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NeXT Hyper ObscureArchivio per luglio, 2019
Woyzeck, quattro racconti fantastici adattatati da Dino Battaglia | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di un libro che è un po’ la quintessenza del Fantastico: Woyzeck, tavole disegnate da Dino Battaglia, ispirate a racconti di E.T.A. Hoffmann, Adelbert von Chamisso e Georg Büchner. La quarta:
Quattro personaggi, appartenenti a quattro diversi racconti del genere fantastico del grande Romanticismo tedesco, scritti dalle penne di Hoffmann, von Chamisso e Büchner. Quattro personaggi diventati per caso protagonisti di vicende all’insegna dell’orrore e del bizzarro.
L’imperdibile ottava uscita della collana Dino Battaglia, nella quale la forza rivelatrice delle chine del grande autore veneziano e i suoi straordinari chiaroscuri ci racconteranno di un mercante di occhi attraverso cui poter entrare in contatto con una visione celestiale; dei misteri di una casa disabitata e del suo letale richiamo; dei tormenti nella mente del povero Woyzeck e infine di un uomo che baratterà la ricchezza eterna per… la sua ombra.
Sherlock Holmes & il Mostro di Firenze | SherlockMagazine
Su SherlockMagazine la segnalazione del romanzo Sherlock Holmes & il Mostro di Firenze di Francesco Ciurleo. Interessante la quarta:
Cosa accadrebbe se il più celebre investigatore di tutti i tempi, incontrasse il più famoso assassino seriale italiano? Il grande Sherlock Holmes, troverebbe certo la soluzione del caso… oppure no?
Il Soggetto Ignoto che dal 1968 al 1985 terrorizzò le campagne nei dintorni di Firenze e l’Italia intera, uccidendo coppie di giovani, potrebbe avere finalmente un nome e un volto. In questo romanzo l’autore mescola fatti reali con elementi di fantasia, dando vita a una storia curiosa.
Comodità
Il cliché è atteso sulle rive della cognizione, abbrivi che non portano nulla alla conoscenza ma educano a una pessima comodità.
HomePage dell’Asino Rosso
L’asinoRosso ha una nuova HomePage. Il sito di Roberto Guerra, ormai da lungo tempo diventato editore neofuturista e cyberpunk, si rimette a nuovo e propone una soluzione più razionale per trovare le pubblicazioni che vi interessano; scavate a fondo, esplorate…
Dahaka – Early Modern Infrared | Neural
[Letto su Neural]
Early Modern Infrared è un progetto nel quale il duo italiano conosciuto come Dahaka è partito da registrazioni modificate di una fotocamera a scansioni infrarosse e frammenti di musica che risalgono allo stesso periodo nel quale sono stati realizzati i dipinti corrispondenti alle immagini assunte come oggetto d’indagine. Ecco, questo è un classico esempio d’operatività artistica contemporanea che cerca un forte rapporto fra il digitale e la storia, e per il quale – a farla breve – l’idea prescinde dalla resa estetica, non nel senso che non la si contempli affatto, ma in ragione della scelta che prima venga il pensiero di una struttura musicale precisa e solo dopo si dia inizio al processo di realizzazione dell’opera. Come per mezzo della radiografia a infrarossi sono studiati – con l’aiuto di un rilevatore sensibile – gli strati sottostanti di colore, così l’impianto formale delle pitture prese in esame fornisce generiche indicazioni sulla musica, che sarà scelta fra quelle dell’epoca stessa della rappresentazione pittorica. La metafora che noi cogliamo è quella di un deep scanning nel quale tuttavia è ancora l’artista a decidere della resa definitiva (e infatti in questo caso le parti cameristiche sono ridotte al minimo ed è molto più ridondante l’apparato di pulsazioni e sibili, raschi e glitch). L’effetto è affascinante e all’ipnosi indotta dalle registrazioni assai iterate e sintetiche fanno da contrappeso centellinate parti classiche. Il continuum di oltre un’ora e dieci minuti conquista progressivamente all’ascolto e se i materiali scuri come il carbone assorbono la luce a infrarossi, i materiali più leggeri la riflettono e diverse lunghezze d’onda penetrano in diversi strati del dipinto, rivelando varie parti dei livelli sottostanti. In tutte le registrazioni si fa sempre uso d’immagini scansionate e anche l’artwork è un’immagine multispettrale, in questo caso di un particolare della Madonna Col Bambino di Cimabue a Castelfiorentino (Firenze), così come la cover posteriore e l’immagine sull’altro lato del progetto grafico sono dettagli tratti da La Deposizione Borghese, un dipinto di Raffaello Sanzio datato 1507 e attualmente conservato nella Galleria Borghese a Roma. I Dahaka sono davvero meticolosi nell’assemblare tutti i differenti dati accumulati e il risultato – nella capacità delle sequenze di catturare la nostra attenzione – riesce infine anche a far dimenticare, con la sua bellezza, la complessità del processo.
