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NeXT Hyper ObscureArchivio per gennaio 3, 2020
Le incarnazioni
Soffio sulle parole rese sterili dal pensiero umano, quando i dolori istantanei sono soltanto esternazioni delle incarnazioni.
Lankenauta | Libro dei fulmini
Su Lankenauta la recensione a Libro dei fulmini, strano romanzo di Matteo Trevisani. Un copiaincolla della critica, giusto per capire cosa ci troviamo davanti:
Il protagonista del romanzo di esordio di Matteo Trevisani (Libro dei fulmini, Atlantide 2017, Euro 20,00) è uno studioso di magia ed esoterismo e fa il giornalista culturale per una rivista per la quale si occupa di “musei abbandonati, chiese senza più storia, templi romani obliati”. Anche lui si chiama Matteo come l’autore, il quale egli stesso da sempre si occupa di esoterismo, scienze occulte e filosofia, forse più di un sospetto sulla nascita di un nuovo genere letterario di tipo ibrido quale potrebbe essere definita un’auto fiction in salsa di saggio archeo-filosofico? Matteo ci accompagna in una Roma umbratile e crepuscolare, anche se per lo più limitatamente a quella delle antiche vestigia imperiali e invasa dalle orde di turisti, con i palazzi trafitti dall’arancio dei raggi del sole al tramonto, alla ricerca dei misterici segni lasciati dai fulmini. I fulmini sono i messaggeri degli dei e tramite fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il loro culto che testimonia il rapporto della divinità con gli umani e risponde alla necessità di “normalizzare i rapporti fra cielo e terra”, è tramandato nei secoli e risale prima ancora che ai romani, agli etruschi che ne furono i primi sacerdoti.
Matteo riceve un messaggio sul telefono che lo invita a recarsi al Tabularium, la terrazza che domina il Foro romano ed è da lì che tutto ha inizio, con la visione di una strana e arcaica cerimonia alla quale sembra sia stato chiamato a assistere in quanto eletto.
L’irraggiungibile
Il riflesso si disperde sul filo lagunare, mostrando perfezioni poetiche di rara suggestione, e impossibile realizzazione umana.
Cognizioni mancanti
Ricorsività lasciate affondare nelle melme dimensionali in cui ti muovi, sembrano segnali o coincidenze, ma sono soltanto esperienze mancate di realtà superiori.
La sublime decadenza del pulp: Sognando Venera di Claude Lalumière | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione di Sognando Venera, romanzo assai particolare di Claude Lalumière. Di cosa si parla? Mi affido all’articolo per spiegarvelo bene:
I racconti che compongono il libro sono divisi in tre parti. La prima sezione segue i migranti o gli aspiranti tali nel loro arrivo a Venera: sono persone che hanno sentito parlare della città e che sono venute alla ricerca dell’amore perduto o per partecipare ad un convegno letterario. La seconda sezione offre brevi scorci della sua storia a partire dal periodo romano per proiettarla, poi, verso un futuro indefinito. La terza ruota attorno all’opera e alla vita di un enigmatico personaggio, Magus Amore, romanziere, scrittore di fumetti e mago pagano.
Tra le numerose fonti che hanno ispirato l’opera, lo scrittore cita il Mediterraneo e l’Italia, ma soprattutto, come è facile capire dal titolo, Venezia. La città e il suo mare hanno avuto un impatto talmente forte, da consentirgli di concludere, in breve tempo, buona parte dei racconti del romanzo. Un ulteriore omaggio all’Italia e alla musicalità stessa dello scritto può essere rintracciata nella presenza di un overture e di due interludi che precedono ogni sezione. Tra di essi, il secondo intermezzo, dedicato ad una delle figure centrali di Venera, Sherazade, la misteriosa narratrice delle Arabian Nights, è centrale nella storia della città. Nel libro sono presenti notevoli influenze, non soltanto letterarie, che l’autore per primo rivendica e che delineano una mappa surrealista del suo inconscio narrativo: James G. Ballard (il suo autore preferito), Salvador Dalì, Jack Kirby, Philip José Farmer, le riviste pulp, le Mille e una notte, Ursula K. Le Guin, Tanith Lee, Michael Moorcock, l’Art Nouveau, la New Wave della fantascienza, e molte altre ancora.
Il libro è uscito con le Edizioni Watson, e suscita molta curiosità, è inutile dirlo. Sperimentazione e trascendenza, come piace molto da queste parti…