Ho terminato da poche ore la lettura di Viale dei silenzi, romanzo di Giovanni Agnoloni edito da Arkadia Editore. Chi conosce Giovanni si aspetta dalla sua prosa un delicato intreccio di fantascienza ed esoterismo, una perfetta sintesi di fantastici diversi eppure congruenti che mirano a una forma di trascendenza dal sapore mistico e, al contempo, reale.
Invece con Viale dei silenzi l’autore si è misurato con un obiettivo diverso, più elevato: ha calato la sua sensibilità nel contemporaneo, nel quotidiano, ha cercato di raccontare la sua versione di quello che possiamo definire mainstream, ovvero letteratura non di genere; di certo, però, non è cambiato il suo stile, a dimostrazione che chi sa scrivere affronta senza problemi ogni possibile variante dell’arte letteraria.
Cosa racconta Agnoloni in questo suo nuovo romanzo? Di una ricerca irrefrenabile del padre, non affannosa, non frenetica, ma sistematica; la lancinante mancanza di un genitore anima il protagonista della storia – dietro cui è facile scoprire proprio l’autore, scrittore anche nella finzione del libro – il quale attraversa il cuore di un’Europa contemporanea, forse preconizzante gli scenari distopici che in precedenza Giovanni aveva delineato nella “Trilogia della fine di Internet”, inseguendo le tracce che il genitore ha lasciato – in fuga, perché? – in nazioni anche assai diverse tra loro (Polonia, Germania, Irlanda; la Toscana sempre sullo sfondo).
Pochi i personaggi coinvolti nel romanzo, ma ben nitidi; molte le suggestioni che Agnoloni narra e i meccanismi del noir, del thriller e del flusso di coscienza si coniugano perfettamente tra loro, sciolti da una prosa semplice e aulica, complessa e fruibile, fino a mostrare una tensione interiore che fa del rimpianto, del dispiacere e della ricerca di un rapporto perduto una bandiera che può essere sventolata dai connettivisti, compagni di Giovanni nella scrittura di genere che da tempo hanno imparato a guardare verso gli scenari, prima sconosciuti, del mainstream.
E la fine del romanzo? Una sorpresa, un giusto e inevitabile epilogo che apre le prospettive del futuro in cui, è inevitabile, il mondo del fantastico regna tuttora sovrano e indisturbato. La perfetta crasi tra due declinazioni del narrare porta a un solo inevitabile risultato: l’arte.
Incollo qui sotto la quarta fornita da Arkadia; il libro è disponibile in cartaceo al prezzo di 15€. Buona lettura!
Un’indagine nei territori della memoria. La ricerca di un padre misteriosamente scomparso da parte di un romanziere girovago. Un viaggio sospeso tra Varsavia, Berlino e l’Irlanda, con il ricordo della Toscana che riemerge da uno sfondo di esperienze sofferte, insieme a segreti ancora da scandagliare. E quando tutto sembra perdersi nei rivoli di un’esistenza schiacciata dal quotidiano accade un incontro inaspettato ed enigmatico con una donna-musa giunta da lontano a rivelare aspetti nascosti della verità, innescando uno spietato confronto mentale tra l’Italia di un tempo e ciò che ne è rimasto. Viale dei silenzi è un romanzo viscerale, che si addentra nel tormento creativo di uno scrittore sradicato e umanamente incompiuto. La risposta ai suoi interrogativi potrà venire solo dal seguire un itinerario sospeso sul fantasma di un’Europa lacerata, dove ogni punto di riferimento sembra essersi frantumato.
Rispondi