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Archivio per ottobre, 2019

L’orrore sovrannaturale di Montague Rhodes James – A X I S m u n d i


Su AxisMundi un lungo trattato sull’opera letteraria di Montague Rhodes James, weird e orrore cosmico in nuce che poi fu ampliato anche da Lovecraft. Un brano:

Tra i più validi esponenti del filone horror sovrannaturale all’interno dell’ecumene britannico della sua epoca, Lovecraft riconobbe l’importanza sopra tutti di quattro autori; di due di questi abbiamo già parlato sulle nostre pagine, e questi sono Arthur Machen e Algernon Blackwood. Gli altri due grandi maestri contemporanei erano a suo parere da rintracciarsi nell’irlandese Lord Dunsany, particolarmente importante per il Nostro per quanto riguarda il suo ciclo di racconti più onirici, e in uno scrittore «diametralmente opposto al genio» del primo, e altresì «dotato di un potere quasi diabolico nell’evocare l’orrore con tocchi delicati partendo dalla più prosaica realtà quotidiana» [Teoria dell’Orrore, p. 421]: l’erudito Montague Rhodes James, nato nel Kent nel 1862 e destinato a passare a miglior vita nel 1936, pochi mesi prima di Lovecraft, di cui tratteremo in questa sede. Secondo Lovecraft [Teoria dell’Orrore, p. 427]:

«Il dottor James, nonostante il suo tocco lieve, evoca terrore e repulsione nelle forme più sconvolgenti; e rimarrà certamente come uno dei pochi, veri maestri e creatori di questo tenebroso genere letterario».

Finally


Il controllo è potente nei tuoi circuiti neurali potenziati da bit quantistici. Finalmente, non sei più umano.

Urobos


La barocca complessità dei rimandi occulti del Tutto al Tutto.

Reale essenza


Oltre le barriere, si rivelano i simboli della notte psichica. Ne fai parte con empatia feroce, è la tua reale essenza personale a vivere così intensamente.

Venature psichiche


Espressioni e istanze, momenti ed estensioni; ogni evento interiore si può riflettere nel mondo esterno come atti di mangia estrema, e tu ne potrai studiare ogni venatura psichica.

Scale musicali


Ho perfezionato le scale musicali affinché risultassero soltanto idee in formazione, esperimenti psichici di Sincronicità che stupiscono ogni volta che si palesano.

In attesa…


Sinapsi alloggiate su allocazioni statiche virtuali, in attesa di onde sismiche generate da cerebralità nefande.

Pink Floyd, in rete un raro video del tour di “Animals” | News | Rockol


Da RockOl un articolo che evidenzia un filmato molto raro del tour di Animals, dei Pink Floyd; parliamo del 1 marzo ’77, a Monaco. Meraviglioso…

RILEGGENDO IL RICHIAMO DI CTHULHU (OVVERO LA PAURA) | GiornalePOP


Su GiornalePOP un bell’articolo che spiega esaurientemente, se mai ce ne fosse bisogno, il pensiero di HPLovecraft. Incollo qualche passo:

«Ritengo che la cosa più̀ misericordiosa al mondo sia l’incapacità̀ della mente umana a mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell’infinito, e non era destino che navigassimo lontano. Le scienze, ciascuna tesa nella propria direzione, ci hanno finora nuociuto ben poco; ma, un giorno, la connessione di conoscenze disgiunte aprirà̀ visioni talmente terrificanti della realtà̀ e della nostra spaventosa posizione in essa che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo».

In questa frase, con cui si apre Il Richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu, 1928), è contenuta l’anima che ha caratterizzato tutta l’opera di Howard Phillips Lovecraft (20 agosto 1890 – 13 marzo 1937). La sua concezione pessimistica e la paura (terrore) dell’uomo verso l’ignoto sono racchiuse in queste parole.

In Il Richiamo di Cthulhu lo scrittore di Providence (città del Rhode Island, in Usa) inserisce i suoi temi preferiti. Ci sono un’indagine basata su presunti fatti reali e viaggi per mare, arcane profezie e la scoperta di macabri culti che fanno capo a orribili idoli dediti alla morte. Follia e morte si succedono una dopo l’altra tra le sue pagine.

