Archivio per febbraio 14, 2020
14 febbraio 2020 alle 20:08 · Filed under Creatività, Cyberpunk, Experimental, Futuro, Letteratura, SF, Sociale and tagged: Fabio Fernandes, Francesco Verso, Future Fiction, Interrogazioni sul reale, Ridefinizioni alternative, Solarpunk
Su Fantascienza.com la segnalazione dell’antologia solarpunk edita da Future Fiction: Solarpunk: Come ho imparato ad amare il futuro, a cura di Francesco Verso e Fabio Fernandes.
Il solarpunk non è soltanto un movimento di narrativa speculativa, ma riguarda anche l’arte, la moda e l’attivismo. La sua estetica fonde il pratico con il bello, il ben progettato con il verde e il selvaggio, il luminoso e colorato con il solido e terroso. Il solarpunk non vuole offrire ammonimenti ma soluzioni. Soluzioni per vivere confortevolmente anche senza combustibili fossili, per gestire equamente la scarsità delle risorse naturali, per essere più responsabili verso i nostri simili e il pianeta che abitiamo.
Rispetto alla narrazione escapista e consolatoria dello steampunk e del fantasy o a quella nichilista del cyberpunk, la letteratura solarpunk «si configura come un contenitore di contro-narrazioni sulle ipotesi, presenti e future, che precludono la costruzione di valide alternative». Scelte diverse possono e devono essere compiute e il solarpunk, offrendone una gamma ampia e ragionata, potrebbe permettere all’umanità di ripensare il proprio futuro in una chiave, inaspettatamente, positiva.
Dopo aver distrutto il mondo migliaia di volte, ipotizzato bizzarre utopie, trasformazioni postumane e derive tecnocratiche, ecco emergere – da più parti del mondo e dalle discipline più disparate – un piccolo nucleo di storie, di genere solarpunk, che sfidano l’ineluttabile concretezza del presente: racconti che spaziano dall’economia circolare alla sostenibilità ambientale, dalla critica al capitalismo predatorio alla costruzione di reti off-grid, dall’uso di risorse rinnovabili all’inclusività radicale; racconti che riprendendo l’estetica dell’Art Nouveau rielaborano in chiave moderna i canoni dell’arte africana ed asiatica, che usano il biomimetismo di forme e funzioni organiche per migliorare prodotti ed esperienze e che immaginano vie d’uscita, pratiche e percorribili, sia dall’antropocene, intesa come era geologica indotta dal comportamento umano, che dal capitalocene, sua deriva economica. Che si tratti del singolo o di un gruppo, nel solarpunk i protagonisti non rinunciano alla lotta di riappropriazione degli spazi abbandonati dal capitalismo o dall’inefficienza statale, ma affrontano il conflitto in nome di un’esigenza umana, di un principio condiviso dalle comunità resilienti in lotta contro la gentrificazione, l’espropriazione, l’abuso e la perdita d’identità, partendo da un quartiere per abbracciare il mondo interno. Il solarpunk traccia un sentiero, accidentato e tortuoso, verso un cambiamento percepito ormai da molti come necessario. Nessuno ci regalerà il futuro – sembrano dire questi 15 racconti provenienti da Brasile, Argentina, Stati Uniti, Cina, Australia, Francia e Spagna – e starà a noi fare le scelte giuste per ottenerlo.
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14 febbraio 2020 alle 18:08 · Filed under Cognizioni, Cultura, Passato and tagged: Costantinopoli, Impero Romano, Storia, Zeno
Su NovoScriptorum le fasi finali della legalità imperiale romana d’Occidente, intorno al 476 d.C., quando le relative insegne imperiali furono riconsegnate a Costantinopoli. Da notare come l’imperatore orientale, Zeno, non riconobbe il nuovo Re d’Italia e anzi, come cercasse di restaurare l’impossibile, aprendo così la porta alla politica traianea di Giustiniano I, circa mezzo secolo dopo.
The line of ephemeral emperors who reigned in Italy over the shrunken Western realm had ended in 476 A.D., when the German general Odoacer deposed Romulus Augustulus, and did not trouble himself to nominate another puppet-Caesar to succeed him. By his order a deputation from the Roman Senate visited Zeno at Constantinople, to inform him that they did not require an emperor of their own to govern Italy, but would acknowledge him as ruler alike of East and West; at the same time they besought Zeno to nominate, as his representative in the Italian lands, their defender, the great Odoacer. Zeno replied by advising the Romans to persuade Odoacer to recognize as his lord Julius Nepos, one of the dethroned nominees of Ricimer, who had survived his loss of the imperial diadem. Odoacer refused, and proclaimed himself king in Italy, while still affecting—against Zeno’s own will—to recognize the Constantinopolitan emperor as his suzerain.In 488 A.D. it occurred to Zeno to offer Theodoric the government of Italy, if he would conquer it from Odoacer. The Ostrogoth, who had harried the inland of the Balkan Peninsula bare, and had met several reverses of late from the Roman arms, took the offer. He was made “patrician” and consul, and started off with all the Ostrogothic nation at his back to win the realm of Italy. After hard fighting with Odoacer and the mixed multitude of mercenaries that followed him, the Goths conquered Italy, and Theodoric—German king and Roman patrician—began to reign at Ravenna. He always professed to be the vassal and deputy of the emperor at Constantinople, and theoretically his conquest of Italy meant the reunion of the East and the West. But the Western realm had shrunk down to Italy and Illyricum, and the power of Zeno therein was purely nominal.
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