video poesia Doctorclip e in contesti internazionali quali Carbon Culture Review e Moving Poems. Come danzatrice e coreografa è stata ospite di numerosi festival di arti performative e residenze creative. Ha collaborato con coreografi, video maker, artisti visivi, cantautori. Si è formata in danza contemporanea in Italia e all’estero. È laureata in lingue e ha un master in Germanistica conseguito all’Università di Halifax, in Canada. Lavora nell’editoria. Il suo primo libro dal titolo Abbattere i costi è edito da Miraggi.

La collana VersiGuasti

VersiGuasti è la collana di Kipple Officina Libraria diretta da Alex “Logos” Tonelli ed è interamente dedicata alla poesia e alla letteratura lirica in versione digitale, alla costante ricerca di connessioni e poetiche appartenenti al Connettivismo e non solo.

Francesca Gironi, Distruggi le prove
Copertina: fotografia di Francesca Tilio

Kipple Officina Libraria – Collana Versi Guasti – Pag. 23 – 0.95€
Formato ePub e Mobi – ISBN 978-88-98953-72-1

Link

Neve eterna


Mi confondo con le mie stesse estensioni muliebri e passo in rassegna ogni visione sul culmine della neve eterna.

Viaggio al centro della Terra | FantasyMagazine


Su FantasyMagazine la segnalazione del fumetto ricavato da Viaggio al centro della Terra, la celebre opera di Jules Verne.

Nicola Pesce Editore presenta Viaggio al Centro della Terra, adattamento a fumetti dell’omonimo romanzo di Jules Verne, su testi di Claudio Napoli e disegni di Marco Lirin. Dal romanzo fantastico di Jules Verne – precursore della fantascienza e del topos del “mondo perduto” – uno straordinario viaggio a fumetti nelle profondità del mondo. Il professore di mineralogia Otto Lidenbrock rinviene una pergamena scritta in caratteri runici: sono le indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso un vulcano…

Un viaggio ricco di avventura e colpi di scena, tra creature preistoriche ancora vive nei meandri della Terra, fiumi di lava, mostri e mari sotterranei!

Il morso dello sciacallo | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine una recensione a Il morso dello sciacallo, di Paolo Di Orazio.

L’autore romano ha nuovamente dimostrato di essere uno scrittore dallo stile ricercato e raffinato e, soprattutto, di riuscire a trasmettere alla perfezione quello che si cerca quando si legge un libro horror: la paura! La caratteristica che rende Di Orazio un artista unico è la complessità della sua  scrittura, sempre forbita, curata, ricca di dettagli e aggettivi sofisticati che rendono le descrizioni lucenti e tanto reali che sembra di vederle.

Di Orazio è l’artefice dello splatter italiano e arricchisce questo genere truculento e ostentatamente violento, componendolo con la sua tipica eleganza stilistica. Attraverso un’acuta commistione di realtà quotidiana ed elementi di carattere soprannaturale e circostanze irrazionali, riesce a offrire un’esperienza di lettura irripetibile. Ulteriore aspetto vincente de Il morso dello sciacallo, che poi è un’altra peculiarità di Di Orazio, è l’originalità assoluta.

I libri e i racconti di questi tempi soffrono di cliché, di costanti emulazioni. Assistiamo sempre più spesso a omaggi e citazioni che in pratica nascondono mancanza di autenticità. Questo autore invece garantisce che quello che si sta per leggere è una novità. Nessuno ha scritto prima di lui gli orrori che ci racconta. Tutto è nuovo e incantevole perché nasce la sua genuina creatività; le allucinazioni inquiete, gli incubi che narra, e anche gli omicidi che inventa,  sono di sua proprietà, sono solo suoi.

Chi ha già letto Paolo non farà fatica a riconoscere in queste note la sua cifra stilistica e quindi, il mio invito, è quello di accaparrarsi anche quest’opera, non ve ne pentirete.

Di lato…


Volgi lo sguardo verso l’abisso che è di lato a te…

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Sobre Monstruos Reales y Humanos Invisibles

El rincón con mis relatos de ficción, humor y fantasía por Fer Alvarado

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This blog is a part of my inner world. Be careful to walk inside it.

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La Poesia è tutto ciò che ti muore dentro e che tu, non sai dove seppellire. ( Isabel De Santis)

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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.

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