Archivio per maggio 11, 2020
11 maggio 2020 alle 20:30 · Filed under Creatività, Experimental, Notizie and tagged: Florian Schneider, Kraftwerk, Kraut Rock, Ridefinizioni alternative
A pochi giorni dalla morte di Florian Schneider, dei Kraftwerk, su L’Indiscreto una critica ragionata ai loro lavori. Un estratto:
Nel 1975 un tizio misteriosamente interessato alla stesura di un articolo dai forti connotati sociologici ebbe la strepitosa idea di bussare alla porta di Lester Bangs, già rinomato critico musicale. «In che direzione sta andando il rock?» fu la domanda, presumibilmente accomodandosi tra poster di Lou Reed e un cimitero di lattine di birra. «Se ne sono impadroniti i tedeschi e le macchine» il tentativo di risposta. Inutile sottolineare come fosse realistico ai tempi e, almeno in parte, sottoscrivibile anche adesso.
Risale al novembre del 1974 Autobahn, il quarto album in studio dei Kraftwerk; notevole successo commerciale e di critica capace di espandere ulteriormente la platea di adepti di questo indefinibile quartetto tedesco.
Il brano che dà il titolo al disco, benché più orecchiabile di alcune produzioni precedenti, è una suite di venti minuti nella quale alla già rodata elettronica vengono aggiunti suoni di motore, alberi che frusciano, colpi di clacson e brusche frenate su carreggiate tra Colonia e Bonn. Non troppo dissimili gli altri titoli, nessuno dei quali con caratteristiche tipiche da hit estiva, che vantano durata estesa e nomi non tra i più memorizzabili: Kometenmelodie 1 e 2, Mitternacht e Morgenspaziergang.
Lester Bangs descrisse Autobahn dei Kraftwerk come «un atto di accusa contro tutti coloro che resisterebbero alla volontà ferrea e all’ordine dell’alba ineluttabile dell’Era delle Macchine.» Una definizione indecifrabile, astrusa, dal sapore industriale e zeppa di sottesa ironia dunque perfettamente in linea con l’opera.
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11 maggio 2020 alle 18:30 · Filed under Creatività, Cybergoth, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Notizie, Oscurità, OuterSpace, Surrealtà and tagged: Duplex Ride, Genova, Ridefinizioni alternative
Sul blog dei DuplexRide, collettivo multimediale e di avanguardia sperimentale transmediale di Genova, un po’ di storia che li riguarda e che permettono di comprendere la loro grammatica artistica.

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11 maggio 2020 alle 16:30 · Filed under Cognizioni, Creatività, Empatia, Experimental, InnerSpace, Notizie, OuterSpace, Sperimentazioni and tagged: BandCamp, Blixa Bargeld, Filippo Tommaso Marinetti, Fred Möpert, Futurismo, Luciano Chessa, Luigi Russolo, Ridefinizioni alternative
[Letto su Neural]
The Noise Of Art: Works For Intonarumori è un progetto collaborativo che vede assieme il gruppo ceco Opening Performance Orchestra, Blixa Bargeld, Luciano Chessa e Fred Möpert. Un insolito combo schierato per rendere omaggio all’arte degli intonarumori, una famiglia di strumenti musicali inventati nel 1913 da Luigi Russolo, fondamentalmente dei generatori di suoni acustici che però permettevano di controllare la dinamica, il volume e la frequenza delle emissioni prodotte. Gli intonarumori ebbero la loro première il 2 giugno 1913 al Teatro Storchi a Modena dove Russolo presentò uno “scoppiatore”. Successivamente furono utilizzati nel 1914, quando si tennero altri concerti a Milano (Teatro Dal Verme), Genova (Politeama) e Londra (Coliseum). La consacrazione definitiva di questi insoliti strumenti è però del 1921, finita la Prima guerra mondiale, con tre concerti a Parigi (Théâtre des Champs-Élysées) e nell’anno successivo nella collaborazione con Filippo Tommaso Marinetti per Il Tamburo Di Fuoco, piece teatrale d’ambientazione africana. Il futurismo, con tutte le sue contraddizioni, una certa ambiguità storica e il fardello d’una malsana contiguità