Su OffLine è uscita un’intervista molto articolata a Lukha B. Kremo, in cui l’editore di KippleOfficinaLibraria spazia tra le passioni e attività. Un breve passo:
Quindi è la letteratura (e poi il cinema) che influenza la realtà o succede anche il contrario?
«Entrambi, la fantascienza non è una letteratura di evasione, o solo di evasione: è una letteratura di riflessione, di proiezione della realtà nel futuro, quasi sempre. A volte ci si rivolge al passato creandone uno alternativo. Come esiste l’utopia che è un non luogo, esiste l’ucronia, che è un non tempo, dove si arriva ad ipotizzare, per esempio, un passato dove Hitler vince la Seconda Guerra Mondiale. Philip Dick ci ha scritto un romanzo.
Quindi sì, letteratura di evasione, ma sostanzialmente la fantascienza fa una critica della realtà: mette sull’avviso, crea un mondo parallelo dove possiamo vedere cosa succederebbe se una data situazione venisse portata all’estremo, e si arriva alla distopia che è un’utopia al negativo.»Allora la fantascienza è pessimista?
Quasi sempre. Se si ha un intento sociale, educativo, si colpisce di più facendo vedere cosa succederebbe in peggio se… Lo scrittore di fantascienza analizza la situazione e cerca i punti deboli. Nel romanzo “Pulphagus”, mi sono inventato un asteroide che è stato catturato dagli uomini per orbitare intorno alla Terra, ed è stato adibito a discarica per il trattamento dei rifiuti. Qui ho riflettuto sul problema ecologico, per esempio.
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