Il mio ultimo post per il blog di Kipple | KippleBlog
Roberto Bommarito scrive l’ultimo post per KippleBlog. È un momento di tristezza, di necessità che non si vogliono nemmeno mai pensare, ma il futuro può riservare tutto ciò che è lecito pensare. Grazie Bob, sei stato un eccellente redattore le tue interviste e lampi di acutezza fantastica e culturale hanno lasciato il segno; Kipple rimane la tua casa, per noi lo sei sempre.
In questi anni ho avuto la fortuna di essere parte della trasformazione e crescita di Kipple Officina Libraria. Tanti autori – anche internazionali – registi, fotografi, artisti sono stati ospiti sulle pagine virtuali del blog.
Una bella esperienza che mi ha permesso soprattutto di conoscere sia virtualmente che nella vita reale persone meravigliose come Lukha B. Kremo, Sandro Zoon Battisti, Ksenja Laginja e tanti altri. Ma con questo ultimo post arriva per me il momento di salutarvi.
E quindi un grazie di cuore a Kremo e Sandro per aver creduto in me. E grazie di cuore a voi tutti che in questi anni avete seguito i miei post sul blog (che comunque non chiuderà).
Un grazie e un ciao a tutti!
Roberto
Una Tomba per gli alieni: La trasmissione dei fantasmi
Sul blog di Uduvicio Atanagi un suo brano che racconta una possessione occulta, molto ben dettagliata. I brividi, per chi sa…
Ci nutriamo di fantasmi, o forse sono loro a nutrirsi di noi.
I fantasmi originali, la forma zero potrebbero essere forme esterne, strutture cognitive che si muovono svuotate al di fuori di noi, o forse incluse, parte integrante della nostra struttura.
I fantasmi non sono eterni, alcuni di loro muoiono nel corso del tempo, la loro forza si spegne, si logora. Alcuni sono morti subito, mentre nascevano, alcuni ci trasformano in cimiteri viventi, condannati a portarne le carcasse svuotate, altri vivono fino a che trovano un organismo ospite, una cultura, una lingua dove abitare come gusci psichici.
Chi legge un fantasma gli permette di prendere forma, radicarsi nella sua struttura biologica, innestarsi nella sua struttura energetica.
Alcuni organismi ospite assumono il ruolo riproduttivo. Sono i medium, i sensitivi, coloro che cercano senza sporcare lo stampo, attenti a riportare tutto il possibile, attenti a non romperlo col loro ego.
Questi individui replicano il fantasma donandogli nuove incarnazioni, esponenziali possibilità di mutazione e riproduzione.
Boy, Pedro, Sebastian, Lucio, i nomi che gli diamo, non sono altro che involucri che li contengono. Un mezzo di trasmissione che gli permette l’innesto, e eventualmente la riproduzione.
Forse la nostra funzione è quella di servirli, forse loro vivono per noi e noi per loro. Forse senza di loro non saremmo niente. Finiamo per amarli più della nostra vita, la loro realtà scende come una nebbia, si addensa, si incastra alla nostra.
Ci dormono accanto, ci seguono per mano nei sogni.
Li definiamo e siamo a nostra volta definiti dalle loro forme spettrali, l’apparizione di un volto notturno, l’emergere di un pallore bendato dall’oscurità primordiale che abita il sonno, il dormiveglia, la paralisi, l’oobe.
Note sulla quarta dimensione | L’INDISCRETO
Su L’indiscreto un bell’articolo che indaga le implicazioni della quarta dimensione; un estratto:
Durante il periodo che ora chiamiamo “fin de siècle”, cioè fine del secolo, due mondi si sono scontrati. Le idee morivano tanto facilmente quanto venivano al mondo. E in una sorta di logica hegeliana di tesi/antitesi/sintesi, le idee più interessanti sono nate da genitori diametralmente diversi. In particolare, l’ultimo soffio di spiritualità vittoriana ha infuso la scienza di un certo misticismo. La teosofia era portavoce di tutta la rabbia del tempo; Huysmans trascinò Satana nella Parigi moderna; e poeti e studiosi eccentrici si incontrarono nella sala di lettura del British Museum sotto l’egida della Golden Dawn per una tazza di tè e un po’ di demonologia. Come conseguenza di tutto ciò, alcuni termini scientifici tuttora in uso, sono il risultato di strane e meravigliose idee che sono state sviluppate proprio all’inizio del secolo. È il caso dello spazio, che affascinava matematici, filosofi e artisti con le sue insondabili possibilità.
