Su HorrorMagazine una recensione a Il morso dello sciacallo, di Paolo Di Orazio.
L’autore romano ha nuovamente dimostrato di essere uno scrittore dallo stile ricercato e raffinato e, soprattutto, di riuscire a trasmettere alla perfezione quello che si cerca quando si legge un libro horror: la paura! La caratteristica che rende Di Orazio un artista unico è la complessità della sua scrittura, sempre forbita, curata, ricca di dettagli e aggettivi sofisticati che rendono le descrizioni lucenti e tanto reali che sembra di vederle.
Di Orazio è l’artefice dello splatter italiano e arricchisce questo genere truculento e ostentatamente violento, componendolo con la sua tipica eleganza stilistica. Attraverso un’acuta commistione di realtà quotidiana ed elementi di carattere soprannaturale e circostanze irrazionali, riesce a offrire un’esperienza di lettura irripetibile. Ulteriore aspetto vincente de Il morso dello sciacallo, che poi è un’altra peculiarità di Di Orazio, è l’originalità assoluta.
I libri e i racconti di questi tempi soffrono di cliché, di costanti emulazioni. Assistiamo sempre più spesso a omaggi e citazioni che in pratica nascondono mancanza di autenticità. Questo autore invece garantisce che quello che si sta per leggere è una novità. Nessuno ha scritto prima di lui gli orrori che ci racconta. Tutto è nuovo e incantevole perché nasce la sua genuina creatività; le allucinazioni inquiete, gli incubi che narra, e anche gli omicidi che inventa, sono di sua proprietà, sono solo suoi.
Chi ha già letto Paolo non farà fatica a riconoscere in queste note la sua cifra stilistica e quindi, il mio invito, è quello di accaparrarsi anche quest’opera, non ve ne pentirete.
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