Su L’Indiscreto un lungo articolo sulla Street Art; uno stralcio:
In un articolo uscito qualche settimana fa mi interrogavo su un dettaglio un po’ strano del graffitismo contemporaneo, cioè che spesso le opere inglobano elementi dello spazio architettonico come finestre, porte e comignoli. Ho il dubbio che questo stretto rapporto con lo spazio sia anche un modo per rendere le opere apprezzabili attraverso le foto. Grazie all’inclusione di una finestra o di altri oggetti di dimensione standard il graffito può essere osservato senza perdere un aspetto fondamentale delle opere murali: le dimensioni. Senza queste “inclusioni architettoniche” il graffito, immortalato in foto, apparirebbe senza termini di paragone utili a permettere di immaginarne le dimensioni, e finirebbe per non essere troppo diverso da un’illustrazione o da un disegno qualsiasi.
La mia ipotesi non è che questo stratagemma sia una fregatura, non credo che i graffiti non meritino più di essere considerati “di strada” (o “arte pubblica”) perché sono fatti per la fruizione indiretta attraverso le foto. Al contrario credo che l’arte pubblica sia attentissima alle dinamiche web, ai social network, al blogging e ai modi contemporanei attraverso cui veniamo a contatto con le immagini. E mi sembra che queste inclusioni possano esserne la prova.
Nei giorni successivi alla pubblicazione di quell’articolo mi è arrivato qualche messaggio, alcuni mi dicevano che sbagliavo a prendermela con i pochi artisti contemporanei capaci di regalare al pubblico la propria arte (capisco, e me lo aspettavo); altri invece mi hanno segnalato che l’interdipendenza tra la street art e internet è stata trattata da altri, come una ricercatrice tedesca, Katja Glaser, che sostiene addirittura che “The ‘Place to Be’ for Street Art Nowadays is no Longer the Street, it´s the Internet”. Questo il titolo di un suo articolo pubblicato su urbancreativity.org.
Secondo la studiosa molti street artist utilizzano le bacheche dei social nello stesso modo in cui si interfacciano con gli spazi pubblici. Le foto che vengono scattate (spesso dall’artista stesso) non sono semplici documentazioni del lavoro fatto dal vivo, ma una parte integrante delle opere stesse, che verranno interpretate dall’osservatore con la stessa attenzione rivolta a quelle fatte per strada. L’importanza di queste immagini è fondamentale per il lavoro degli street artist contemporanei e la prova tangibile di questa importanza sarebbe proprio l’utilizzo dei social, dei blog e soprattutto di instagram, da parte degli artisti stessi.
L’ha ribloggato su Arte&Cultura.
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