HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per luglio 22, 2020
Blakk Harbor – Sacrificium
22 luglio 2020 alle 21:56 · Filed under Creatività, Deliri, Empatia, Experimental, InnerSpace, Oscurità, Tersicore and tagged: Blakk Harbor, Grecia, Infection, Luce oscura, Ridefinizioni alternative, Video
Iterazioni continue di un malessere psichico.
Ancora qui
22 luglio 2020 alle 19:50 · Filed under Cybergoth, Empatia, Energia, InnerSpace, Oscurità, OuterSpace, Reading, Surrealtà and tagged: Deathwish, Infection, Interrogazioni sul reale, Luce oscura, Olosensorialità, Teoremi incalcolabili
Il continuo sbattere delle porte espande i significati della tua presenza tra noi, come se non volessi lasciarti andare per l’ultima volta, come se fossi ancora qui a modificare gli eventi.
Boy Harsher – Come Closer (Official Video)
22 luglio 2020 alle 17:42 · Filed under Creatività, Cybergoth, Deliri, Empatia, Energia, Erox, Experimental, InnerSpace, Oscurità, OuterSpace, Tersicore and tagged: Boy Harsher, Estensione psichica, Infection, Luce oscura, Ridefinizioni alternative, Video
Perfezioni estetiche di escoriazioni psicodevianti.
Abissi evanescenti
22 luglio 2020 alle 14:47 · Filed under Empatia, Experimental, InnerSpace, Oscurità, OuterSpace, Reading, Surrealtà and tagged: Interrogazioni sul reale, Luce oscura, Olosensorialità, Ridefinizioni alternative
Subdoli misticismi appesi su empatie evanescenti, l’attimo da cogliere, l’abisso da dileguare.
Petrels – The Dusk Loom | Neural
22 luglio 2020 alle 11:21 · Filed under Creatività, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Oscurità, Surrealtà, Tersicore and tagged: BandCamp, Lirismo, Luce oscura, Oliver Barrett, Ridefinizioni alternative
[Letto su Neural]
Sono molte le influenze agite in The Dusk Loom di Petrels, moniker dietro il quale si cela Oliver Barrett, autore il cui precedente album – sempre per Denovali – risale al 2016. Le trame ellittiche dipanate in queste dieci tracce risplendono evocative, trovando ispirazione nella mitologia, sia antica che moderna, illuminandoci d’uno spiritualismo estatico, con i sintetizzatori che c’avvolgono con loop calibrati e sensibilissimi. Barrett mette insieme Remedios Varo e William Blake, intrecciando fili surrealisti e originalità immaginativa, modulando echi di tenue psichedelia e romanticismo contemporaneo. Non c’è distacco né freddezza alcuna nelle sue composizioni, che sono tinte anche da venature ambient e post-rock, veleggiando fra lirismo e trattamenti vocali corali, comunque molto coinvolgenti. Alle sequenze più dilatate quasi sempre seguono sviluppi armonici assai interessanti e anche quando le sequenze si fanno frammentate le parti elegiache d’apertura funzionano comunque come una piccola introduzione autonoma. Non sempre si ha l’idea che la scrittura sia rigorosamente strutturata. In molti brani l’impressione è che l’ispirazione sia lasciata andare cercando anche inaspettate correlazioni, elementi che poi raffinati semmai funzionano in una maniera imprevista anche per lo stesso autore. Piccoli sprazzi che trovano una loro strada autonoma per emozionare all’ascolto. Si mette mano forse anche a materiali preesistenti, sia come testi che come suoni, tracce iniziate, sedimentate per anni e mai finite, che semmai abbondantemente sfrondate trovano nuove forme d’espressione affiancate ai nuovi materiali. Anche nei cut-up, non si cerca direttamente d’impressionare con cipiglio sperimentalista, non si esibisce radicalità d’intenti, pur se molto elaborati nelle loro combinazioni, cuciture e sovrapposizioni, diretti principalmente a creare una qualche forma d’emozione. Anche quando la sostanza si fa più ritmica, una certa complessità armonica è mantenuta dai loop sottostanti e dagli splendidi interventi vocali di Barrett, sempre intensi e partecipati. Insomma, un album molto piacevole e ben costruito, che rilancia il progetto Petrels nell’orbita delle cose più importanti da fare per Oliver Barrett, fino al 2012 anche attivo come Bleeding Heart Narrative.