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NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo 30, 2020
Il segreto di Chiaravalle | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione a Il segreto di Chiaravalle, romanzo giallo ed esoterico scritto a quattro mani da Andrea Biscaro e Franco Colombo.
Siamo in una Milano caldissima.
L’afa e l’immobilità dei giorni d’agosto vengono decritti così bene da sembrare veri. Il protagonista dell’incredibile avventura è un giornalista, Orazio Pedersoli, che spinto da un’irrefrenabile bisogno di svelare e raccontare un mistero decide di lasciare la moglie sola al mare a Rapallo (che in piena estate fa molto più paura di qualsiasi disavventura possa accadere) e immergersi, letteralmente anima e corpo, nella ricerca della verità per svelare gli arcani che riguardano l‘abbazia di Chiaravalle, posto stupefacente, alle porte di della metropoli lombarda, che è reso elemento chiave della vicenda.Alla fine, o durante, la lettura, per assorbire a pieno di dettagli della storia, una gita all’insegna dell’arte è decisamente consigliata!
Alla ricerca di uno scoop che possa svoltagli la carriera, Persoli, e di conseguenza il lettore, si catapulta in un mondo mistico, velato da presagi sinistri. Comincia un’avventura complessa, densa di tensione, in bilico tra la realtà e il sogno. Un ossessione crescente e un pericolo imminente rendono le pagine un piacere, da cui non ci si stacca.
Biscaro è un autore maestro dell’illusione e anche in questo caso ha dimostrato che la linea tra il vero e l’incubo è assai sottile. Molto concreti sono invece i riferimenti storici e artistici, veri (andateli a cercare) e ben narrati. Per esempio, a far da spalla allo sventurato protagonista troviamo Lucrezia, una bella e sagace restauratrice, una ventata di brillante femminilità, che sta restaurando un dipinto di Hieronymus Bosch, celebre pintore fiammingo di fine ‘400.
La parte più squisitamente noir del racconto è l’antagonista, Faccioli, un grande, potente finanziere, legato a nodo stretto con Chiaravalle. Un uomo crudo, con una moralità discutibile, perfettamente credibile, che rende tutto concreto, attuale e pauroso.
La storia dell’abazia, i capolavori d’arte che l’adornano, sono la sostanza del giallo. Monaci silenziosi, simboli massonici, libri antichi e introvabili, infoltiscono i dubbi. Quello che appare è ben lontano da essere la realtà.
Alabarde Spaziali – Storie di Fantascienza a Est | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione delle iniziative del TriesteScience+Fiction Festival di Trieste per tenere su l’attenzione e il morale dei sostenitori del fantastico in questo periodo di Covid: Alabarde Spaziali – Storie di Fantascienza a Est. Nel dettaglio:
Dall’introduzione di Roberto Furlani:
Cari amici del TS+FF, nel nostro eremo marziano i maxischermi sono spenti e da qui non si vede un raggio fotonico fino ai bastioni di Orione. Ma noi non demordiamo e, in attesa del prossimo Festival, abbiamo pensato di proporvi tanta altra fantascienza per tenervi compagnia in queste giornate casalinghe.
Trieste è una città che, oltre al cinema, ha una solida tradizione nella narrativa di genere. Qui sono nate importanti riviste come Il Re in Giallo, Terzo pianeta, Fantastique e Continuum, e qui abbiamo da sempre un sacco di bravi narratori che scrivono storie ai confini della Galassia.
Non li nominiamo perché alcuni di loro li ritroverete in questa rubrica: un appuntamento nel quale i nostri scrittori vi intratterranno con alcuni racconti del vostro genere preferito. Speriamo vi divertano.
Restante con noi… Si parte!
Finora sono usciti i racconti di Lorenzo Davia, Simonetta Olivo, Fabio Aloisio, Roberto Furlani; ma presto ne seguiranno altri. Splendida iniziativa, come sempre, quella della Cappella Underground.
Prorogate le disposizioni della Nazione Oscura per il Covid-19 | NAZIONE OSCURA CAOTICA
[Letto su NazioneOscura‘s blog]
Le precedenti disposizioni valide fino al 10 germinale 139 (1° aprile 2020) sono prorogate per mesi 12.
