HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per febbraio, 2018
Non più semplice
Il resoconto della mia essenza si rivela estemporanea, ed estende la consapevolezza perché divento evanescente non più incarnato, non più semplice.
Pink Floyd – The WALL 1980 Video clips
Il delirio psichiatrico di Roger Waters lascia attoniti i suoi compagni. Ma, guardate di quale magnificenza erano però capaci i Floyd, all’apice del loro splendore cupissimo unitario. Ecco a voi un estratto da uno dei rari concerti di The Wall…
Jim Haynes – Electrical Injuries | Neural
[Letto su Neural]
Fanno subito capolino frequenze sofferenti, volatili, eteree ma anche lancinanti, in questa uscita di Jim Haynes per la Aussenraum, Electrical Injuries, composizione divisa in sei distinte tracce e densa di texture intricate, atmosfere malsane e suoni corrotti. Queste concatenazioni auditive possono essere grezze oppure frutto di ben articolati interventi manipolativi: non fa molta differenza – ci sembra – in relazione a ciò a cui tiene l’autore. Quello che stavolta pare significativo per Haynes è esprimere l’intensità della corrosione del suono senza troppi filtri e abbellimenti formali, con cesure che rispetto al passato sembrano più decise, vibranti ed efferate. Haynes ha una maniera tutta sua di conquistare l’attenzione, senza eccedere, ma tenendo alto il climax della narrazione, dando vita a trasalimenti sempre ricomposti e quasi armoniche ripetizioni, che s’insinuano all’ascolto modulando onde vibrazionali ipnotiche e penetranti. L’ispirazione può contare su molti degli stilemi tipici delle culture industrial e noise, eppure l’impressione è che nulla sia “già sentito” e che le abrasive evoluzioni elettroniche, potenziali strumenti d’offesa, emanino un’accorata impellenza. Haynes – che è ancora attivo anche come multimedia installation artist e sta di base a San Francisco – tiene a ricordare che la sua passione nel manipolare le catture auditive lo porta spesso al punto di non ricordare i procedimenti di trasformazione di quegli stessi elementi. Naturalmente questo presuppone d’utilizzare un gran numero di tecniche ed artifici, che in Electrical Injuries hanno a che fare con l’elettricità e l’attrito, con la disintegrazione ed altre forme di consunzione, quali strappi, rotture, ossidazioni, raschi e decadimenti, parti ben organizzate che trovano una giusta e precisa collocazione nel continuum dell’album. Se nelle lesioni elettriche reali la persona diventa parte di un circuito e sono riconoscibili i punti di entrata e di uscita della corrente, qui la tensione è più modulata, sopportabile, continua e insistita, cela percorsi più subdoli nel colpire la sensibilità dell’ascoltatore, evocando infine un danno solo apparente, che rivela essere – invece – una nuova linfa per il nostro sistema percettivo, continuamente all’erta nella rimodulazione di nuovi dati e informazioni.
Poême Électronique Vol. 3 (a Roma) – Rassegna di poesia e musica
Il secondo appuntamento con la terza edizione di Poême électronique – Rassegna di poesia e musica elettronica curata da Ksenja Laginja si svolgerà venerdì 2 marzo alle ore 19.00, presso l’HulaHoop Club di Roma, Via L.F. De Magistris 91/93. Reading di Lucianna Argentino, Stefania Di Lino, e uno speciale momento con Bibbia d’asfalto – Poesia Urbana e Autostradale insieme ad Annamaria Giannini e Redent Enzo Lomanno. A unire queste voci ci sarà Stefano Bertoli con le sue sperimentazioni elettromusicali. Emanuela Risso sarà la testimone del bellissimo spazio genovese Kowalski, dove tre anni fa iniziò questa avventura di Poême électronique. Ci vediamo lì?
Il Terrore Cosmico da Poe a Lovecraft – Parte terza | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la terza puntata del Terrore cosmico, da Poe a Lovecraft. I confronti della visione lovecraftiani con quella di Nietzsche s’intrecciano e danno a origine a interessanti punti di vista. Qui e qui le puntate precedenti.
Lovecraft condivide con il filosofo tedesco non solo l’anticristianesimo pagano ma anche la vuota inclinazione che ha l’uomo verso l’esistenza umana, priva di una qualsiasi “verità”, perché costretta a una incessante e inevitabile lotta per la sopravvivenza, la quale si pone oltre i limiti morali di bene o di male in quanto noi non possiamo «discendere o salire ad alcun’ altra “realtà”, salvo appunto quella dei nostri istinti…». Il dogma del cristianesimo viene ridotto a essere visto solo come un ingenuo punto di vista dovuto all’inconsapevolezza degli uomini o un’impostura religiosa. «L’obiezione generale mossa al cristianesimo è che esso ha soffocato la libera espressione artistica, calpestato benefici istinti e creato falsi e ingiusti modelli. Sulla base di questa convinzione, un mio amico, il signor Samuel Loveman, ha scritto una magnifica Ode a Satana.[…]La nozione di Dio è la logica conseguenza dell’ignoranza, perché la mentalità primitiva non concepisce alcuna azione che non sia il risultato di un atto di volontà di un determinato individuo.» In poche parole, per lo scrittore non esiste e non è mai esistita nessuna “retta via” ma più propriamente siamo e saremo sempre vittima di un profondo e intangibile dissidio cosmico, universalmente imparziale per tutti. «Ma non possiamo far predizione né determinare il futuro, perché non siamo nient’altro che creature condannate a un destino cieco.» È ovvio, quindi, che un siffatto sistema non può assolutamente coabitare con degli “esseri umani” ma più naturalmente con delle “bestie” la cui natura selvaggia e stolta vi convive in perfetta armonia e simbiosi. Ma Lovecraft, forse, sta parlando degli uomini? La sua arte macabra nasconde una drammatica denuncia all’infernale condizione umana resa difficile nella dura e brutale lotta per la sopravvivenza contro i suoi simili?
Melani de Luca – Post-Butt, The power of the image | Neural
[Letto su Neural]
Qual è il vero valore culturale e sociale dei glutei femminili nella nostra contemporaneità inflazionata dalle immagini? Quello che diamo per scontato essere attrazione sessuale o allusione ha più significati e sfumature nel suo uso pervasivo sui mass media e sui social media. La tesi dell’autore è che il fondoschiena è più contemporaneo di altre caratteristiche sessuali, ed è stato spinto soprattutto dalla viralità online. Il che è plausibile se pensiamo alla battaglia senza fine con i filtri automatici di Facebook contro la nudità, e a come i glutei sono di solito più facilmente consentiti o se pensiamo al termine “belfie” (selfie del fondoschiena), accettato nella lingua sia parlata che scritta. E nell’immensa vastità delle immagini erotiche online, che come l’autore evidenzia in maniera continua spostano la linea di confine fra “porno” e “non porno”, noi possiamo trovare molte immagini controverse con i glutei come elemento principale che sono considerate “non”. Con il primo scritto (stampato) sulla parte posteriore della biancheria intima femminile indossata, il libro fornisce sei capitoli visivamente ricchi. I testi sono interamente un’escursione intrigante sulla percezione e sulla tolleranza della società esposta ai fondoschiena, e al suo uso e significato strategico. L’iconografia è composta da estratti di account Instagram di persone celebri, screenshot di video hip-hop e pop, nonché da film classici e chirurgia implantare. Tutte le immagini sono stampate in bianco e nero, appianando la rispettiva estetica programmata e accentuando le ricorrenti somiglianze, illustrando lo studio in modo attento e coerente.