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Gli zombie sono tra noi. Questa affermazione ormai è diventata mainstream, nella sua intenzione scopertamente politica di vedere nella figura del morto vivente che è mosso soltanto dal desiderio di nutrirsi degli esseri umani; nella raffigurazione del compiuto dominio capitalistico, della “zombificazione” dei rapporti sociali, del collasso di qualsiasi forma di convivenza. Come tutte le affermazioni mainstream, però, questa raffigurazione, pur contenendo degli indirizzi critici notevoli, sta diventando una frase irriflessa, che non si chiede davvero chi siano gli zombie e chi siamo noi. Gli zombie, con la loro apatia, quel loro incedere in un mondo in rovina alla ricerca esclusivamente di fonti primarie di sostentamento, in realtà “portano alle estreme conseguenze la crisi del processo di individuazione”, come è stato notato da Rocco Ronchi. Questo autore si è confrontato filosoficamente con la moda zombie, rilevandone le caratteristiche letteralmente trans-umane. Secondo questa lettura lo zombie è il nostro prossimo che ha cessato per sempre di essere tale, con il quale non si può instaurare alcun rapporto possibile che non sia di mero conflitto. Quindi – aggiunge Ronchi – non esiste lo zombie, esistono solo gli zombie, massa indistinta e priva di ogni forma di individuabilità, “un plurale che non ha più l’uno come unità di misura”. In questo senso gli zombie rappresentano l’esatto antitipo del Leviatanodi Hobbes che vediamo nel suo celebre frontespizio: un sovrano che domina la città, il cui corpo è formato da tutti i suoi sudditi. Agli zombie Ronchi riserva, con una intuizione davvero interessante, il titolo greco – già rintracciabile in Platone – di onkos, “peso”, “massa”.
Questo l’incipit di un articolo di CarmillaOnLine sull’immaginario zombie, visto come espressione dell’appiattimento emotivo, interiore, come plagio della volontà della masse operato dal regime iperliberista vigente sul mondo. Buona lettura.
Nel lontano 2011 ho aperto questo blog, hyperhouse.wordpress.com, un luogo in continuo divenire e regolarmente arricchito da nuovi contenuti, una sorta di diario di bordo in itinere. Nel tempo queste pagine non sono solo diventate un punto di riferimento della galassia connettiva, ma anche un terreno di confronto creativo e discussione su argomenti legati al […]
Su RadioRosBrera è disponibile il podcast di un dibattito, ideato e orchestrato da Mariano Equizzi, che mi ha visto partecipare assieme a Ksenja Laginja sul tema delle culture sotterranee, quelle tematiche lontane dall’ufficialità del flusso spesso indottrinato e che invece costituiscono l’ossatura della cosiddetta Controcultura.Parliamo di un tema spinoso, […]
Mi sono accorto che incredibilmente mancava una pagina su questo blog, quella dedicata al mio primo racconto in assoluto, primo scritto e primo pubblicato: Il gioco, uscito per i canali quasi clandestini dei MilleLire di Stampa Alternativa, nel giugno 1993. Più di una vita fa, ormai, sfioriamo i trent’anni di storia che, ora, mi sembrano […]
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan
“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)