HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per agosto, 2017
Portata inumana
Ho ancora un motivo di disappunto da idealizzare, impianti grafici di portata inumana mi attendono per spiegare meglio ciò che dentro, è.
Supremazia
Nel viale del Trionfo Frattale, ripeterai sempre, ogni volta, in modi sempre nuovi la tua supremazia strutturale.
Il reale delle/nelle immagini. Effetto Sherlock. Il romanziere Conan Doyle, l’illustratore Paget ed il cineasta Hitchcock – Carmilla on line
Su CarmillanLine, nell’ambito di una breve disquisizione su come le immagini possano raccontare molto, copio questo stralcio che riguarda Blow Up, il famoso film di Michelangelo Antonioni che, tra l’altro, ho potuto apprezzare quest’estate in un’arena all’aperto (stupendo film, davvero stupendo).
In ambito cinematografico l’irrisolvibilità delle immagini è ottimamente messa in scena da Blow Up (1966) di Michelangelo Antonioni, non a caso indicato da Stoichita come una sorta di replica di Rear Window di Hitchcock. Anche il protagonista di Blow Up è un fotografo che sospetta di aver scoperto un crimine e anche lui ricorre al dispositivo fotografico ma mentre Jeff, immobilizzato, utilizza il teleobiettivo come strumento di intrusione senza scattare fotografie, Thomas (David Hemmings) è invece un personaggio dinamico che scatta a ripetizione. «Se La finestra sul cortile tematizza il vano di una finestra, che definisce e indica un divario, in Blow Up Antonioni cala il protagonista – e, insieme a lui, lo spettatore – nel cuore dello spazio fotografico. La trama di questo film a colori, infatti, ruota attorno a una serie di fotografie in bianco e nero che Thomas scatta durante una passeggiata» (pp. 158-159) e, continua Stoichita, soltanto quando sviluppa queste foto ha l’impressione di aver individuato un crimine. Ma fino a che punto si può essere certi di ciò che attesta una fotografia? Ingrandita ed analizzata in maniera maniacale la fotografia conduce ad un’immagine astratta ed indefinita. L’incertezza regna assoluta. È il trionfo dell’illusorietà dell’immagine. Il film di Antonioni mostra come «l’immagine non ci permette mai di penetrarla fino a svelarne i segreti più reconditi. Nell’orizzonte dell’immagine si trova l’indefinito e l’indefinibile, il vago, il cavo, l’assente, il vuoto, il nulla».
Giunti Editore presenta “Gli omicidi dello zodiaco” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione de Gli omicidi dello zodiaco, di Soji Shimada. Qui sotto la sinossi, mi ha colpito, molto intrigante perché è a metà strada tra Sherlock Holmes e una storia di lucido occultismo.
Siamo in Giappone sul finire degli anni Trenta. Heikichi Umezawa, un uomo assai ricco, artista eccentrico, appassionato di astrologia e alchimia, una giovinezza trascorsa a Parigi, una vita all’insegna dell’occultismo, dell’estetismo e del lusso, viene ritrovato morto, il cranio sfondato da un oggetto appuntito, nel suo studio chiuso a chiave dall’interno. È mattina e ha nevicato per tutta la notte, non ci sono tracce e tutti i possibili sospetti hanno alibi di ferro. L’artista ha appena completato l’ultimo di una serie di dipinti di soggetto astrologico. Ma soprattutto, tra gli appunti di Umezawa, gli inquirenti scoprono un progetto assurdo e mostruoso: la creazione di Azoth, l’essere femminile perfetto, assemblando parti del corpo di due sue figlie, due figliastre e due nipoti. Ognuna di queste ragazze, tutte vergini comprese tra i diciotto e i venticinque anni, appartengono a segni astrologici diversi e ideali per formare la creatura che costituisce l’ispirazione e il sogno di ogni alchimista. Il fatto è che, poco tempo dopo la morte dell’artista pazzo, le sei ragazze Umezawa vengono effettivamente uccise e ritrovate, variamente smembrate, in luoghi diversi dell’arcipelago nipponico, ciascuno con una precisa valenza magica e simbolica.
