Su Lankenauta una recensione a un breve – e quindi impreciso, quantomeno grossolano – excursus sulla storia dell’alchimia. Nomi toccati, molti, da verificare l’esattezza surreale della trattazione ma, tant’è, sempre interessante che se ne parli. Un estratto:
Alchimia: una parola evocativa, che fa venire in mente misteriosi esperimenti, alambicchi, scienziati, negromanti, segreti, formule, laboratori ben nascosti.
Il termine alchimia designa quell’insieme di teorie e discipline pratiche che si prefiggevano di ottenere la trasmutazione in oro dei metalli cosiddetti “vili” o di altre sostanze. Tale fine viene perseguito attraverso la ricerca di un principio agente e reagente unico (chiamato la pietra filosofale o quintessenza, argento vivo), questo scopo poteva coincidere o coesistere col raggiungimento dell’elisir di lunga vita o medicina universale (panacea).
L’alchimia attraversa tutta la storia umana e coinvolge numerose personalità interessanti, anche il famoso Isaac Newton, che però presto si rivolse alla scienza, si lega a società segrete come la Massoneria, è una sorta di fiume sotterraneo molto complesso, difficile da interpretare e spesso piuttosto caotico e così multiforme da risultare sfuggente.
Rimane essenziale il suo principio fondamentale, quello analogico: “Ciò ch’è in basso è come ciò ch’è in alto, e ciò ch’è in alto è come ciò ch’è in basso, per fare i miracoli della cosa una”. Così è scritto nella Tabula Smaragdina (Tavola di smeraldo), il principale testo attribuito a Ermete Trismegisto – ”tre volte grandissimo” – l’originario dispensatore dell’antichissima conoscenza egizia all’umanità.
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