Lovecraft ha una spiccata predilezione per quella paura “inenarrabile”, così grande da prevaricare e travolgere ogni cosa e persona. Per lui l’uomo è solo qualcosa di passeggero, destinato a svanire dall’universo senza che questi ne sia consapevole, come un errore di poca importanza che verrà automaticamente corretto. L’essere umano ha mentito a se stesso autoconvincendosi di essere il centro dell’universo. Ma esistono poteri assai più grandi, esseri così spaventosi che il solo descriverli è causa di indicibile terrore, e che sono in grado di distruggerci con la loro semplice visione: gli Antichi.

Conosciuti anche come Elder Things o Elder Ones, nell’immaginario creato da Lovecraft, gli Antichi sono creature provenienti dallo spazio che dominarono sul nostro mondo, ancor prima che vi fosse traccia del genere umano.
Cthulhu è uno di questi esseri primordiali, il sacerdote dei Grandi Antichi che un marinaio, unico sopravvissuto dell’equipaggio di una nave che ha avuto la sfortuna di incontrarlo, così descrive: «la Cosa apparve con passo pesante e, a tentoni, infilò la sua immensità̀ verde e gelatinosa attraverso la buia soglia La Cosa è indescrivibile: non esiste una lingua per simili abissi di follia urlante e antichissima, per simili contraddizioni soprannaturali della materia, della forza e dell’ordine cosmico. Una montagna che camminava o barcollava. suoi flaccidi artigli la Cosa titanica e astrale sbavava e farfugliava L’orrenda testa di polipo, con i tentacoli che si contorcevano».
Il Grande Antico è una delle creature più famose, se non la più famosa, creata dalla mente di Lovecraft. Ha valicato i confini della propria opera letteraria di appartenenza, entrando in un immaginario collettivo consolidato nel tempo che lo ha portato a essere “protagonista” con i suoi miti sia in svariate opere apocrife che come “semplici” citazioni. 

Ne La città senza nome (The Nameless City, 1921), il poeta pazzo Abdul Alhazred, autore del Necronomicon, il libro maledetto, enunciò i suoi versi più famosi e inquietanti: «Non è morto ciò che può attendere in eterno, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire».
Qualche anno dopo, ne Il richiamo di Cthulhu, gli adoratori del Grande Antico durante i loro rituali cantano «Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn», che tradotto dalla lingua degli antichi significa (più o meno) «Nella sua dimora a R’lyeh il morto Cthulhu attende sognando», spesso abbreviato in Cthulhu fhtagn.
La morte stessa può avere un termine e morire, lasciando solo questi esseri provenienti dai meandri più oscuri e impossibili dello spazio e del tempo, morti eppure vivi, addormentati in attesa di essere richiamati, per tornare a dominare le creature dell’universo tra incubi indicibili e indescrivibili orrori. Questa idea è un paradosso inquietante che eleva l’orrore a un livello superiore e, contemporaneamente, annichilisce ogni speranza.

Il fascino degli scritti di Lovecraft si collega alle nostre paure più ancestrali. Dal nome della bestia che non può essere pronunciato da nessuno, al suo potere al di là di ogni nostra conoscenza, Lovecraft “affida” all’orrore cosmico gran parte del suo lavoro. Il terrore generato dall’autore va oltre la nostra mente e riguarda qualcosa di terribilmente enorme e smisurato, ma che possiamo appena intuire. A questo si aggiungono le congregazioni segrete e le sette, dedite a culti misteriosi e orribili rituali. Non ci si può fidare di nessuno, perché chiunque potrebbe esserne un membro o un seguace. La diffidenza, l’alienazione, l’ottenebramento che portano a una follia di cui Lovecraft è capace narratore, fa sì che questi culti possano perpetuarsi con la loro presenza soffusa ma costante, come la forza di un rituale nefasto, che accompagna la vittima al suo destino di orrore, follia e morte

Egypt Gods: MAAT goddess of Justice


I primordi (o le tarde interpretazioni) dei Tarocchi.

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