Chi ha ucciso Heikichi Umezawa? E chi ha messo in pratica il suo orrendo delirio? La Seconda guerra mondiale e la catastrofe del Giappone interrompono le indagini, ma trent’anni dopo un famoso maestro astrologo, appassionato di investigazioni, e il suo giovane assistente riprendono le fila di quel cupo enigma…
PREMIO VEGETTI 2017: I VINCITORI SONO BATTISTI E MONGINI « La zona morta
Su LaZonaMorta un compendio esaustivo della premiazione del Premio Vegetti 2017, che ha visto come vincitore della sezione saggistica, Giovanni Mongini. Un sentito grazie a Filippo Radogna.
Non misurabile
Mischiati in enormi centrifughe siderali, riusciamo soltanto a respirare e a discernere poche unità dimensionali in un contesto estraneo, ostile, immisurabile.
Fiori quantici
Le indennità sono fiori nel deserto, fiori secchi sotto il sole rovente di piccoli movimenti asfissianti in cui non riesci a muoverti per davvero, perché sei in bilico su più mondi quantici.
Gli uomini della Legione | Sherlock Magazine
Su Sherlock Magazine la segnalazione del prossimo Segretissimo, dedicato a Sergio Altieri, che ne è stato l’animatore per lunghi anni. Ecco dunque in edicola Gli uomini della Legione a cura di Franco Forte. Che ne scrive, di Sergio, così, e tutti noi che lo abbiamo apprezzato e amato, non possiamo far altro che sottoscrivere:
Proprio nei giorni in cui stavamo chiudendo questo libro per mandarlo in stampa, è accaduto un fatto terribile, che mi ha segnato personalmente e ha toccato tutto il mondo della spy story e della letteratura italiana. È scomparso uno dei pilastri della narrativa d’azione del nostro paese, Sergio “Alan D.” Altieri, che è stato comandante in capo di Segretissimo dal 2005 al 2011, quando mi ha passato il testimone. Se n’è andato un grande uomo, ma soprattutto uno scrittore straordinario, che con i suoi personaggi e le sue visioni profetiche sugli scenari di tensione internazionale ha saputo intrattenere un pubblico vastissimo. In questa antologia riproponiamo un suo racconto sistemato e rivisitato per l’occasione, e a fine anno Sergio avrebbe dovuto farci un immenso regalo: una nuova avventura dello Sniper, con il romanzo inedito Corpi nella corrente, quinto titolo delle avventure di Russell Brendan Kane, che tutti i lettori di Segretissimo conoscono bene. Con la precisione che lo contraddistingueva (non per niente era ingegnere di formazione), Sergio aveva già scalettato il romanzo, e ci eravamo sentiti poco prima della sua scomparsa per discutere degli ultimi dettagli della trama, dopodiché sarebbe stato pronto a tuffarsi in un’estate bollente di scrittura ad alta tensione, per fare avere a tutti noi una nuova, adrenalinica storia con il personaggio che è sempre stato nemesi di tutta la sua narrativa. Purtroppo questo non accadrà più, ma se mi sarà possibile cercherò di condividere con tutti i suoi lettori almeno il dettagliato piano dell’opera che aveva impostato, per poter gustare ancora una volta il tratto deciso della prosa di Altieri e respirare le atmosfere cariche di azione e cordite tipiche delle missioni dello Sniper.
Ho avuto modo di esprimere il mio cordoglio per questa perdita in varie sedi, ma ci tenevo a farlo anche qui, perché quello che pubblichiamo in apertura di questa antologia è l’ultimo racconto di Sergio a cui abbiamo lavorato insieme, e in qualche modo è anche il suo – migliore – biglietto di addio a noi della redazione di Segretissimo e a tutti voi lettori.Detto questo, come lo stesso Sergio avrebbe voluto, the show must go on, e dunque propongo di seguito la mia introduzione al volume come l’avevo scritta prima della morte di Altieri, per commemorare attraverso la narrativa di qualità la scomparsa di un grande compagno di vita e di lavoro. Adiós, amigo…
Atrium Carceri & Cities Last Broadcast – Laudanum
Mentre l’abisso si srotola giù, nel pozzo gravitazionale in ascesa.