Su AxisMundi un approfondimento su Gustav Meyrink e la sua opera, lo scrittore weird che tanto ha dato al genere e tanto ha preso all’esoterismo. Un estratto:
Di Gustav Meyrink abbiamo già parlato sulle nostre pagine, recensendo la sua raccolta di saggi Alle frontiere dell’occulto — Scritti esoterici (1907 – 1952) recentemente tradotta in italiano dalle edizioni Arktos. La metamorfosi del sangue (titolo originale Die Verwandlung Blutes), testo appena pubblicato dalle edizioni Bietti — che nel sottotitolo invita a considerarlo alla stregua di una «Autobiografia spirituale» dello scrittore austriaco —, è da inquadrarsi dalla medesima prospettiva, presentando in forma di saggio le tematiche “occultistiche” che hanno reso così unica la mitopoiesi del’autore in questione.
Questa novità del catalogo Bietti, indirizzata agli appassionati della letteratura mitteleuropea di carattere “sovrannaturale” di inizio ‘900 e agli studiosi di dottrine “esoteriche”, si presenta impreziosita da una prefazione di Sebastiano Fusco (Il paradiso all’ombra delle spade. L’esoterismo nell’opera di Meyrink), dalla rara introduzione di Enrico Rocca alla prima edizione italiana de Il Golem e dalla postfazione critica di Andrea Scarabelli (Magiche metamorfosi), cui si deve ascrivere anche la curatela del testo. Così viene presentata l’opera in quarta di copertina:
«Come ormai universalmente riconosciuto, Gustav Meyrink è passato alla storia per aver inserito, nei suoi romanzi e racconti, una serie di esperienze vissute in prima persona nei più svariati ambiti di ciò che siamo soliti chiamare “esoterismo”. Tutte queste esperienze — dallo Yoga all’alchimia, dal tantrismo alla teosofia — sono accuratamente documentate ne La metamorfosi del sangue, saggio autobiografico rimasto inedito alla morte dell’autore, risalente agli ultimi anni della sua vita e qui tradotto per la prima volta in italiano. Testamento spirituale, lunga rêverie sul ruolo del destino e sulla possibilità d’influenzarlo attivamente, inno all’Immaginazione creatrice, questo scritto può essere considerato una sorta di “laboratorio” della narrativa di Meyrink, Demiurgo del Fantastico che fece di vita, letteratura e occultismo una cosa sola».
Parlando di trasmutazione del sangue o del corpo — dottrina che l’autore ritrova sia nello Yoga, che negli antichi insegnamenti gnostici, che tra i Rosacroce — Meyrink sottolineò come il superamento della condizione meramente umana cui fa seguito l’esperienza mistica di unione con il divino preveda la trasmutazione dello stesso veicolo corporeo del neofita: un tema, questo, che egli stesso indagò nei suoi romanzi iniziatici, così come pure fece nello stesso periodo il gallese Arthur Machen.
Nei racconti di quest’ultimo, i personaggi che riescono misteriosamente ad accedere all’Altro Mondo si renderanno conto, una volta tornati nel nostro mondo, di non aver più niente in comune con esso, appartenendo ormai de facto al mondo invisibile. Il cambiamento avvenuto in tali persone dopo la visita a Fairyland non è meramente psicologico, ma altresì ontologico: sia il loro corpo che la loro anima subiscono una vera e propria trasformazione, operata dai Fairies stessi, che ricorda da molto vicino lo «smembramento rituale» compiuto dagli spiriti iniziatori nelle tradizioni sciamaniche e la conseguente trasmutazione operata da questi ultimi sul corpo del neofita.
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