Su CarmillaOnLine una bella disamina di Sandro Moiso che analizza il titolo SULLA GUERRA. Crisi Conflitti Insurrezione, di Emilio Quadrelli, che con lucidità estrema – cosa poi non così difficile, vista la natura alquanto semplice del Capitalismo-Liberismo – delinea le forze in campo in questo quadrante temporale. Che poi, sono soltanto la necessità del guadagno, tutto il resto è scomparso in quest’affannosa ricerca. L’Iperliberismo mangerà se stesso se rimarrà confinato su questo pianeta, ecco perché c’è la corsa allo Spazio…
Quadrelli spende parole sintetiche e prive di dubbi fin dalle prime righe: “Il mondo è nuovamente in guerra. La crisi sistemica cui è giunto il modo di produzione capitalista non sembra avere altra via di uscita se non quella di un’immane distruzione di capitale variabile e capitale costante. Come le due guerre mondiali novecentesche sono lì a testimoniare, solo distruggendo il capitalismo può dare vita ad un nuovo ciclo di accumulazione. Il ricorso alla guerra, pertanto, diventa la soluzione non solo possibile ma necessaria”.
Mentre i media e i governi continuano a coltivare l’illusione che il modo di produzione capitalistico abbia superato le sua contraddizioni più violente e che la guerra generalizzata sia soltanto un brutto ricordo, di cui i conflitti attuali non costituiscono che un riflesso, in una società destinata a durare in eterno, l’autore ci ricorda che la guerra costituisce l’anima dell’imperialismo, sia nella sua forma finanziaria e commerciale che in quella guerreggiata. Non un errore da correggere, ma l’essenza del suo divenire e della sua sopravvivenza.
“Quanto la triade crisi-guerra-ricostruzione sia, oggi, un semplice dato di fatto è sotto gli occhi di tutti. Il mondo è già in guerra e la generalizzazione di questa una possibilità che sembra darsi dietro ad ogni angolo. In ciò vi è ben poco di soggettivo. La guerra non è il frutto di qualche folle «volontà di potenza» bensì il sobrio approdo di un processo oggettivo che nessuno è in grado di controllare. La borghesia imperialista la quale, aspetto che non deve mai essere ignorato, è l’agente «fenomenico» di forze storiche materiali e oggettive di cui incarna le funzioni senza, però, governarle coscientemente, precipita dentro la guerra non diversamente da come piomba nella crisi.”
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