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NeXT Hyper ObscureArchivio per giugno 7, 2019
I contesti sono importanti…
Ogni simbolo è adagiato su istantanee di cognizioni condivise, archetipi in serie che perdono ogni valido senso se estrapolati da ogni contesto inumano.
Suspiria (2018): Un Horror che viola le regole di genere – L’occhio del cineasta
Su L’occhioDelCineasta un’articolata recensione a Suspiria di Guadagnino, controverso film che ha diviso spettatori e critici come non capitava da tempo. Per le mie considerazioni integrali spero a breve di fornirvi un link autorevole dove discutere, intanto godetevi le note che vi ho segnalato; un breve incollo:
Il film se non fosse stato denominato Suspiria poteva perfino non essere colleggato con l’opera visionaria di Dario Argento ma solamente al suo romanzo d’ispirazione per il film, Suspiria De Profundis. In fin dei conti per essere un remake: l’inizio, lo sviluppo o il finale dovrebbero essere simili. Per questi motivi mi viene da pensare che fare un riferimento nella promozione del film così forte al horror del 1977, non sia stata altro che un modo per sponsorizzare al meglio il lungometraggio, riuscendo a catturare i fan dell’originale, che probabilmente non sarebbero mai andati al cinema per vedere l’opera di Guadagnino.
Per dovere di cronaca va però detto che lo stesso Guadagnino ha voluto ribadire il concetto che il suo film non è un semplice remake ma un omaggio alla potente emozione che ha provato la prima volta nel guardare l’opera filmica. Molto interessante è stata, infatti, la rielaborazione della storia in chiave non propriamente Horror, benché a tratti la regia provi ad avvicinarsi a questo genere ma senza successo. Siamo più nell’ambito del genere autoriale in cui si ricerca una storia dai contorni sociali, politici e solo dopo di streghe. Per aggiungere tale sotto trame il regista è passato da una durata filmica dell’originale di 90 minuti a una di 152, minutaggio eccessivo per l’opera che rischia più e più volte di cadere in una sorta di autopiacimento autoriale e di raccontare poco o niente al pubblico.
Cronache dalla Miskatonic University – Sub Rosa. Tutti i racconti fantastici. Vol.3 | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione, a cura di Miskatonic University, di Sub Rosa, raccolta di racconti di Robert Aickman edita da Hypnos. Un bel passaggio della rece:
Il termine Sub Rosa, abbastanza comune nel lessico anglosassone, indica un’abbreviazione dall’espressione latina Sub rosa dicta velata est, che indica la “rosa come simbolo di segretezza”. Così, per semplificare, possiamo dunque interpretare il termine Sub Rosa come qualcosa di riservato che sarebbe preferibile non svelare.
Del resto la scrittura enigmatica di Aickman ci viene incontro e in più di un passaggio si ha veramente la sensazione di far quasi parte di una specie di ristretta e selezionata minoranza (addirittura una setta) a cui viene dato il privilegio di assistere ad alcune sconcertanti rivelazioni. Eccoci allora trasportati in un polveroso e buio negozio che vende stranissimi giocattoli, come ad esempio una vecchia e maltenuta casa di bambole di dimensioni a dir poco preoccupanti. Racconto, questo La stanza interna, che sono abbastanza sicuro abbia fornito parecchia ispirazione a un autore come Ligotti.
Oppure, come avviene nel conclusivo Nel bosco, verremo ospitati in una struttura sperduta tra le foreste svedesi che è a metà tra l’albergo di lusso e una clinica assai singolare che cura persone sofferenti di gravi forme di insonnia. E dormire fuori casa diventa davvero poco consigliabile se la meta del vostro soggiorno è la decadente Clamber Court descritta in La polvere sospesa, dove avrete il (dis)piacere di conoscere le glaciali e apatiche sorelle Brakespear, in un incubo che sembra partorito direttamente da un M.R. James in vena di scherzi macabri.
Lankenauta | Questione di virgole
Su Lankenauta la segnalazione di Questione di virgole, manuale operativo scritto da Leonardo G. Luccone su come si usa al meglio la punteggiatura, valorizzando lo scritto professionale o qualsiasi altro pensiero si stia esprimendo. Un estratto:
Cercando di riassumere in poche parole la marea di informazioni e consigli e esempi che vengono messi a disposizione nel libro si può dire che la punteggiatura sia il sistema attraverso cui si organizza un testo e non il “respiro” del testo (parlo di “respiro” perché da piccoli spesso ti dicono che i segni di interpunzione servono a farti respirare). Se visualizziamo un testo come una strada che ci porta da A a B, la punteggiatura rappresenta i dossi, gli incroci, le deviazioni, gli stop, le rotonde, gli ostacoli e quant’altro. È chiaro che si può tentare di andare da un punto all’altro con una retta, ma il testo ce lo rende possibile o ha bisogno di fare qualche curva, di rallentare qui e accelerare lì, di fare una fermata intermedia? Se c’è una montagna in mezzo e si vuole fare una retta come minimo c’è da scavare una galleria, oppure si può scegliere di percorrere un sentiero all’aria aperta, di sicuro più lungo e che ha bisogno di altra attrezzatura. Si possono scavare gallerie o percorrere sentieri: l’importante è essere attrezzati nel modo giusto. Questo breve saggio ricorda a chi legge quali e quanti siano gli strumenti necessari a seconda dei casi.
Dal 20 giugno arriva La musica di Erich Zann e altri racconti di Sergio Vanello | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di La musica di Erich Zann e altri racconti, adattamento a fumetti di Sergio Vanello di alcuni racconti di HPLovecraft, opera edita da Nicola Pesce. È interessante notare come ci sia, in questo periodo, l’esplosione di opere incentrate sul Solitario, testimonianza di un’estrema attualità del pensiero di Lovecraft, una certificazione di come le sue intuizioni siano estremamente reali, suggestive, fantastiche, valide ovunque.
Una raccolta di due tra le storie più intense di H. P. Lovecraft più un inedito, splendidamente adattate a fumetti dal meraviglioso acquerello di Sergio Vanello.
Il violinista Erich Zann suona tutta la notte, come in preda ad un incomprensibile rituale. Dietro la sua musica si nasconde però un’atroce verità: Erich Zann suona, di fronte alla finestra aperta, per tenere lontana l’oscurità con i suoi mostri indefiniti: l’intera umanità si regge sulle fragili note del musicista.
Nel secondo racconto, Una illustrazione e una vecchia casa, durante un temporale il protagonista si rifugia in una piccola casa in campagna, dove ad accoglierlo ci sarà un contadino che cova pensieri di cannibalismo.
Nella terza storia, Samsara, le angosce e la sofferenza prenderanno una forma speculare a quella del protagonista, conducendolo verso l’oblio della distorsione dello spazio e del tempo…