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NeXT Hyper ObscureArchivio per giugno 28, 2017
Storielle zen dalla pianura orientale – Il nuovo libro di Marco Milani
È appena uscito il nuovo libro di Marco “pykmil” Milani, Storielle zen dalla pianura orientale, edito da Cavinato.
È una festa, perché era un po’ che Marco non ci donava qualcosa di nuovo, la sua vena zen non si è mai prosciugata e rasenta spesso il Fantastico, piacevolmente.
Qual è lo scopo del vivere? Ne ho sentite di campane, vive e morte, direttamente a voce o eredità postume in narrative e saggi, e alla fine propendo per quel che sembra il particolare comune a tutti, quindi per la risposta probabile, ovvero la più semplice. Lo scopo del vivere è… ‘vivere’. La criticità si afferma quando si comprende che il problema da affrontare è effettivamente sul ‘come’. Ho tralasciato coscientemente di aggiungere un ‘forse’ nel contesto della frase, in ogni caso quando avrò una risposta sarà quando saprò di averla. Due Becks possono di certo afflosciare e alleggerire una mente troppo angosciata da tale dilemma. Poi la stessa mente (l’effetto delle Becks non è eterno) decide che se per ‘102 racconti zen’ il buon Richard Brautigan ha coronato il suo personale viaggio terreno e se con 365 meditazioni Deng Ming-Dao ha trovato i suoi equilibri verso il ‘Tao per un anno’, una equa dose matematico-letteraria-zen a completare un testo, altro non sarebbe che un ulteriore modo consono per cercare di capire il ‘come’ in soggetto. È questo il mio obbiettivo. Sarà un tentativo da allestire sincero e coerente nel suo sviluppare ‘pensieri e poi parole’, ostentato il giusto per quanto una mente in cerca di risposte possa ritenersi giusta, atteggiandosi quel poco che serve per essere chiaro e per chiarezza s’intende capire cosa si è scritto dopo averlo pensato. Un in Sé e per Sé, con la mente livellata su frequenze simili a quando si gioca da un pezzo a Super Mario Bros, del ‘piccolo’ carico di buone intenzioni con la guida spirituale dei due ‘grandi’: confidenzialmente, Richard e Deng. Scrivere è ‘vivere’ o è ‘come’? Il primo passo è il piano attivo. Inizierò con un numero. Il divano su cui sono seduto e un sudoku parzialmente risolto mi danno l’input (grandi suggeritori gli oggetti), e tralasciando la prassi che mi ha portato alla definizione e anche sulla base di un ‘quoziente pigrizia’ di livello cosmico ma accettabile, ecco che arriva il numero: 121 saranno le scritture, di cui questa è la prima. Ne restano da fare 120.Entro quando? L’orologio in soggiorno mi fornisce la soluzione: il problema non è più un problema se si decide che problema non è. Il tempo non esiste. Quindi… si parte. Stai con me, compar-lettore, in compagnia si procede più volentieri. Si alleggeriscono momentaneamente i pesi della vita e si ottimizzano le percezioni di tempo-spazio, qualche volta si azzerano. Sarà una breve, spero interessante, esperienza di percorso con magari anche qualche tratto nondimeno in comune, perché il mondo, gira e rigira, alla fine è veramente piccolo. Namastè.
La copertina è un bellissimo programma, assolutamente coerente con tutto quello che Marco è. Namastè…
Coordinate
Le coordinate vettoriali si arrampicano sulle idee lasciate appese dalle semantiche selvagge, quelle che non potrai mai considerare vere e inoppugnabili.
La pienezza del vuoto | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione de La pienezza del vuoto, di Trinh Xuan Thuan. Parliamo di Fisica e saggezza orientale, un’unione di misticismo e razionalità, che poi è la stessa cosa.
Il celebre astrofisico vietnamita Trinh Xuan Thuan ricostruisce in questo libro divulgativo e pieno di fascino la grande odissea del Vuoto. Parte dall’appassionante invenzione dello zero, ci fa vivere la nascita della scienza sperimentale con Galileo e Pascal, quindi ci conduce fino alla fisica contemporanea passando per la teoria della relatività e la meccanica quantistica. Il vuoto, come viene concepito nelle più recenti teorie, è sempre più fecondo, come hanno sempre sostenuto le grandi tradizioni buddiste e taoiste, raccontate nell’ultimo capitolo del libro.