Su NeXT-Station un racconto di Marco “pykmil” Milani, bello e inconsapevolmente restauratore dei nostri vecchi nick connettivisti: Il destino dei sogni irrealizzati. Vi incollo qui sotto l’incipit, bello come il sole di mezzanotte.
Capitolo 1 – Morte La Luminosità sarà la mia prossima esperienza. Non posso più lottare, non ne ho più voglia. Sta sorgendo in me questo senso di trascuratezza, di caldo e freddo insieme, come se dolore e piacere si manifestassero allo stesso tempo. È un’esperienza intensa, la sento piena e potente, l’esperienza dell’unitarietà in cui gli opposti sono un’unica cosa. Lo sforzo duale per cercare di essere qualcosa di unico è totalmente confuso dalle due forze estreme: speranza e paura. I due sono così vicini da permettermi un certo rilassamento, e capisco… quando si smette di lottare la Luminosità si manifesta naturalmente. Sono pronto. È un semplice velo, consolatorio, che lascia spazio a ogni congettura e al contempo comunica l’assoluta inutilità di qualsivoglia intento. Il messaggio è chiaro, come se l’aver vissuto fosse un istante realizzato in quella circostanza e immediatamente suggellato, cancellato. Il pensiero è unico, prima di svanire. Quando si perde, mi guardo intorno e resto in ascolto, in attesa di sensazioni. Nebbia… Chiudo gli occhi e mi concentro. Nebbia… Ed è un frangente quasi torrido, per una spirale travolgente che mi strappa verso l’alto. Poi è un vorticare caldo, subito caldo e quindi tiepido. Mi accompagna un sibilo brillante e crescente. Il senso finale è una scossa forte, completamente intima, e mi ritrovo a chiedermi cosa stia succedendo. Battute di gong… Percussioni costanti per una risonanza dapprima gravosa ma via via più familiare, bendisposta, rasserenante. Percepisco l’assenza di gravità insieme alla progressiva tranquillità e al desiderio di lasciarmi trasportare. Volare mi ha sempre fatto paura, incrociare il vuoto generato orrori psichici, la minima altitudine provocato vertigini. Sorrido ai ricordi e continuo a sentirmi come un estraneo in qualcosa di precedente insieme al nuovo cui sono avviato, volteggiando ormai in uno stato beato e strabiliante. Battute… di gong… La splendente luminosità della morte.
Su Tribunus un post che indaga la condizione della donna nel mondo cosiddetto bizantino, ovvero dell’Impero Romano d’Oriente.
La donna occupava un gradino inferiore nella società rispetto all’uomo. Di conseguenza, poteva essere vittima di discriminazioni legali.
La legislazione tutelava la donna in alcuni casi specifici: per quanto concerne la successione o lasciti ereditari, figli maschi e figlie femmine avevano pari diritti. Inoltre, le fanciulle avevano il pieno possesso della dote offerta dalla propria famiglia allo sposo. La donna doveva inoltre subire una discriminazione a livello scolastico e di educazione. Infine, era estremamente limitata nei movimenti.
Il ruolo primario della donna, nella mentalità del periodo medievale dell’impero, era solo quello di madre. Come tale, è elogiata come educatrice affettuosa ed amorevole, che aveva a cuore non solo il bene fisico della prole, ma anche la loro crescita spirituale, attraverso l’insegnamento dei Salmi, delle Sacre Scritture, e dell’agiografia dei santi. Nei romanzi bizantini, invece, la bellezza femminile era apprezzata e valutata positivamente solo in relazioni amorose altrettanto positive. Altrimenti, la donna veniva vista con sospetto, come elemento di tentazione peccaminosa e sessuale.
Inoltre, durante il mestruo erano considerate impure, e durante i quaranta giorni successivi al parto come deboli ed inaffidabili.
Sul blog della NazioneOscura un post per festeggiare i 16 anni della creazione artistico_politico_economico_sociale. Sono 16 anni anche di Connettivismo, nato casualmente quella stessa notte – le cose non avvengono mai per caso. Auguri Connettivi_Caotici a tutti. Il 22 dicembre del 2020 (o nevoso 140) la Nazione Oscura Caotica compie vfficialmente 10000 anni […]
[Letto su KippleBlog] Domani 5 dicembre la redazione Kipple sarà ospite alla trasmissione live in streaming di Silvio Sosio dove si parlerà, tra le altre cose, di CapitalPunk, il romanzo di Lorenzo Davia finalista dell’ultimo Premio Urania e recentemente pubblicato da Kipple. Sarà presente anche Carmine Treanni per parlare di Delos e della sua antologia […] […]
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan
“Quando siamo calmi e pieni di saggezza, ci accorgiamo che solo le cose nobili e grandi hanno un’esistenza assoluta e duratura, mentre le piccole paure e i piccoli pensieri sono solo l’ombra della realtà.” (H. D. Thoreau)