al regime fascista, è stato tuttavia il primo e più radicale movimento d’avanguardia del novecento, inizialmente pervaso da una carica anarchica, ultramodernista e antiaccademica, pulsioni che restituiscono ancora oggi parte del loro fascino e che non ci fanno stupire dell’attenzione che a questo movimento molti artisti contemporanei dedicano. Quando gli intonarumori entrano in azione, la loro potenza non si discute. Creano droni rumorosi ed estatici, intonazioni iperboliche, fischi, sbuffi, sibili e boati, che a seconda del rumore prodotto gli posizionano in altrettante sottocategorie (crepitatori, gorgogliatori, rombatori, ronzatori, scoppiatori, sibilatori, stropicciatori e ululatori), ciascuna delle quali comprendeva a sua volta vari registri (soprano, contralto, tenore e basso). Ognuno dei pezzi presentati è riferibile al tema del futurismo e impiega intonarumori variamente combinati. Pur se non preponderanti nell’economia del progetto, non mancano delle parti testuali futuriste, “interpretate” in varie lingue, una sorta di incitamento antipassatista e antitradizionalista, tipico della prima fase del movimento.
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11 maggio 2020 alle 14:30 · Filed under Cognizioni, Deliri and tagged: Infection, L. Ron Hubbard, Religioni, Roberto Paura, Scientology
Su L’Indiscreto un lungo excursus storico e non solo, a cura di Roberto Paura, su Scientology, la – forse – religione fondata negli anni ’50 da L. Ron Hubbard, scrittore tra l’altro di SF americana, che tante polemiche e controversie ha sollevato nel corso dei decenni. Un estratto:
“Lei che cosa sa di Scientology?”. La domanda mi viene posta entrando nel visitor centre della sede milanese della Chiesa di Scientology: ad accompagnarmi ci sono tre scientologisti, un uomo e due donne, ben vestiti, dai modi cortesi, che si occupano delle relazioni esterne (“Affari Pubblici”) della Chiesa. La sede milanese di Scientology, pur periferica – si trova al capolinea della linea viola della metro, Bignami, al confine con Sesto San Giovanni – si fa notare facilmente. Luccicante, perfettamente integrata nell’urbanistica meneghina, la struttura di 10.000 metri quadri su quattro piani ospita quasi 250 stanze. È stata inaugurata nel 2015, alla presenza di David Miscavige, l’erede spirituale di L. Ron Hubbard, lo storico fondatore di Scientology; ma da tempo la Chiesa è radicata in Italia. La visita guidata è stata offerta ai partecipanti al convegno annuale del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni che ha sede a Torino. Rispondiamo in due, io e una sociologa che insegna a Bergamo.
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11 maggio 2020 alle 12:34 · Filed under Creatività, Editoria, Futuro, Letteratura, SF and tagged: Davide Del Popolo Riolo, Festa, Premio Urania
Su Fantascienza.com una bella notizia: Davide Del Popolo Riolo ha vinto il Premio Urania 2019. Ne sono davvero felice, Davide è un amico e uno che sa scrivere davvero bene: complimenti!
Ha vinto il Premio Odissea e il Premio Vegetti con De Bello Alieno, il Premio Kipple con Non ci sono dei oltre il tempo, il premio Viviani con Breve manuale di conversazione con i morti, il Premio Cassiopea con Erasmo. Ora a questo medagliere aggiunge anche il prestigiosissimo Premio Urania. È Davide Del Popolo Riolo il vincitore del Premio Urania 2019 col romanzo Per sempre i giorni, che verrà pubblicato a novembre sul periodico di Mondadori col titolo Il pugno dell’uomo.
Avvocato cuneese, vorace lettore e scrittore prolifico, Davide ha pubblicato vari romanzi – grande successo per l’ultimo, Übermensch, a sua volta finalista all’Urania un paio d’anni fa e quest’anno tra i finalisti che si contendono il Premio Italia – e numerosi racconti, su Robot e altre testate e in ebook con Delos Digital.
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