Al di fuori dei circoli matematici, questa tendenza iniziò in modo piuttosto innocuo nel 1884, quando Edwin A. Abbott pubblicò Flatland: “Un romanzo dalle molte dimensioni”, sotto lo pseudonimo di A. Square. Nella bella tradizione della satira inglese, Abbott crea un mondo alternativo, una sorta di arena senza senso per ridicolizzare le strutture sociali dell’Inghilterra vittoriana. In questo mondo bidimensionale, classi diverse sono composte da poligoni diversi, e le leggi sui lati e gli angoli che sostengono la gerarchia si spingono fino all’assurdità. Inizialmente l’opera è stata solo moderatamente popolare, ma ha introdotto esperimenti mentali che permettevano al grande pubblico di visualizzare numeri di dimensioni superiori alla terza. Ha anche spianato la strada a un pensatore assai più esoterico che avrebbe avuto effetti di più ampia portata con il suo mix di misticismo e di matematica.
Nell’aprile 1904, C. H. Hinton pubblicò The Fourth Dimension, un libro di matematica molto popolare, basato su concetti che aveva sviluppato sin dal 1880, in cui cercava di stabilire una dimensione spaziale aggiuntiva alle tre che già conoscevamo. Non stiamo parlando del tempo che oggi siamo abituati a considerare come la quarta dimensione; quell’idea è arrivata un po’ più tardi. Hinton stava parlando di una dimensione spaziale reale, di una nuova geometria, fisicamente esistente e persino possibile da vedere e sperimentare; qualcosa che ci collegava tutti e ci avrebbe portato a una “Nuova Era del Pensiero”. (È interessante notare che proprio nello stesso mese in una stanza d’albergo al Cairo, Aleister Crowley parlò con gli dei egiziani e proclamò un “Nuovo Eone” per l’umanità. Per quelli di noi che si divertono a tracciare i retroscena subculturali della storia, sembra che una strana sincronicità abbia collegato brevemente un matematico mistico a un mistico matematico – una cosa abbastanza notevole).
Lo scrittore dell’abisso | Pulp libri
Recensione di Walter Catalano a Terrore degli abissi e Acque profonde, opere di Edizioni Hypnos che racchiudono i racconti di mare scritti da William Hope Hodgson. La trattazione fa un quadro anche della vita dell’autore. Su PulpLibri.
In questo campo Hodgson fu autore innovativo e originale nei registri del fantastico e del weird che seppe articolare essenzialmente in tre direzioni: l’horror cosmico dei suoi romanzi maggiori, La casa sull’abisso (1908) e La terra dell’eterna notte (1912), che profonda influenza avrebbe avuto su H. P. Lovecraft e tutti i suoi seguaci; il mystery sovrannaturale, con i racconti dedicati a Thomas Carnacki, l’ennesimo detective dell’occulto da affiancare al Martin Hesselius di Le Fanu, al Jules De Grandin di Seabury Quinn, all’Harry Dickson di Jean Ray, al Principe Zaleski di M.P. Shiel, al Van Helsing di Bram Stoker, ma soprattutto al Phisician Extraordinary per antonomasia, il contemporaneo John Silence di Algernon Blackwood. A differenza di questi ultimi, però, Carnacki, mantiene un piglio ironico e disincantato nei confronti del fantasma di turno che disinfesta utilizzando, a preferenza delle arcane conoscenze esoteriche, strumenti parascientifici di ispirazione assolutamente positivista come il pentacolo elettrico (innovazione di quelli tradizionali dei grimoire), la barriera cromatica e altre affini diavolerie metapsichiche della Seconda rivoluzione industriale. Infine si annovera il weird marinaresco, nella tradizione del “Manoscritto trovato in una bottiglia” e del Gordon Pym di Poe, dei suoi romanzi Naufragio nell’ignoto (1907), I pirati fantasma (1909) e della gran parte dei suoi racconti.