- Vietato ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori della Nazione Oscura Caotica (Torriglia, Livorno e ambasciate), salvo che per gli spostamenti motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o salute.
- Fuori casa è vietato ogni saluto e obbligatorio mantenere la distanza di 100 metri tra una persona e l’altra. Gli esercizi commerciali saranno chiusi e obbligati a consegnare merci a domicilio, rispettando sempre la distanza di sicurezza.
- Divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,0° C, in caso contrario è previsto l’abbattimento in loco.
- Le scuole saranno aperte per chi resta a casa, e chiuse per chi vi ci si reca, e comunque ciò entro e non oltre la loro riapertura (cit.).
- Sono sospesi tutti gli eventi e le competizioni sportive, tranne adunanze di no-vax. I luoghi di culto verranno completamente chiusi e disinfestati, così come gli operatori di ogni culto.
- Per tutti coloro che fuggono dal proprio luogo di residenza o disattendono a queste disposizioni saranno internati in palestre, centri sportivi e piscine, adibiti a Coronavirus-party.
Horla – Fantômes | Neural
[Letto su Neural]
Scritto, prodotto e mixato nel Madagascar nord-orientale da Clovis Lemée – musicista e condirettóre della Cabanon Records, meglio conosciuto come Horla – questo LP vuole essere un tributo alla natura selvatica, all’animismo e all’essenza misteriosa di quella terra affascinante, nella quale visioni fantasmagoriche indotte, strani rituali e un certo primitivismo magico, diventano una costante poetica degli stessi ambienti attraversati. La gestazione di Fantômes è durata all’incirca due anni e la suggestione stilistica nelle composizioni proposte è quella d’un free-jazz molto rarefatto e avanguardistico, nel quale forti sono gli elementi autoctoni, tribali, sensibili d’una molteplicità di pieghe e intrecci musicali, ritmi e armonie. “Opium quartet” parte con una sola nota di tromba ripetuta e suoni granulari un po’ sulfurei e dissonanti, seppure mollemente ipnotici, densi e cadenzati. Nella successiva “Bois-Pierre“ – che è più nervosa e ritmicamente sfaccettata – è sempre un andamento sognante e stravagato a conquistare l’ascolto, in un ribollire d’emergenze auditive percussive e sequenze discretamente sinistre. “Jumbo score” è ancora una composizione prevalentemente ritmica e sommessamente tribale: sembra di sentire sonagli, rumori animali, echi sordi piuttosto spazializzati e cupi. In “Haschich jazz”, ci si trova di fronte a un approccio polifonico e a una molteplicità di fonti sonore, sottolineate anche da intrecciate registrazioni di cori evocativi e chiesastici. Horla spesso si avvale di strategie aleatorie, preordinate impostando un certo numero di variabili definite a priori, che rendono indistinguibili le registrazioni microfoniche di strumenti acustici e i suoni di sintesi. L’editing di ogni brano è decisamente accurato e anche piuttosto laborioso, come in “The coconut fall”, raffinata partitura armonicamente predisposta, un po’ malinconica ed elegiaca. “Qui sont ces fantômes” è pure assai quieta, anche questa basata sul ripetersi di un solo accordo, questa volta di clavicembalo. “Palissandre spleen” è la più breve delle tracce presenti nell’album, solo poco più di due minuti, anche questa un misto di registrazioni acustiche e parti di sintesi che si devono a uno stilizzato xilofono, seguita da “Veillée pour les morts” che articola tintinnii piuttosto sghembi in un jazz rarefatto dalle partiture ariose e melodiche. “Veillée pour les morts” sfuma suadente agitando una doppia dialettica, strutturata da una parte da trattamenti piuttosto swing ed edulcorati, dall’altra da una ritmica sbilenca in opposizione alle melodiche evoluzioni. Si chiude con “Frame-Océan” fra eleganti costruzioni melodiche e ritmica improvvisativa, includendo abrasioni tonali e rumori di fondo.