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Archivio per novembre, 2020

The Wall: dopo 41 anni è ancora un capolavoro senza tempo | Ondmusicale


Su Ondmusicale l’anniversario – il 41esimo – di The Wall, uno dei capolavori dei Pink Floyd, uscito proprio il 30 novembre ’79; nell’articolo alcune condivisibili considerazioni sull’opera.

Pink è Waters, ed è un po’ anche Syd Barrett. Oggi sappiamo che dopo The Wall l’ombra di Syd avrebbe smesso di tormentare i Floyd: ed è forse una delle ragioni per cui, dopo The Wall appunto, non c’è un solo disco dei Pink Floyd al livello dei precedenti. Nel doppio del ’79 Waters riunisce i fili della sua carriera e della sua vita (ricordiamoci che allora aveva36 anni, e i Pink Floyd non erano un gruppo musealizzato, come oggi). E, prendendo a pretesto la storia di un rocker depresso, sembra perfino volersi chiedere cosa il movimento della fine degli anni ’60 abbia portato alla generazione che l’ha vissuto, e alle successive, per far sì che i muri possano essere abbattuti e “i vermi che sono nella nostra testa“, come dice in Hey you, possano essere annientati.
Lo fa con un album dalle molte chiavi di lettura esistenziali e politiche. Del resto, i “vermi” di “Hey you sono i nazi-fascisti.

“Hey tu! Là fuori al freddo, sei solo, stai invecchiando, riesci a sentirmi?
Hey tu! Che stai nel passaggio, con i piedi stanchi e un sorriso che svanisce, riesci a sentirmi?
Hey tu, non aiutarli a sotterrare la luce. Non arrenderti senza lottare.”

Quando, solo ai piedi del suo muro, Pink permette ai vermi di entrare nella sua testa, e sogna di incitare il suo pubblico all’odio razziale, trasformandosi in un dittatore (“In the Flesh – parte 2”), emerge uno dei temi autobiografici più importanti di The Wall, che assillava Roger Waters proprio in quel periodo: il rapporto col pubblico.

I Pink Floyd avevano chiuso gli anni ’60 come una band underground. Tempo un lustro, e attraversata l’eccezionale fase psichedelica – A Saucerful of secrets, Ummagamma, Atom Heart Mother – viravano verso il rock più tradizionale di “The Dark Side of the Moon” (mediatore: Meedle). Nel frattempo erano diventati un gruppo da stadio. Magari un po’ anomalo, perché a nessuno importava troppo che faccia avessero, li si amava specialmente per la musica. Ma pur sempre un gruppo da stadio.
Questa cosa, più che al chitarrista-ingegnere del suono Gilmour, creava problemi a Waters, che provava disgusto per i concerti “spersonalizzanti” e stressanti negli stadi: “Comfortably Numb” per esempio (uno dei pochi brani di The Wall di cui David Gilmour scrisse la musica) è un dialogo fra Pink-Waters e il dottore che gli ha somministrato un farmaco grazie al quale può esibirsi come un rocker “efficiente” ma abulico.

L’album leggendario è “nato da uno sputo?

Nel tour di Animals, un Waters “ai ferri corti” con il suo pubblico durante un concerto a Montreal sputò in faccia a un fan. Lo si racconta spesso, è anche nell’ultimo libro del batterista Nick Mason (leggi l’articolo), ed è storia nota per gli appassionati dei Floyd: si vuole che proprio quest’episodio – da cui Waters per primo fu molto turbato, non potendo spiegarsi come gli venne di farlo – innescò in lui un bisogno di autoanalisi che in definitiva fece nascere l’album.
Waters sentiva una “barriera” tra sé e il pubblico, e tutto questo sarà tematizzato, visivamente, nel tour del 1980 di The Wall, quando durante il concerto viene pian piano “eretto” un muro poi “demolito” alla fine dello show. E credeva che la massificazione giovanile alimentata anche dal rock (guidato dall’industria) potesse favorire il pensiero passivo e acritico in cui attecchisce il totalitarismo.
Quanti muri ancora dividono il mondo? In un’intervista a Repubblica Roger Waters rispondeva così:

“Tanti. Il muro tra il nord e il sud del pianeta. Tra i ricchi e i poveri. Tra chi perseguita e chi soffre. E anche tra chi ha le chiavi del progresso, dell’informazione, e chi è condannato a vivere nell’ignoranza, nel buio. Non so come o quando li abbatteremo, ma almeno proviamoci, anche solo con una canzone se necessario.”

Simple Minds – Hypnotised


Quasi vent’anni per questo brano, accattivante e pop nel modo giusto, con quel gusto speciale che la newwave sapeva donare…

Caleidoscopico


Sgradite restrizioni di un caleidoscopio che si dissolve nella notte isterica del tuo mondo.

Palinsesti deviati


Rimedi di un palinsesto che sa di malato, oltre le parole di un danno incalcolabile come derive da pensieri autodistruttivi.

Pink Floyd – Pigs (Three Different Ones) 1977-02-24 – Radio Arancia FM


Un bootleg parigino di 43 anni fa, trasmesso da una radio libera anconetana dell’epoca, con il corrosivo dei Floyd nel loro periodo più caustico a dipingere di un nero tossico ogni respiro e angstrom dell’anima, distopia che strozza e asfissia…

Sul ciglio del non esistere


Sembra di essere sul ciglio di un sogno alieno, quando ogni sfaccettatura diventa vera e falsa al contempo, quando i tuoi sensi sono soltanto altri strumenti di un’illusione sensoriale che non ha limiti né genesi, non ha semplicemente motivi di esistere.

Nulla o forse tutto?


Il richiamo della stringa strozzata nella gola carsica è un intersecarsi di realtà vive eppure surreali, quindi davvero nulla è reale? Davvero tutto è permesso?

Mondi tutti veri


Oh, non sapresti dire nemmeno oh quando il momento diviene topico e il senso di angoscia diviene dominante. Ed è lì, in quell’istante, che s’intersecano infiniti mondi quantici, tutti veri.

Sgomento


Credi di essere oltre le personificazioni di un’estate, di une stagione che sembra lunghissima e di una bellezza che toglie il fiato, ma poi l’entropia arriva inesorabile, e mentre all’inizio la ami poi, quando il dramma si concretizza, ti sconvolge per lo sgomento che ti provoca.

Pensieri surreali


Rispetto ai tuoi pensieri surreali hai ancora del denaro psichico da spendere nel recinto, poca roba davvero che però può darti il senso del negativo fotografico di ciò che non vedi.

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