Su Tribunus un primo piano sull’ultima battaglia dell’Impero Romano, combattuta nel 1446 dopo l’ultimo singulto imperiale che aveva ridato vigore alle espansioni romane sulla Grecia. L’ultimo scontro,, prima dell’assedio finale a Costantinopoli, protagonista sempre l’ultimo imperatore, Costantino XI.
La figura di Costantino XI Dragases Paleologo, ultimo imperatore romano, è ormai legata in modo indissolubile alla sua morte eroica durante la difesa di Costantinopoli nel 1453. Tuttavia, Costantino fu un energico difensore della causa imperiale, sia in funzione anti-latina che anti-turca, già da molto prima di ascendere al trono.
Dopo aver partecipato alla campagna contro il duca di Cefalonia Carlo Tocco, culminata nella battaglia delle Echinadi del 1427, Costantino s’impegnò subito dopo nel lungo assedio che portò alla conquista di Patrasso, mentre il fratello minore Tommaso metteva fine al Principato di Acaia, riconquistando quasi totalmente il Peloponneso ai Latini (fatta eccezione per i pochi domini veneziani rimasti nel sud della penisola). Il sogno di Costantino era di riportare l’intera penisola ellenica sotto il controllo romano, strappandola ai Latini e ai Turchi una volta per tutte. Un progetto che era inviso al sultano ottomano, che certo non avrebbe accettato un regno indipendente con aspirazioni espansionistiche in Grecia.
Nonostante fosse stato abbattuto e superato più volte in passato, Costantino considerava l’Hexamilion la sua più importante arma difensiva. Durante la riconquista della Grecia, il muro sull’Istmo era stato la sua principale base operativa, e vi aveva risieduto per la maggior parte del tempo. Doveva essere a Mistrà, quando gli arrivò notizia che il Sultano stava preparando il suo esercito per muovere contro di lui.
Il primo giorno di settembre, gran parte del Despotato venne affidata all’amico Giorgio Sfranze, mentre lui sarebbe partito immediatamente per assicurarsi che il muro fosse sufficientemente difeso e preparato all’assalto turco. Costantino era probabilmente molto fiducioso di poter resistere, poiché allo stesso Sfranze espresse il desiderio di sposarsi nuovamente (il Despota era sfortunatamente rimasto vedovo, e senza eredi, già due volte).
“Ora io viaggerò verso l’Hexamilion e rinforzerò le fortificazioni. Tu dovrai rimanere qui ed esercitare bene il comando. Ti incarico di mettere fine alle numerose istanze di ingiustizia e di ridurre il potere dei numerosi signori locali. Che sia chiaro a tutti che tu qui hai il comando, e che io sono il [loro] signore”. Queste le parole di Costantino a Sfranze, prima di partire per il muro l’8 settembre.
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